Anne Sexton

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"Non importa chi fosse mio padre. Importa ciò che mi ricordo che fosse."

(9 Novembre 1928, Newton, Massachusetts - 4 Ottobre 1974, Weston, Massachusetts)

Anne Gray Harvey, conosciuta come Anne Sexton, non è soltanto amica di un'altra poetessa americana, Sylvia Plath, ma anche una scrittrice e poetessa che ha impresso le proprie emozioni su carta per lottare contro mostri mentali che gli altri hanno voluto ignorare.

Quella, però, non è l'unica battaglia da affrontare: è la più piccola di tre sorelle, i suoi genitori sono alcolisti e pare, secondo i successivi racconti della poetessa dallo psicanalista, che abbiano abusato di lei.

In questo casino buio e terribile, c'è una luce di riferimento, quella della prozia Anne Dingley, che però si spegne presto per via dei suoi squilibri mentali, causa dell'allontanamento dalla nipote.

Questo distacco rimane impresso nella mente di Sexton, così come i suoi disturbi, di cui inizia a soffrire nel 1947 dopo il matrimonio a Boston con Kayo Sexton, sposato per fuggire dalla sua "famiglia".

Anne inizia a soffrire perché pensa che la sua vita sia terminata, dopo essere diventata moglie e madre e aver soddisfatto in questo modo la società retrograda degli anni 50.

Quindi, sentendosi "vittima del 'Sogno americano' della classe media", che voleva le donne relegate a semplici casalinghe, tenta il suicidio due volte ed è portata prima in ospedale, poi da vari psichiatri.

Ma per Anne Sexton la vera cura che la può aiutare è solo la scrittura, a cui inizia ad avvicinarsi dopo la morte dei genitori, e nelle sue poesie non parla soltanto di emozioni piacevoli e soddisfazioni, date dalla ricerca di nuovi amori al di là di suo marito, dalle due figlie avute e dall'amicizia con Sylvia Plath, incontrata a un seminario di poesia del poeta Robert Lowell.

Molti componimenti si concentrano sul suicidio, sulla sua malattia mentale, sulla psicanalisi e sull'oppressione dei ruoli sociali e sono subito apprezzati dal mondo letterario e cantati addirittura da una band rock che accompagna Anne Sexton nei suoi recital pubblici.

Nel 1967 la poetessa arriva anche a vincere il Premio Pulitzer con la raccolta "Live or die" e, da quel momento in poi, la sua vita è in lento declino.

Dopo il divorzio dal marito nel 1973 e il continuo peggioramento della salute mentale, Sexton soffre anche dello stesso problema dei suoi genitori, l'alcolismo, e i suoi lettori la abbandonano, perché le sue ultime poesie, indirizzate a Dio, non sono apprezzate.

Alla Sexton restano due cose da fare: accendere il motore dell'auto e morire soffocata dal monossido di carbonio, dopo aver scritto in quel periodo le ultime raccolte, con titoli che rispecchiano il suo stato d'animo, "The book of folly", "The death notebook" e "The awful rowing toward God".

Nonostante la sua tragica fine, Anne Sexton resta famosa più per le sue poesie audaci che per i suoi problemi mentali, anzi.

Si può dire che è più lucida lei rispetto ad altri poeti uomini chiusi in sé stessi, per il coraggio nello scrivere di tematiche delicate in modo provocatorio, motivo di ispirazione per giovani scrittori.

Si può dire che è più lucida lei rispetto ad altri poeti uomini chiusi in sé stessi, per il coraggio nello scrivere di tematiche delicate in modo provocatorio, motivo di ispirazione per giovani scrittori

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