Christine de Pizan

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"Una donna con una mente è adatta a qualsiasi compito."

"Non tutti gli uomini (e soprattutto i più saggi) condividono l’opinione che sia un male per le donne essere istruite. Ma è verissimo che molti uomini sciocchi hanno affermato questo perché non gli piaceva che le donne sapessero più di loro."

(11 Settembre 1365 circa, Venezia, Italia - 1430 circa, Monastero di Poissy, Francia)

Nonostante a scuola sia stato sempre definito un periodo difficile, pieno di guerre e d'ignoranza, il medioevo non è stato tutto buio e breve: è grazie a qualche intellettuale dalla mente aperta, ancora prima della nostra, se lo si trova ancora sui libri.

Peccato che non accada la stessa cosa con chi l'ha illuminato attraverso lo Studio (quello fatto bene, non seguendo l' "ipse dixit").

Tra questi sapienti c'è anche il nome di Christine de Pizan (o Cristina da Pizzano), nata a Venezia e cresciuta col padre Tommaso di Benvenuto, un astrologo che possiede delle terre a Pizzano e qualche anno dopo si stabilisce alla corte di re Carlo V a Parigi.

Anche Christine ha accesso ai luoghi illustri di quel posto interessante, come la Biblioteca Reale del Louvre, e rimane affascinata dalla passione del re per il sapere, però la madre preferisce che, come ogni giovane della sua età, si dedichi ad ago e filo, a mettere su famiglia e ad altre faccende ritenute "femminili".

Dapprima la ragazza ubbidisce a ciò che la mentalità chiusa della società medievale pretende da lei, fino a quando nel 1390 suo marito Étienne de Castel, notaio di corte, che ha amato fino alla (sua) fine, muore improvvisamente, lasciandola con tre figlie.

Qualunque altra donna in quel periodo avrebbe potuto disperarsi fino al suicidio o mendicare e prostituirsi per guadagnare pochi spiccioli. Invece Christine de Pizan decide di percorrere un'altra strada: butta via ago e filo, prende carta e penna e "diventa uomo".

Grazie al suo amore per lo studio e per la scrittura e ai lavori per vari sovrani europei, Christine diventa la prima scrittrice di professione e la prima storica laica (con quattro secoli d'anticipo rispetto a Madame de Stael), ma le piace anche comporre sonetti d'amore, dedicati soprattutto a suo marito e raccolti ne "Il Libro delle cento ballate", che la rende molto famosa, non solo in Francia.

Qualche anno dopo, Christine de Pizan regala alla regina Isabella di Baviera un'opera con chiari riferimenti al femminismo, ancora prima della sua esistenza, "La Città delle Dame", nata come critica nei confronti di Giovanni Boccaccio e Jean de Meun, misogini convinti che non poteva sopportare.

In quel libro sono ricordate storie di donne diverse tra di loro, ribelli, sante, condannate a matrimoni combinati o suicide dopo uno stupro, ma tutte sottovalutate e disprezzate dagli uomini, che hanno paura della loro intelligenza e delle loro qualità.

Attraverso il viaggio compiuto da Ragione, Rettitudine e Giustizia, Minerva, Didone, Giuditta, Saffo, Medea, Lucrezia intendono comunicare alle donne che non devono aver paura di dimostrare la loro nobiltà d'animo e il loro coraggio, bensì saper lasciare il sogno e fare capire che sono all'altezza di un uomo in ogni circostanza.

Christine diventa un punto di riferimento fondamentale per ogni donna, ma la vecchiaia incombe e insieme a essa tante difficoltà che la Francia è costretta ad affrontare, tra cui la Peste Nera e la Guerra dei Cent'anni.

La scrittrice si ritira nel monastero di Poissy, però ciò non pone fine ancora alla carriera e il suo ultimo lavoro è ispirato a un'altra donna giovane ma valorosa, Giovanna d'Arco. Infatti l'opera si chiama proprio "Dettato dedicato a Giovanna d'Arco ed è la prima ad essere stata scritta prima della morte della Santa.

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