5. Film, carezze, pancake

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I due iniziarono a parlare sempre più spesso tramite messaggi, raccontandosi le proprie giornate, le proprie passioni e interessi.

Si sentivano ogni giorno, anche con delle brevi chiamate.

Mattia passava alla caffetteria più frequentemente che poteva, scambiando due chiacchiere con Christian.

Quel giorno il moro decise di invitare l'altro a casa sua per cena.

Lui accettò.

Pensò di ordinare del sushi.

Prima dell'arrivo di Mattia si fece una doccia, mise una maglietta e un paio di pantaloncini da basket per rimanere comodo, tanto avrebbero dovuto restare in casa.

Aspettò.

Si fecero le sette, poi le otto, le otto e mezza e di Mattia nessuna traccia.

Temette che gli avesse dato buca.
Alle nove però, sentì il campanello suonare. Aprì la porta e si trovò davanti Mattia.

Gli sorrise.

«Oh dio, Chri. Scusami per il ritardo, davvero, cioè, c'era traffico e-»

Christian bloccò il suo sproloquio, poggiando le labbra sulle sue.

«Tranquillo.» Gli disse poi.

Mattia sgranò gli occhi. «Non sei arrabbiato?»

«Certo che no. Perchè dovrei?»

Il biondo si appropriò nuovamente delle sue labbra.

*

Christian lo fece accomodare sul divano, mentre metteva sul tavolino il sushi che aveva ordinato.

Poi, si sedette accanto a lui.

«Ti va di guardare un film?» Gli chiese.

«Certo.»

Così, il moro accese la televisione.

A metà film, si accorse che Mattia non avesse praticamente toccato cibo. Mise in pausa.

«Non ti piace il sushi?»

«Si, mi piace, ma non ho molta fame.»

Decise di non insistere.

«Okay.»

Pensò di avvolgergli la schiena con un braccio, per poi portarlo a se per qualche coccola.

Quando avvicinò la mano, Mattia si ritrasse, spaventato.

Christian lo guardò confuso.

«Oddio, scusa.» Si scusò l'altro, ma il moro poteva ancora vedere il terrore nei suoi occhi.

«Tranquillo. Vuoi venire qui?» Gli chiese, indicandosi il petto.

«Si.» Gli rispose Mattia, accomodandosi con la testa su di lui.

Christian prese ad accarezzargli i capelli e continuarono a guardare il film.

Ad un certo punto, i due protagonisti della pellicola si baciarono e Christian e Mattia si guardarono negli occhi.

Si avvicinarono e si baciarono anche loro, facendo incontrare le loro lingue in una danza di intrecci.

«Quanto sei bello.» Gli disse Christian, accarezzandolo.

Mattia lo guardò con due occhioni splendenti e lo baciò nuovamente.

Come poteva essere sbagliata qualcosa che lo faceva sentire così bene?

Il moro iniziò ad accarezzare la pelle dell'altro da sotto la sua maglia, e lo sentì coprirsi di brividi.

Si concesse di guardarlo. Quella porzione di pelle dorata che sbucava lo faceva impazzire, e desiderare di toccarla.

Gli cadde l'occhio sul fianco, e scorse un livido.

«E questo?» Gli chiese, continuando ad accarezzarlo dolcemente.

«Sono caduto dalle scale.» Rispose Mattia.

«Oh. Fa male?»

«Non più.»

*

Finito il film, i ragazzi rimasero accoccolati su quel divano.

«Hai freddo?» Chiese Christian, sentendo la pelle gelida dell'altro.

«Un po'.» Gli rispose.

Allora il moro si alzò per prendere una leggera coperta e poi ritornò al suo posto.

Mattia si riappoggiò su di lui e Christian coprì entrambi.

Poi, gli diede un bacio tra i capelli.

*

Evidentemente si erano addormentati entrambi, perché furono svegliati di soprassalto dallo squillo di un cellulare, quello di Mattia.

Christian guardò l'ora: le tre e venti del mattino. Chi poteva chiamarlo a quell'ora?

Vide Mattia incupirsi e mimare con le labbra un 'Simone'.

«Non rispondere.» Gli disse, invitandolo a tornare in quel giaciglio caldo.

«Devo. Altrimenti si arrabbia.»

Detto ciò, rispose e Christian lo ascoltò parlare.

«Non sono a casa.»
«Sono da mia nonna.»
«Si, okay. Ciao.»

«Cosa voleva?» Gli chiese.

«Uhm, nulla, una stupidaggine.»

Mattia tornò nella posizione in cui era prima e i due ritornarono a dormire.

*

Era ormai mattina; Christian si era appena svegliato, ma non voleva per nulla al mondo alzarsi da lì e rischiare di svegliare quello splendido ragazzo che dormiva sul suo petto.

Iniziò a guardarlo. Le ciglia lunghissime, il nasino perfetto, le labbra piene e le gote leggermente arrossate. Era bellissimo.

Lo vide aprire gli occhi, per poi sfregarseli con la mano. Quelle due pozze azzurre iniziarono a guardarlo.

«Buongiorno.» Gli disse Christian.

«Buongiorno.» Gli rispose Mattia, alzandosi dal suo petto. «Ti ho schiacciato?» Gli chiese poi, con un velo di preoccupazione negli occhi.

«No, tranquillo.» E gli fece una carezza sulla guancia.
«Facciamo colazione?»

«Io in realtà non la faccio mai.»

«Mai?»

L'altro annuì.

«Beh, oggi però sei con me. Quindi la farai.»

«Davvero, non ce n'è bisogno-»

«Matti, ieri a cena non hai praticamente toccato cibo, lascia almeno che ti prepari la colazione. Sono bravissimo a fare i pancake.»

Mattia ridacchiò per il tono usato dall'altro.

«E va bene. Voglio proprio vederti all'opera in cucina. Vuoi una mano per non bruciare tutto?»

«Guarda che così mi ferisci! Sono uno splendido cuoco.» Gli rispose ridendo.

Gli scompigliò i capelli, e andò a preparare la colazione.

*

«Allora, ti piacciono?» Gli chiese, mentre vide Mattia assaggiare i pancake.

«Mi hai stupito. Sono buoni.» constatò il biondo.

«Visto? Te lo avevo detto.» Rispose Christian. «E scommetto che così saranno ancora meglio.» Aggiunse, mettendoci sopra della panna spray.

Mattia ridacchiò, ne prese un po' con il dito e la assaggiò.
«Hai ragione. È proprio buona.» E ne spalmò una generosa quantita sulle labbra del moro, pulendole successivamente con la lingua.

Christian lo baciò e «Piccolo diavolo» disse, sorridendo.

I due continuarono a mangiare tra le risate e i baci, finché per il biondo non fu ora di tornare a casa.

«Scrivimi quando sei arrivato.» Gli disse il moro, per poi lasciargli prima un bacio sulla fronte, e successivamente sulle labbra.

«Lo farò.» Rispose l'altro, ricambiando il bacio.

La metà perduta [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora