ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ VII

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                           Fatina
Light

Le mani di Victoria erano sul mio corpo, stava abusando di nuovo di me, mi teneva fermo e si muoveva sul mio corpo... cerca di liberarmi ma ogni volta che ci provavo mi picchiava senza pietà ed io ero lì, con le lacrime agli occhi, nel frattempo la mia mente era altrove. Almeno non soffriva come soffrivo pensando a quello che quella donna mi stava facendo.

Nik non ha voluto che lo seguissi, quindi dovevo stare lì ad aspettarlo. Ovviamente non gli avrei dato retta e decisi di seguirlo.
Al piano terra vidi il mio gattino che stava parlando con un tipo che aveva gli occhi di una fata, mi faceva ridere. Mi avvicinai e notai che stringeva un mazzo di rose rosse che d'altronde non gli piacevano, al micetto piacevano poco i fiori motivo per il quale non gli detti la corona di tulipani preparata da Allison.
Nik si accorse della mia presenza e sgranò gli occhi <<light, ciao>> Come se fino a 2 minuti fa non lo stavo quasi scopando <<Lui è->>
<<Tra le palle>> lo interuppi, mi fulminò con lo sguardo per poi rigirarsi verso la fatina. <<Sono Ice>> disse con fare furioso, chi cazzo era, manco l'avevo mai visto è già sembrava che mi odiasse <<Light forse è meglio che rientriamo>> non mossi un muscolo <<comunque non gli piacciono i fiori>> e finalmente mi mossi per risalire al piano di sopra insieme a Nik.

<<Si può sapere perché sei stato così cortese? Manco lo conosci>> strinsi il pugno lungo il fianco e mi girai verso Nik che da prima mi stava parlando alle spalle.
<<Tu puoi dirmi che cazzo è invece quella fatina>> Mi guardò confuso e poi sbuffò.
Mi raccontò cos'era successo il 31 novembre dopo che uscì a casa mia e rimasi sconvolto.
<<Perché non me lo hai detto Nik, stavi per morire>> una lacrima gli rigò il volto e mi fece troppa tenerezza per sgridarlo, era pur sempre il mio micetto e stavo per perderlo. L'abbracciai stringendolo e lui si abbandonò il mio petto.

Arrivai a casa e buttai le chiavi della moto sul divano, afferrai un pacco di sigarette poggiato sulla penisola della cucina. Ne estrassi una coi denti per poi accenderla, i miei familiari odiavano che fumassi dentro casa ma me ne sbattevo <<potresti evitare di fumare qua?>> la voce di mio fratello spezzò il silenzio,  mi ritrovai dei capelli ramati degli occhi marroni davanti e sussultai dallo spavento << lo sai che non mi interessa niente di quello che pensi tu e tua madre>> alzò gli occhi al cielo e si sedette di fronte a me <<mia madre intanto ti ha salvato da Victoria ricordi?>> Al suono di quel nome mi irrigidì e lo fulminai con lo sguardo
<<Ti sei messo con Nik?>> Sgranai gli occhi <<no e non posso>> alzò un sopracciglio e sospirò <<vi sento quando siete nella stanza e poi ormai viene sempre>> cosa aveva sentito se io è Nik non avevamo fatto ancora niente... <<cosa hai sentito?>>
<<I discorsi, cosa è questa storia della chiave?>> Parlava sicuramente del nostro accordo <<non ti riguarda>> tagliai corto.
Lui sospirò deluso e se ne andò lasciandomi lì con il mozzicone della sigaretta tra i denti.

_we ruin our friendship_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora