Capitolo 9

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Capitolo 9

And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive

10 anni prima

Il tempo passa fluido qui all'orfanotrofio. Nessuno è venuto ad adottarmi, ma siamo a Novembre, ed è il mese delle adozioni. Spero che oggi qualcuno possa portarmi via da qui.
Non lo vedo da non so quanto tempo. Ci evitiamo e ogni volta che ci guardiamo, speriamo che l'altro sparisca, che crepi, che cada per terra e non avesse più la forza di rialzarsi. Ma non perché ci odiamo, ma perché questa vita è peggiore di qualsiasi inferno, quindi la morte è l'unica via d'uscita da questo casino.

Oggi l'ho visto vestito così bene, una camicia azzurra e dei pantaloni neri. Sembra più grande, ha i lineamenti più scolpiti e i suoi zigomi sono definiti quasi quanto i miei. È più alto di me, ma ha ancora quegli occhioni da cerbiatto che ho sempre amato.
-Scappa- gli ho detto una volta, ma lui mi ha risposto che non l'avrebbe fatto senza di me.
Ora sono pronto a scappare, ma lui? Lui vuole ancora stare con me?

Mi manca. Mi manca toccarlo, baciarlo, sentirlo. Ma mi mancano anche le cose più stupide: la sua risata, lo scrocchiare del suo ginocchio quando lo piega troppo velocemente, i suoi morso sulla spalla, il suo modo assurdo di spiegarmi il suo affetto e, soprattutto, rubare gli orsetti per darglieli a lui, per poi poggiarli sulla sua lingua e vedere come le sue labbra si chiudevano attorno alle mie dita.

Mentre penso a questo, mi sono venuti a chiamare. È il direttore Stan, questo significava solo una cosa: adozione.
Sono eccitato da morire. Tremo e non riesco nemmeno a parlare.
-C'è una famiglia che vuole vederti- arrivato nel suo ufficio ho sorriso vedendo una donna ed un uomo che allungano una mano per salutarmi.
-Piacere, noi siamo Anna e Trevis Smith- ho accettato
-Sono Louis- mi hanno stretto la mano e hanno iniziato a parlare. Hanno parlato del Canada, loro vivono lì e ci tengono a poter creare una famiglia che, purtroppo, gli era stata impedita.
Anna ha quarant'anni e Trevis ne ha quaranta sei, ma sembrano molto più giovani.
-Tu quanti anni hai?- mi hanno chiesto.
-Tra un mese ne avrò quindici- Anna ha poggiato una mano sulla mia guancia.
-Sembri più grande- mi ha accarezzato e io ho nascosto la testa tra le spalle.

Non era un complimento per me. Io volevo restare bambino.

Dopo pochi minuti sono uscito, e dietro la porta c'era lui.
-Ciao- mi ha detto, dandomi una pacca sulla spalla. Ho sperato che quell'incontro non l'avesse influenzato, ma quando il direttore è venuto a prendermi, ho capito che lui avesse fatto qualcosa di sbagliato. L'ho capito perché sono io quello che è stato scelto.
-Louis, i Smith desidererebbero averti come loro figlio- io li ho guardati entrambi. Anna ha gli occhi lucidi e io non capisco cosa sia successo.

Li ho guardati, poi ho guardato verso la porta, dalla quale era sicuramente uscito lui con un sorriso di trionfo.
-Vuoi venire a casa con noi?- ha chiesto Trevis.
Li ho guardati ancora, poi ho scosso la testa.
Presi per pazzo lui quando non accettò l'adozione per colpa mia; adesso sono io a farlo.
-Non posso- ho solamente detto.
-Non puoi?- ha detto il direttore.
-No- ho sussurrato -Io non sono quello giusto-
-E chi sarebbe giusto?- ha chiesto Anna.
-Il ragazzo di prima- ho fatto un passo indietro.
-Lui è cattivo, Louis- ha detto Anna, ma io ho continuato a indietreggiare, finché non ho trovato la porta e sono corso via.
Devo trovarlo.

Arrivato nella sua camera apro senza troppe paranoie. Ma quello che ho visto non è ciò che mi aspettavo.
Si copriva il braccio con un panno, mentre tenta invano di trattenere il sangue che sgorga da una ferita.
-Ehi- ci sono andato incontro, ho preso il panno tra le mie mani e ho viso la sua maglietta imbrattata di rosso.
-Che hai fatto? Sei pazzo?- poi ho visto i suoi occhi puntare verso la finestra.
-Volevo scappare- ha ammesso.
-Invece di scappare, perché non ti facevi adottare, cazzo!- ho stretto forte la mano tra il panno e ha sibilato dolore.
-Vogliono te- ha sussurrato.
-No, tu hai fatto il coglione e adesso non vogliono prenderti- ho detto -Io avrei preferito te a me-
-E io avrei preferito te a me pure, idiota- e quando alzo gli occhi, i suoi erano già nei miei.
-Dobbiamo uscire da questa situazione, non vedi che ci stiamo ammazzando?- siamo stanchi. I nostri occhi sono così vuoti che spesso non riesco a leggerci nulla nemmeno io.
-Non so come fare, Lou- ha la voce spezzata e quando provo ad aprire bocca, lui mi bacia.

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