Capitolo 4

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TAEHYUNG'S POV:

Il mattino dopo la festa avevo pensato di passare a tormentare un po’ il pasticcere, ma non ne avevo avuto il tempo. Quel rompipalle di mio fratello aveva avuto bisogno di me in ufficio, visto che stavamo cercando di concludere un importante contratto commerciale con un nuovo grosso cliente. Namjoon godeva a occuparsi di tutti gli aspetti organizzativi della nostra società. Lui si occupava delle ricerche di mercato, creava i contatti e gli appoggi giusti, coordinava le attività, progettava ed eseguiva. Penso che provasse quasi un piacere fisico quando tutto procedeva senza intoppi. Io, invece, amavo il rischio.

Mi piaceva provare a fare ciò che chiunque altro sano di mente non avrebbe mai fatto. Mi eccitavo ancora di più al pensiero che un eventuale errore da parte nostra ci sarebbe potuto costare milioni di dollari, se non la reputazione della società. In realtà, ero cazzuto e ci sapevo fare nel mio lavoro, quindi non sbagliavamo mai.

Okay, a volte le mie idee si rivelavano un fiasco. Mi era capitato di perdere qualche milione e avevo fatto incazzare alcune importanti società.

Ma non erano quelle le cose che contavano. Avevo una mente febbrile. E quando uno è un genio creativo, capita di dover rischiare un po’, o di pestare i piedi a qualcuno, e una volta o due capita anche di dare fuoco all’ufficio. Probabilmente quest’ultima eventualità non è così frequente come le prime due, ma quando il processo creativo necessita di una sostanza un po’ dolce e appiccicosa, allora capita anche di dover gettare una canna nel cestino della spazzatura se tuo fratello irrompe all’improvviso nel tuo ufficio. Così, se nel suddetto cestino c’è una certa quantità di carta straccia – be’, mi avete capito.

Nonostante tutto, però, anche Namjoon riconosceva che ero bravo nel mio lavoro. Doveva farlo. Una volta quel cazzone era stato un po’ troppo arrogante con me, così, se non mi avesse leccato un po’ il culo, lo avevo minacciato di lasciare la società. In quell’occasione, perse qualche anno di vita per causa mia. Gli piace dire che vivrà più a lungo di me. Vedremo.

In quel momento il lavoro e mio fratello potevano aspettare. Avevo già dedicato loro due giorni, forse tre. Ormai il pasticcere doveva aver pensato che non fossi più interessato, quindi dovevo sbrigarmi a sistemare le cose prima che qualche altro bastardo si facesse avanti e cercasse di mettere le mani sulla sua torta di ciliegie.

Nemmeno a farlo apposta, in quel preciso momento la brutta faccia di Namjoon comparve nel mio ufficio. Eh sì, eravamo gemelli identici, ma il suo viso era brutto, doveva farsene una ragione.

«Cosa c’è?», chiesi. «Stavo per andare a vivere un po’, vuoi smerdarmi pure un’idea così piacevole?».

Mi lanciò un’occhiata disgustata. «In realtà sono venuto per chiederti del ragazzo della festa. Un paio di sere fa, ricordi?».

Lo guardai con sospetto. Notai che, a differenza di quel che faceva sempre, non era piombato dentro come una furia, ma era rimasto fermo sulla soglia con le mani in tasca. Davvero strano per Namjoon. Qualcosa bolliva in pentola.

«È stato Seokjin a spingerti a venire?»

«Sì». E adesso sembrava ancora più in imbarazzo.

«E ti ha detto di non dirmelo?»

«Sì», sospirò.

Gli diedi una pacca sulla spalla. «Colpa di quella storia della telepatia tra gemelli. Ci credono tutti a questa stronzata. Non sei obbligato a dirgli che sei talmente negato come bugiardo che saresti capace di perdere tutti i nostri soldi giocando a poker con dei mocciosi».

«Il poker è tutta questione di fortuna. Chiunque può perderci tanti soldi».

«Ed è per questo che sei una schiappa a poker. Comunque, non importa. Sei bravo in altre cose. Tipo… mettere in ordine i frigoriferi altrui. Ti piace tanto, vero?», domandai, come se lo stessi incoraggiando.

𝕍𝕠𝕘𝕝𝕚𝕠 𝕌𝕟 𝔹𝕣𝕒𝕧𝕠 ℝ𝕒𝕘𝕒𝕫𝕫𝕠 {𝕋𝕒𝕖𝕜𝕠𝕠𝕜}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora