La famiglia

272 16 10
                                    

Fuori dalla stanza dei ragazzi c'era un gran trambusto, Anita correva per la casa sistemando gli ultimi preparativi per la partenza. Manuel aveva gli occhi socchiusi ed era ancora mezzo addormentato, sentiva il ticchettio della sveglia che aveva appena cominciato a suonare mentre Simone dormiva ancora come un sasso. Si alzò svogliatamente e iniziò a strattonarlo "Svegliati, Simo. Ci dobbiamo preparare, è tardi." Simone emise un lamento e borbottò qualcosa di incomprensibile "Facciamo che vado prima io a fare la doccia e poi ti faccio alzare, va bene?" Disse Manuel, sapeva che Simone non riusciva ad alzarsi perchè era stato svegliato in piena notte a causa sua, probabilmente una volta sveglio aveva passato la notte in bianco e adesso non riusciva a buttarsi giù dal letto. Era molto emozionato per il suo primo viaggio, era felice perchè lo stava facendo con Simone e non poteva chiedere compagnia migliore ma aveva ancora lo strano presentimento della sera prima nonostante cercasse di ignorarlo. Una volta sistemato tornò in camera e trovò Simone ancora appisolato "Ora ti devi alzare per forza, Simo, mi dispiace." Il ragazzo si alzò, aveva gli occhi gonfi e assonnati, lo sguardo confuso e abbagliato dalla luce del giorno, i capelli spettinati, erano tutti sparati verso l'alto e leggermente inclinati a destra. Raramente Manuel aveva il piacere di assistere a quello spettacolo, Simone era solito alzarsi presto per studiare gli argomenti dell'esame di riparazione ed essere produttivo, odiava passare le mattinate sul letto a poltrire, mentre Manuel si alzava sempre molto tardi. "Buongiorno." Disse con la voce profonda reduce della nottata, Manuel pensò che forse avrebbe dovuto iniziare ad alzarsi presto la mattina, soltanto per vedere i suoi capelli impazziti e quel broncio stanco. "Sei più tranquillo?" Chiese Simone ancora un po' stordito. Manuel dimenticò per un attimo a cosa si stesse riferendo, si lasciò entusiasmare dal fatto che il primo pensiero di Simone era stato preoccuparsi per lui "Ao parlo con te!" "Si, si, sto bene. Grazie."

Erano in auto già da qualche ora, la temperatura dell'auto si era fatta veramente molto fredda grazie all'aria condizionata, Simone stava accovacciato a leggere un fumetto mentre Manuel ascoltava la musica a tutto volume con le cuffiette e stava attaccato al finestrino osservando la strada che sembrava scorrere velocissima, le colline piene di erba e tutte le altre auto, era eccitato perchè avrebbe preso il traghetto per la prima volta e non vedeva l'ora. Si girò per vedere cosa facesse Simone, vide che il suo viso si era fatto pallido e aveva iniziato a sudare "Tutto bene, Simo?" "Forse non avrei dovuto leggere in macchina per tutto questo tempo..." "Eh ma sarai stupido comunque. Professò accosta! Simone si sente male." Quando Dante fermò l'auto Simone corse immediatamente fuori e Manuel lo seguì, gli alzava i capelli dalla fronte per evitare che si sporcassero "Hai finito? Tutto bene ora?" "Si, grazie Manu. Scusami." Quando tornarono in macchina Dante e Manuel passarono buona parte del viaggio a prendere in giro Simone per quanto era successo, per Manuel Dante era come un padre, avevano tantissime cose in comune e gli piaceva il modo in cui trattava Anita, era la prima volta che trovava qualcuno che sapesse come comportarsi, qualcuno che la amasse e che andasse bene a Manuel. Era felice di quella specie di famiglia che si era creata, non aveva mai avuto un padre prima di allora, quello vero non lo aveva mai conosciuto e Anita non osava nominarlo, immaginava che li avesse abbandonati quando Anita era rimasta incinta e che non fosse una bella persona, un irresponsabile, un traditore. Al contrario di Manuel, Simone non andava ancora molto d'accordo con Dante, lo aveva perdonato per molte cose ma non riusciva ad accettare ancora il suo modo di comportarsi e non sopportava il fatto che si comportasse più da padre con Manuel che con lui, in poco tempo avevano costruito un bellissimo rapporto, qualcosa che in diciassette anni di vita non era riuscito a costruire con il suo vero  figlio, odiava questa loro sintonia.

Simone lanciò un'occhiata a Manuel, aveva la bocca leggermente ricurva verso il basso, gli occhi che erano un mix tra il dispiaciuto e l'arrabbiato, Manuel lo notò "Dai basta adesso, professò. Non è più divertente." Simone sbuffò, Manuel lo guardò sorridendo "Scusa." Sussurrò, poi gli diede un'auricolare, Simone si avvicinò a lui prendendola, appoggiò la testa sulla spalla di Manuel e le gambe nel posto accanto a se. Reduce di una nottataccia chiuse gli occhi e si addormentò sulla spalla del compagno, con la musica ancora nell'orecchio. Manuel si accorse che Simone stava dormendo, gli tolse la cuffia e rimase un po' a guardarlo, lo trovava pure più bello del panorama fuori dal finestrino, il suo viso addormentato valeva più di mille viaggi.

Sempre al tuo fianco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora