Capitolo 2

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Capitolo 2

Giusy ha spento ogni passione
e la gente ha spento lei
E si ricorda quando un tempo
Era più bello stare qua

La notte precedente fu una tortura. Louis non chiuse occhio. Pensò alla sua infanzia, alla sua famiglia, al suo disturbo e a ciò che aveva causato. O meglio, a ciò che gli aveva fatto fare.
Si guardava le mani e tremavano, allora conficcava le unghia nella pelle e stringeva, finché non si rilassava e sospirava di piacere.
Gli piaceva farsi male, in un certo modo teneva a bada quella bestia che viveva in lui.
A volte la immaginava come un grande lupo, che ringhiava e ululava per tenerlo sveglio.
Altre volte era un orso, che gli dilaniava la pelle con gli artigli lunghi e appuntiti.
Altre volte era una iena. Questa era la più presente, sostanzialmente non faceva altro che ridere della sua vita. La rendeva ridicola, e Louis si sentiva piccolo, inutile, futile.
Una cosa che non si sarebbe aspettato, però, era che all'alba entrasse il suo psico-terapeuta.
Quando entrò, Louis si girò verso il muro, nascondendo il viso da Harry.
-Louis- disse piano, ma il liscio chiuse gli occhi -Louis, so che sei sveglio- gli poggiò una mano sulla spalla e il paziente sobbalzò, stringendosi ancora di più in sé -Vieni con me. Ti porto a fare una passeggiata- ma Louis non si mosse, serrò semplicemente le labbra.
-Dai, andiamo- ma il liscio affondò la testa nel cuscino -Avanti, Lou. Voglio farti vedere una cosa- gli mise una mano sulla guancia e Louis gliela strinse. Non era una stretta affettuosa, però. Era come se volesse fermarlo.
-No- sussurrò, iniziando a tremare -Non voglio- Harry ritirò la mano, notando i segni delle dita di Louis sul dorso.
-Hai sonno?- ma l'altro non rispose.
-Vuoi che me ne vada via?- e fu allora che Louis si voltò. Osservò il viso di Harry e lesse nei suoi occhi qualcosa che nessuno gli aveva mai offerto. Non lo vedeva solamente come un paziente, perché i suoi occhi erano gentili, dolci, lo guardavano e Louis pregava che continuasse a farlo, perché a differenza di tutti, Harry lo vedeva normale.

-Louis?- lo richiamò, e gli occhi del paziente finirono sulle sue labbra. Le osservava e sperava ripetesse il suo nome.
Chiedimelo di nuovo pensava
Ti dirò di rimanere
Ma Harry non colse quel pensiero, perché scosse piano la testa e gli voltò le spalle.
-Ti aspetto a pranzo in mensa- Louis osservava la figura snella allontanarsi, ma non riusciva a parlare. Voleva chiamarlo, sembrava così semplice farlo, ma la sua lingua non voleva articolare alcuna parola.
Sta andando via gli diceva la sua testa.
Lascialo andare. Fanno tutti così allora strinse le braccia al petto e chiuse gli occhi quando la porta si chiuse con un tonfo leggero.
-Harry- sussurrò quando uscì -Non andartene. Ho paura di rimanere solo- ma lo era già. Lo era sempre stato.

Si alzò dal letto con le punte dei piedi, era una cosa che faceva da bambino e continuava a farlo tutt'ora. Continuò a camminare in punta di piedi, si sedette sulla finestra e guardò oltre le sbarre. Allungò il braccio per prendere la chitarra.
Iniziò suonare:

-Cashin' your weekend treasures
For a suit and tie, a second wife
Now I'm notsayingthat you could'vedone better (Better, better)
Just remember thatI, I've seen that fire alight- intonò piano, facendo in modo che nessuno potesse sentirlo. La musica era un suo segreto, una sua passione, amava suonare, ma sperava che qualcuno fosse in grado di capirlo.
-Tell me, do you
Tell me, do you still remember feeling young?
Tell me the truth
Tell me, do you still remember feeling young
And strong enough to get it wrong
In front of all these peop...- venne interrotto dal cigolio della porta che si apriva lentamente. Vide i ricci fare capolino nella sua camera, e strinse la chitarra tra le dita quando vide Harry entrare.
-Cosa ci fai qui?- aveva un tono seccato. Odiava essere interrotto.
Harry entrò, si sedette ai piedi del petto, le gambe larghe e i gomiti sulle ginocchia, unì le mani e sospirò.
-Pensavo fossi stanco- disse, sorvolando sul perché fosse lì.
Louis scosse piano la testa, abbassando lo sguardo verso la chitarra e aspettando di essere di nuovo solo per ricominciare.
-Quando hai imparato?- lo sguardo di Louis si spostò di lato, evitando volontariamente quello di Harry.
-Da piccolo- ma non era in vena di parlare, per questo Harry non continuò. Non voleva pressarlo.

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