Il piacere della dannazione

164 5 7
                                    

In una mattinata di mezza estate, mentre le luci dell'alba facevano capolino sulla città di Londra, sul suo viso comparve un lieve sorriso. Il balconcino sul fiume Tamigi aveva un splendida visuale e permetteva alla giovane donna di godere dei lievi rumori che producevano le prime auto messe in moto.

Il sorriso le increspava ancora le labbra quando un'altra giovane si avvicinò a lei. Grace era una veela e come tale era eterea, personificava perfettamente l'ideale della donna-angelo che, i componenti del dolce stilnovo perseguivano secoli prima. I lunghi capelli color oro erano stati divisi in ciocche e poi sistemati in morbidi bigodini rosa. La vestaglia azzurrina le fasciava perfettamente il fisico, sottolineando il delicato punto vita, i fianchi e i seni proporzionati.

- Già sveglia?- chiese alla collega appoggiandosi mollemente allo stipite, con le braccia incrociate.

- Già.

Grace era abituata alle risposte asciutte prima di una missione, si limitò semplicemente a puntare il suo sguardo sul fiume che percorreva la città placidamente.

- Credi che sia l'ultima volta?- chiese la bionda avvicinandosi alla ringhiera.

- Probabilmente sì. Non saprei dove andare a cercare una profezia del genere.- la ragazza scrollò appena le spalle.

- Sei stanca- azzardò la bionda- avresti bisogno di riposo. Avremmo bisogno di riposo.

- Già.

- Sarebbe stato bello avere una vita normale. Frequentare scuole prestigiose, avere un'esistenza monotona e priva di problemi.

- La avremo- concluse l'altra.

- È quello che ci ripetiamo sempre prima di una missione, Ell- sbuffò Grace osservandosi le unghie fresche di smalto.

- È la volta buona Grace- ed Ell sembrò volersi convincere di quelle parole.

Alle loro spalle, il corpo di un ragazzo era immerso in un profondo stato di sonno, reduce di una lunga notte a fare da guardia e garantire la sicurezza della piccola squadra.

La domanda che vi sorgerà spontanea miei cari lettori è: chi sono?

In breve... erano dei delinquenti. Rapidi, precisi e soprattutto invisibili alla legge. I loro piani erano studiati nei minimi dettagli e ogni colpo che facevano risultava pulito, niente che potesse condurli a loro. Perché? Teoricamente loro non esistevano.

Entravano e uscivano dai ministeri, "prendevano in prestito" il giusto per sopravvivere e vagavano per il mondo da qualche anno. Partendo dal Nord America agli stati europei (una volta c'era stata una tappa per il Brasile).

La loro infanzia non era una di quella che facevano gola: violenta e tormentata. Erano cresciuti seguendo degli standard, selezionati per essere i membri di una razza pura e forte. Poi un giorno, come in un gioco di domino, un componente era crollato, provocando la fine della realtà che avevano conosciuto e l'entrata a una nuova. Ma avevano tante domande a cui rispondere, tanti segreti da svelare e della bugie da smascherare... bastava una profezia.

- Allora come siamo messi?- la voce di Damian era impastata nel sonno e le ossa del collo scrocchiarono a un suo minimo movimento.

- La sicurezza oggi è bassa... al posto di quattro guardie agli ingressi se ne presentano solo 2, le uscite di fuga si sono raddoppiate rispetto al mese scorso.

- Falla nel sistema- notò il ragazzo adocchiando una tazza di caffè.

- La sicurezza al ministero è stata allentata... causa mancanza del ministro della magia, momentaneamente in Francia per accordi, si è portato dietro gran parte degli auror. Ha lasciato i principianti- la voce di Grace era calma e sicura- Inoltre, grazie a quell'elfo domestico abbiamo scoperto che il capo del dipartimento auror è assente... quindi...

L'ultima GrindelwaldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora