Capitolo 7

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JUNGKOOK'S POV:

Mezz'ora prima dell'apertura, ero seduto a uno dei tavoli della mia pasticceria, insieme a Dawon e Hoseok. Stavo pensando a cosa avrei detto a Hoseok se avessi perso la mia attività. Dopotutto, non era in ballo solo la mia carriera. Quella mattina il locatore mi aveva lasciato altri messaggi in segreteria ma, che Dio mi perdoni, non li avevo ancora ascoltati. Una volta finito di lavorare, sarei andato in banca per richiedere un prestito aziendale. Il mio conto era quasi in "profondo rosso" come quello di Mike Tyson quando gli ufficiali giudiziari erano andati a sequestrargli il cucciolo di tigre e le auto sportive, quindi non mi aspettavo un miracolo, ma dovevo pur tentare.

Dawon tamburellò con le dita sul bancone e mi puntò contro uno sguardo micidiale.

«Allora?», disse. «Devi avere qualche problema neurologico se ancora non hai capito quello che ti stiamo consigliando».

Hoseok annuì. «È là, svolazza davanti ai tuoi occhi, aspetta che tu ti faccia avanti e l'afferri».

«L'uccello di Taehyung», disse Dawon. «Si riferisce all'uccello miliardario di Taehyung».

Hoseok farfugliò. «Ve-veramente, no. Mi riferivo all'opportunità che doveva cogliere».

«Pura semantica», sospirò Dawon.

«Un uccello e un'opportunità di sicuro non sono la stessa cosa», dissi.

«In questo caso, sì. Da sorella ti dico che se non fai qualcosa alla svelta, perderai un'occasione splendida e te ne pentirai per il resto della vita. Ero molto amico del marito di Namjoon quando lavoravamo alla "Big Hit", quindi in un certo senso sono un'esperta dei fratelli Kim. Praticamente sono io che ho fatto mettere insieme Seokjin e Namjoon, e guarda com'è andata a finire bene per loro!».

«Ma perché tanta fretta? Ormai ci vedremo tutte le sere».

«Be'», attaccò Hoseok. «Faccio la parte dell'avvocato del diavolo. Magari non era sua intenzione tirare troppo per le lunghe il lavoro come suo chef personale. Mi è sembrata più un'idea che gli è venuta al momento, mentre era qui ieri. Come se cercasse semplicemente una scusa per farti andare a casa sua».

«Ha pagato per il gnocco», convenne Dawon. «E adesso sta a te dargli ciò per cui ha pagato».

«Scusate». Sollevai una mano e chiusi gli occhi per un attimo, poi fissai Dawon. «Hai detto gnocco? Cosa sarebbe, la parola della nonna per questa settimana?»

«Dawon, non l'hai neppure usata nel modo giusto», disse Hoseok. «Sarebbe... un gnocco sarebbe una specie di trombamico. Uno con cui ti metti d'accordo per una sveltina, "una botta e via". Non è una parte del corpo».

Dawon ci liquidò con un gesto impaziente della mano. «Non importa. Sto dicendo che è come quando un ragazzo ti invita fuori a cena e paga il conto. Devi almeno prendere in considerazione l'eventualità di dargli qualcosa in cambio».

«Aspetta, cosa vuoi dire?», domandò Hoseok. «Le ragazze la pensano davvero così?».

Gli lanciò un'occhiataccia. «Non fare l'angioletto. Comunque non sto dicendo che devi darglielo perché ti ha pagato la cena. Dico che però ci si sente quasi in dovere di contraccambiare. E sto parlando solo di una cena. Figuriamoci cosa può aspettarsi un tizio che mette a tua disposizione una società di marketing multimiliardaria solo per farti andare a casa sua».

«Magari per pubblicizzare il locale si limiterà a chiedere a una stagista di stampare dei volantini per poi attaccarli ai pali del telefono».

Hoseok scoppiò a ridere. «Stai sottovalutando il disperato desiderio ancestrale che l'uomo alpha gay ha del pene, Jungkook. Prima ancora della scoperta del fuoco, gli uomini primitivi si picchiavano sulla testa con le clave di pietra per avere una donna. Stessa cosa vale anche tra due uomini. C'è scritto anche nella Bibbia, puoi controllare».

𝕍𝕠𝕘𝕝𝕚𝕠 𝕌𝕟 𝔹𝕣𝕒𝕧𝕠 ℝ𝕒𝕘𝕒𝕫𝕫𝕠 {𝕋𝕒𝕖𝕜𝕠𝕠𝕜}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora