TAEHYUNG'S POV:
Fissavo il soffitto con il viso che ancora pulsava, come se mi avesse appena investito un camion. Gesù. Jungkook aveva sbagliato mestiere, doveva fare il quarterback. Credo di non aver mai visto una cosa muoversi tanto velocemente quanto quella torta che fluttuava in aria. Sentivo ancora caldo in grembo, dove si era andata a spiaccicare.
Non sapevo per quanto tempo ero rimasto disteso a terra, nel punto esatto in cui ero caduto, ma non ce la facevo né a spostarmi né a tirarmi su. Forse Jungkook aveva fatto bene, me lo ero meritato.
Ma lui rappresentava un rischio che non volevo correre. Troppe coincidenze, tutte insieme, mi avevano indotto a pensare che fin dall'inizio fosse stato interessato solo ai miei soldi, e che per tutto il tempo mi avesse nascosto le sue vere mire. Non si era neppure indignato che gli avessi offerto un assegno, né lo aveva rifiutato, e questo era stato il colpo di grazia. Poteva professarsi innocente quanto voleva. Probabilmente aveva già depositato l'assegno in banca e stava facendo progetti su come usare il cospicuo malloppo. Di norma, una volta scoperto che un uomo mi stava usando, non gli avrei dato neppure un centesimo. Ma Jungkook mi piaceva, interessato che fosse o meno solo ai miei soldi. Mi rendeva felice pensare che comunque gli avevo dato una mano, anche se ormai non mi illudevo più che provasse qualcosa per me.
Sentii che qualcuno apriva la porta senza far rumore, ma dalla posizione in cui mi trovavo non riuscii a vedere chi fosse.
«Sei vivo, vero?». La voce di Jungkook.
«Jungkook», gemetti.
«Vado via», disse, il tono tutt'a un tratto risoluto. «Volevo solo assicurarmi di non averti ucciso. Anche se molto probabilmente te lo saresti meritato».
La porta sbatté.
Mi venne quasi da sorridere. Gli ci era voluto un bel po' prima di decidersi a venire a vedere come stavo. Molto probabilmente era rimasto tutto quel tempo fuori dal palazzo, poi era tornato su a controllare. Alla fine feci un bel respiro e mi tolsi dalla pancia la torta spiaccicata. Riuscii a rimettermi in piedi nonostante mi sentissi ancora un po' rintronato. In realtà, avevo solo qualche livido. Mentre mi toglievo di dosso i resti della torta, scoprii un pezzo di carta inserito nella farcia alle ciliegie. Lo tirai fuori facendo attenzione e lo ripulii come meglio potei.
Era un assegno. Il mio assegno.
"Cazzo".
D'un tratto capii cosa significava, e il colpo fu più forte di una tortiera in pieno viso. Ero sempre stato un idiota, ma questa volta avevo superato anche il mio già straordinario livello di idiozia. Rabbia e vergogna si mescolarono dentro di me, come un veleno micidiale. Rabbia verso i miei genitori che dovevano aver desiderato da sempre che le cose andassero a finire così. Vergogna per aver reagito in modo tanto sconsiderato senza neppure chiedermi se il Jungkook che conoscevo io avrebbe mai potuto usarmi per i miei soldi.
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𝕍𝕠𝕘𝕝𝕚𝕠 𝕌𝕟 𝔹𝕣𝕒𝕧𝕠 ℝ𝕒𝕘𝕒𝕫𝕫𝕠 {𝕋𝕒𝕖𝕜𝕠𝕠𝕜}
Fanfiction*Dal Capitolo: ???* JUNGKOOK'S POV: Come ho conosciuto Taehyung? È entrato nella mia pasticceria, ha comprato una torta di ciliegie, rubato un vaso di fiori - non avevo idea di cosa diamine dovesse farci - e lasciato il suo biglietto da visita in be...