TAEHYUNG'S POV:
Jungkook preparò di nuovo la cena mentre io mandavo una mail di lavoro. Anche quando ero in ufficio raramente lavoravo, quindi inviare una mail di lavoro da casa era pura fantascienza. Quella era proprio la settimana “delle prime volte”.
Il mio avvocato mi aveva mandato una comunicazione il cui oggetto era tutto scritto in lettere maiuscole. “Un’altra…”. Ne lessi il contenuto e vidi che si trattava dell’ennesima persona che intentava una confusa azione legale contro di me. Accadeva ogni settimana, e ormai ci avevo fatto l’abitudine. Quando diventi un pezzo grosso, i pesci piccoli cercano sempre un modo per scucirti soldi. Così va il mondo. È vero, a volte mi comportavo da coglione, ma non ero tanto idiota da rubare soldi alla mia stessa società: fruttava enormi profitti e non mi sarei mai fatto invischiare in nessuno degli affari sporchi di cui invece mi accusavano. Avevo più soldi di quanti ne avrei potuti usare in tutta la vita. Nel vero senso della parola. Una volta, per gioco, avevo fantasticato su come spendere in un anno i soldi che avevo sul conto. Avrei potuto comprare in blocco un mucchio di grattacieli e numerosi mega yacht.
Ecco la triste verità riguardo alla ricchezza: l’uomo ha il desiderio innato di volere sempre più di quel che ha. Più cose, più potere, più prestigio. Ci insegnano che il denaro possa aprire tutte le porte e ci permetta di ottenere qualunque cosa. Per questo ci spacchiamo il culo tutti i giorni e ci affanniamo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e che ci allettano, come la carota davanti all’asino. Poi un giorno, dopo aver comperato proprietà in tutto il mondo, aver assunto personale qualificato che si occupi delle nostre incombenze quotidiane e ci gestisca la vita, dopo aver ottenuto tutto quello che abbiamo sempre sognato, cosa ci resta?
Potevo rispondere io, ma nessuno voleva ascoltarmi. Ai più sfuggiva il nocciolo della questione. Pensavano che io non sapessi cosa voleva dire la precarietà: avere ancora una casa il mese prossimo, o cibo da mangiare la sera stessa. E invece lo sapevo meglio della maggior parte di loro. La verità che la gente non vuole sentirsi dire è che i soldi non sono altro che una droga, riservata però a pochissime persone.
Abbassai lo sguardo sulla mail. Ogni volta che minacciavano di trascinarmi in tribunale pensavo ai miei soldi, perché attraverso azioni legali intentate contro di me, potevo effettivamente perderli.
Vere o presunte che fossero certe minacce al mio patrimonio, in quel momento non riuscivo proprio a concentrarmi. Ero ipnotizzato dal sedere di Jungkook, che si spostava da un fornello all’altro per cucinare, si piegava per tirare fuori i brownies dal forno, e senza far rumore si avvicinava al microonde. Il suo fondoschiena era più bello di qualunque opera lirica o spettacolo teatrale avessi mai visto a Jeongdong. C’era poesia in quel sedere. Due mele perfette, armoniose, che si muovevano all’unisono, nascoste al mio sguardo da un strato di cotone così sottile da togliere il fiato. Quei glutei custodivano un mistero. Sotto i jeans, cosa c’era? Un boxer? Degli slip? Delle culottes? E di che colore?
Quante domande.
«Allora», dissi. «Quello stalker del tuo ex è un terreno sul quale è meglio non avventurarsi a far domande? Oppure posso chiederti che problemi hai avuto con lui?».
Si pulì le mani sul grembiule legato in vita e si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Non è una storia interessante. Ci siamo lasciati ma non è stata una decisione presa di comune accordo».
«Da quanto tempo stavate insieme?»
«Qualche mese».
Mi strofinai il mento. «Quindi quello che in realtà vuoi dire è che la storia sarebbe interessante, ma tu vuoi raccontarne solo una versione ridotta?».
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𝕍𝕠𝕘𝕝𝕚𝕠 𝕌𝕟 𝔹𝕣𝕒𝕧𝕠 ℝ𝕒𝕘𝕒𝕫𝕫𝕠 {𝕋𝕒𝕖𝕜𝕠𝕠𝕜}
Fanfiction*Dal Capitolo: ???* JUNGKOOK'S POV: Come ho conosciuto Taehyung? È entrato nella mia pasticceria, ha comprato una torta di ciliegie, rubato un vaso di fiori - non avevo idea di cosa diamine dovesse farci - e lasciato il suo biglietto da visita in be...