Non è colpa tua

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(In occasione della giornata internazionale dell'eliminazione della violenza contro le donne)

Finalmente (e purtroppo) s'era conclusa un'altra, pesante giornata.

Infatti Ester ringraziò il Signore di essere ancora viva, ma nello stesso tempo non fu contenta del giorno che era appena trascorso, uguale a tutti gli altri.

Ogni giornata ripeteva le stesse azioni e abitudini: si svegliava sempre poco prima delle cinque, preparava la colazione con toast e biscotti, rifaceva i letti, spazzava per terra, curava le piante, cucinava il pranzo, stirava le camicie, toglieva la polvere da ogni mobile e soprammobile, preparava la cena e andava a letto presto, intorno alle dieci e mezza.

Inizialmente Ester pensava che questa era la normale routine di ogni ragazza prossima al matrimonio. Poi però aveva cominciato a convincersi che nessuna sua amica, prima di sposarsi, si era dedicata solo alla casa, anzi. Continuavano a lavorare, qualche volta uscivano e alla fine festeggiavano con un bell'addio al nubilato.
Quello che lei non aveva potuto avere.

Inoltre sempre e solo dopo si era accorta che tutte quelle azioni che ripeteva costantemente non erano mai compiute per sé stessa e per il suo benessere: nella nuova "casa" in cui viveva da qualche mese, la priorità ce l'aveva qualcun altro.

Ester non aveva mai voluto ammettere ciò e rassegnarsi a quella scomoda verità. In fondo credeva che col passare del tempo l'amore e la convivenza l'avrebbero migliorato e lei si sarebbe sentita una regina felice e coccolata accanto al suo re.

Invece Sergio, quello che sarebbe diventato presto suo "marito", stronzo era e stronzo restava.

Quando si erano conosciuti, a una cena con degli amici di università, Ester aveva già compreso il carattere un po' timido e scontroso di Sergio, che parlava e andava d'accordo difficilmente con gli altri. Il ragazzo, però, si era comportato diversamente e in un modo appena più aperto con lei, chiedendole cosa le piacesse e se avesse potuto vederla altre volte.

Ester era contenta di vederlo più calmo e rilassato e si rincontrò spesso con lui, fino a che si fidanzarono e, dopo l'università, andarono a convivere.

Alla fine, quell'incontro si era rivelato un po' un'illusione, dato che Sergio era ancora piuttosto arrogante e chiuso in sé stesso nel periodo in cui si incontravano, ma, una volta entrato nella nuova casa, era diventato peggio di prima.

In una sola settimana, Ester aveva ricevuto vari nomignoli negativi ed era "deprimente" se sbuffava per il peso degli scatoloni portati in salotto, "stupida" se si scottava accendendo dei fornelli e "una suora di clausura" se non si truccava tanto. Poi tutto diventò ancora più pesante e doloroso, quando quelle parole vennero sostituite da altre come "sgualdrina", "puttana", "escort" e "troia".

Sergio aveva sempre la premura di spararle almeno dieci insulti al giorno, in modo da diminuire maggiormente la sua autostima, ma dopo un mese (e una sera in cui Ester uscì per due ore con le sue amiche, rincasando a mezzanotte) decise che le parole non bastavano più e bisognava arrivare alle maniere forti.

Da quel momento, le arrivavano sempre un paio di schiaffi se si fermava troppo a parlare con qualcuno (anche con l'anziano vicino di sotto), era presa per i capelli quando non aveva sistemato bene le lenzuola e le arrivava una padella in testa se il ragù non era buono.

Altro che regina, come prima si immaginava: Sergio la trattava come l'ultima delle sue schiave.

Ormai le giornate si assomigliavano anche per le sue troppe, atroci violenze ed era diventato impossibile avere una vita normale, trovare un lavoro, parlare con un amico o affetto caro o addirittura comprare qualcosa per sé stessi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 25, 2022 ⏰

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