Dieci: Sì, forse è stata una pessima idea

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Aprire gli occhi e ritrovarsi su una macchina guidata da una tredicenne dopo essere appena stato pestato a sangue da un sociopatico in erba probabilmente non era sulla carta bingo di Steve, ma, hey, è comunque un'esperienza degna di essere raccontata alle feste.

Certo, i cerotti con i dinosauri e quelli arcobaleno potevano essere evitati, ma a casa Byers non ce n'erano altri e Dustin ha insistito tanto per metterglieli, anche se non sono convinta servano a granché.

«Vi dispiacerebbe rallentare? Si sta un po' stretti qui dietro!» si lamenta il povero Mike, che in questo momento cerca di stringersi tra la portiera e Dustin.

«Non gridare! Gli dai fastidio, non lo vedi?» lo riprende mio fratello, voltandosi accigliato.

Steve è seduto nel mezzo, la testa sulla mia spalla mentre sorreggo una borsa di ghiaccio per attenuare la sua probabile emicrania; il volto è tumefatto, e io spero davvero che gli antidolorifici che gli ho praticamente spinto in gola lo aiutino in qualche modo.

Comincia a mugugnare qualche parola, strofinandosi gli occhi.

«No, no – gli sussurra Dustin, spostandogli le mani dalla faccia – Non toccare»

Steve geme qualcosa, per poi voltarsi verso di me.

«Nell, ma che...– bofonchia, e mio fratello lo zittisce.

«Steve, hey – gli sorrido, continuando a tenere il ghiaccio sulla sua testa – Sei stato grande. Hai lottato proprio come un leone. Billy ti ha fatto il culo, è vero, ma sei stato un leone» cerco di rassicurarlo, anche se a dirla tutta, suonava meglio nella mia testa.

Lui è ancora confuso, si gira verso Dustin che gli sorride, mentre annuisce fin troppo energicamente.

«Allora, continua dritto per mezzo miglio, poi a sinistra per il Mount Sinai» dà indicazioni Lucas seduto sul sedile del passeggero, mentre Max guida proprio come se lo avesse già fatto altre mille volte.

Dio, non posso credere che una tredicenne abbia imparato a guidare prima di me, ma soprattutto, non posso credere che io mi stia persino fidando di farla guidare senza patente. Gesù.

Steve comincia ad agitarsi, mormorando frasi sconnesse.

«Oh, mio Dio»

Ecco, ci siamo. Speravo rimanesse in stato comatoso per tutto il viaggio, invece mi toccherà sentirmi dire che sono un'incosciente pazza fuori di testa. E lo sono, lo so, ma insomma, non è il massimo sentirselo dire.

«Steve, tranquillo. Ha già guidato» lo rassicura mio fratello, cercando di scongiurare la tragedia. Non credo funzionerà, ma apprezzo il tentativo.

«Sì, in un parcheggio» borbotta Mike, mentre io mi volto per fargli una smorfia. Era un bambino così dolce quando non sapeva parlare, poi non so cosa sia successo.

«Conta lo stesso!» protesta Lucas, prendendo le parti di Max come il gentiluomo che è.

«Volevano lasciarti là e andare da soli! Solo che io non so guidare, ma Max sì, e quindi-»

«Oh, oh, perché sta accelerando? Oh, Signore»  esclama, aggrappandosi a me e Dustin.

«Calmati, andrà tut-» provo a dire, ma ormai è troppo tardi: è completamente fuori.

«Ferma l'auto!» strepita, e nell'abitacolo dell'auto si scatena il caos.

«Vi ho detto che sarebbe impazzito!»

Out Of Touch - 𝘚𝘵𝘦𝘷𝘦 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘪𝘯𝘨𝘵𝘰𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora