27. Affronta le tue paure

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P.o.v. T/N

A passi decisi mi dirigo verso l'appartamento. Salgo dentro l'ascensore e aspetto che arrivi al piano desiderato. La mia immagine viene riflessa sul metallo delle porte, la osservo, e ciò che vedo mi riempie solo di disgusto. "Come puoi non esserti accorta che non era Lucifer...Come hai potuto." iniziò a dire una vocina nella mia testa.

<<Forse dovresti darle ascolto, cara...>>

Mi giro di scatto, ma non vedo nessuno. Inizio a respirare affannosamente non capendo da chi provenisse quella voce. Riguardo la parete di metallo e noto che c'è qualcosa di diverso rispetto a prima: l'immagine non corrisponde ai miei movimenti. Allungo una mano verso la figura riflessa.

<<T/N, smettila di essere ridicola, E' ovvio che non sei tu.>> dice la me riflessa con le braccia incrociate e con sguardo divertito dalle mie azioni.

<<Ma cosa...>>

<<Ancora con questa storia? Andiamo... non puoi esserti mica scordata di me così facilmente. Sforzati un po' di più.>>

La guardo con occhi sgranati e l'immagine sbuffa roteando gli occhi. <<Va bene ti facilito le cose.>> fa un inchino <<Felice di rincontrarti, son il tuo Senso di Colpa.>> dice, guardandomi sorridendo. <<Speravo che non ti fossi dimenticata dell'ultima volta che ci siamo viste faccia a faccia... più o meno. Io si, lo ricordo benissimo. Ti stavo uccidendo, come tu avevi fatto con quel criminale... davvero esilarante. Spero di averti chiarito le idee, non c'è di che.>>.

Mi ritrovo attaccata alla parete dietro di me con lo sguardo su di lei. Ovvio che me ma ricordavo, è sole che...preferivo non farlo. Non ho mai avuto paura di qualcosa, fino ad ora. Ora che ce l'ho proprio qui davanti a gli occhi. Il senso di colpa, l'ammasso di vergogna e di cose che voglio dimenticare, con le mie sembianze.

<<Meritava quello che gli ho fatto->>

<<Si ok brava, complimenti, hai salvato tutti. Tu se l'eroina e lui il cattivo morto stecchito. E' storia vecchia, non interessa più a nessuno. Però sai cosa è interessante? Girano voci che tu abbia avuto una bellissima serata con Lucifer...o forse no...forse non era lui. Tu cosa ne pensi?>>

<<So benissimo che non era lui...>>

<<Certo, come no.>>

Con un rapido movimento scompare dalla mia vista. Sospiro di sollievo... per poi ritrovarmela riflessa nella parete dietro di me che ridacchia. Sobbalzo trattenendo un urlo di spavento.

Torna a sorridermi. <<Perché continui a mentirmi? Sai benissimo che non puoi, ti conosco troppo bene. Più di tutti, persino di te stessa. Affronta la realtà: dici di amarlo così tanto e poi ti lasci ingannare dall'aspetto di suo fratello. Se amassi davvero Lucifer adesso io non sarei qui. Quando capirai che il vero motivo per cui ti tormento è perché sono le tue insicurezze e le tue paure ad invocarmi. Sei troppo ingenua e debole per meritarti di stare con uno come Lucifer.>>

<<Ti prego, stai zitta.>> dico ritrovandomi rannicchiata nell'angolino dell'ascensore

<<Sul serio? Zittirmi? Pensi che basti questo per sistemare tutti i tuoi problemi?>>

Mi alzo lentamente aiutandomi appoggiando la mano sulla parete <<Ho detto di stare zitta.>>

Cammina lentamente guardandomi fino ad arrivare alle porte dell'ascensore, per poi scoppiare a ridere. <<Oh tesoro. Guardati. Sei talmente spaventata che non ti rendi nemmeno conto che tutto questo non è reale. Forse dovresti andare e fartela controllare quella testolina, eh?>>

Senza neanche pensarci mi lancio sulla parete tenendo il pugno in direzione della faccia nel riflesso. In quel preciso momento le porte dell'ascensore si aprono e mi ritrovo accasciata a terra.

Mi sposto i capelli dalla faccia rialzandomi e poi riguardo lo spazio ormai vuoto all'interno dell'ascensore. In fin dei conti aveva ragione... era tutto dentro la mia testa. Guardo in direzione della camera da letto dove sicuramente è rimasto Micheal fin da quando me ne sono andata stamattina. Faccio dei respiri profondi prima di riprendere a camminare verso quella stanza. Forse è vero...sono troppo debole per rincontrare di nuovo il suo sguardo sapendo che non è lui. Non avrei dovuto fermare Maze.

"Eppure lui lo farebbe per me." Penso guardando di nuovo in direzione della camera. Il mio respiro inizia a regolarsi e mi faccio forza. "Non è ne per me e ne per lui...ma per noi"

Passo dopo passo raggiungo la porta della camera e la mia mano rimane sospesa a pochi centimetri dal toccare la maniglia. Mi soffermo un attimo per fare l'ultimo respiro profondo e afferro l'oggetto metallico aprendo la porta.

To be continued...

***

Angolo autrice

Lmao questo capitolo ha un po' troppe moon knight vibes. La cosa che mi fa leggermente strano è che sto dando un po' troppa di personalità strafottente e rompicoglioni alla nostra cara amica Senso di Colpa che sta diventando praticamente un altro personaggio della storia che una semplice comparsa. Però alla fine mi diverte farle fare sti monologhi... un po' come è stato fare il dialogo tra Lucifer e Michael, era pieno di frecciatine e altre cose kjbadshg

Fatemi sapere se vi sta piacendo come prosegue la storia.

byeeeee

Lucifer: L'Inferno che divenne ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora