Parte 33

437 17 0
                                    

il giorno dopo mi svegliai molto tardi e il mio ragazzo, Tom, era ancora abbracciato a me. Con i ciuffi mossi appiccicati alla fronte e solo dopo mi accorsi che stava praticamente facendo la sauna. Era molto sudato, specialmente dietro il collo e sulla fronte

mi ricordai di ieri, quanto era bollente in fronte

mi staccai lentamente da lui, senza svegliarlo. Mi alzai a fatica. Aprii il terzo cassetto del comodino e presi il termometro

mi posizionai davanti a lui, alzai piano il suo braccio e una volta acceso il termometro, lo misi sull'ascella

sospirai.

aspettai sette minuti poi lo afferrai. Sgranai gli occhi preoccupata

39.7

<<Merlino... povero amore>>

gli diedi una carezza sullo zigomo e gli posai un piccolo bacio umido sulle sue labbra

scostai indietro i suoi capelli attaccati alla fronte sudata pettinandoli. Corsi in bagno e presi un panno, lo bagnai abbastanza e tornai di nuovo da lui. Lo posai sulla sua fronte e mi stesi accanto a lui rimanendo a fissarlo

dopo una mezz'ora circa iniziò a mugugnare e a muoversi

<<piccolo...>>

gli accarezzai dolcemente il braccio,
molto probabilmente starà facendo un brutto sogno. Si dimenó mentre continuava a borbottare, ma non riuscì a capire cosa stesse dicendo.
Si alzò di scatto

<<NOO!... >> urlò
<<ei... ei guardami>>

mi avvicinai di fretta a lui prendendo il suo viso tra le mie mani. Mi abbracció, aveva il respiro fin troppo irregolare e gli occhi pieni di lacrime, appoggiò la testa nell'incavo del mio collo, strofinando il naso contro la mia pelle

singhiozzó

<<sono... così debole... perché?.. >>
sussurrò con voce distrutta

gli diedi un bacio sulla tempia, stringendo delicatamente in un pugno alcuni suoi ricciolini dietro la testa

<<non lo sei affatto Tom>> cercai di consolarlo

<<e... se vuoi parlarne io sono qui apposta>> continuai

alzó la testa asciugandosi le lacrime e prese un respiro profondo per calmarsi <<mio padre...>>

<<oh mio Dio... è stato lui>> spalancai la bocca

annuì

<<è sempre stato lui.. >> parló

<<I-io.. mi dispiace così tanto. Lo so che è pur sempre tuo padre ma scusa se lo dico... è un mostro>>

<<tranquilla... io la penso come te>>

lo strinsi forte al mio corpo

<<piccolo... vuoi farmi vedere le cicatrici?>>

<<si>> mi sorrise

era così bello, aveva ancora le lacrime agli occhi, ma il suo sorriso era la cosa più meravigliosa che avessi mai visto

si sdraió sul letto a pancia in giù dolorante, mi avvicinai e gli tolsi piano piano la maglietta. I miei occhi divennero lucidi alla vista di tutti quei tagli incisi sulla sua pelle olivastra

le accarezzai con cura, poi mi avvicinai di più e iniziai a baciarle, erano tante ma le baciai tutte, una alla volta

lo vidi guardarmi con la punta dell'occhio e sorridere

cosa che provocò anche a me un sorriso

ahh mi farà impazzire

afferrai la bacchetta e feci il solito incantesimo curativo dell'altra volta, è l'unico che guarisce cicatrici, ferite o lacerazioni; l'avevo letto da quel che ricordo in un libro che si trovava nel reparto proibito. Non chiedetemi come ci sia finita lì, perché non saprei nemmeno io, ma è successo un po' di tempo fa e per fortuna me lo ricordo sempre

<<ecco fatto.. >>

Tom si rigiró verso di me e poggió il palmo della mano sulla mia guancia, la accarezzó dolcemente

mi guardò le labbra e poi negli occhi, scrutava ogni centimetro del mio viso, ammetto di essermi sentita per un momento in imbarazzo... ma amavo il modo in cui mi osservava

gli sorrisi

<<e invece tua madre? Vuoi parlarmi un po' di lei? >>

lo vidi fissare il vuoto e sorridere tristemente

<<m-mia madre è morta quando ero ancora un bambino>> si soffermó

<<I-io scusa mi dispiace... non volevo rammentarlo. Non pensavo che fosse m-morta >>

alzò lo sguardo e mi prese le mani

<<sta tranquilla, non è colpa tua>>
sentii che stava accarezzando con il pollice il dorso delle mie mani

prese un respiro e continuó

<<è morta quando avevo sette anni, quindi mi ricordo di lei. È morta di una strana malattia, non ho mai saputo di quale precisamente ;ma mio padre disse che era tutta colpa mia, che ero io l'artefice della sua morte. Iniziò ad odiarmi da quel momento, sempre di più. Ovviamente provai più volte a spiegargli ma non mi credette>>

rimasi lì a osservarlo ascoltandolo

<<l-lei era bellissima; la donna più bella che abbia mai conosciuto era proprio mia madre. Aveva i capelli mori e ondulati e gli occhi... >>

mi guardò

<<... aveva gli occhi azzurri come te, identici>>

sorrisi e mi scese una lacrima, che lui asciugò e subito dopo ricambió il sorriso

<<ecco cosa mi ricordavano>> sussurró fissando i miei occhi

<<assomigli a mia madre...>>
continuó mentre gli scesero delle lacrime

<<I-io... non so cosa dire>>

lo abbracciai forte

<<non sei obbligata a dire niente... amore>>
disse lui sorridendo tra le lacrime

annuii

<<solo... mi dispiace... ma sono felice di assomigliare a lei>>

ci sorridemmo

si avvicinò a me e mi lasciò un dolce bacio sulle labbra

Persuasive || Tom Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora