La notte dei desideri

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"Buongiorno, Manu. Tanti auguri!" Disse Simone strattonandolo mentre dormiva ancora. Manuel si lamentò "È la vendetta per l'altra volta. Complimenti, Manu! Sai che adesso ti costringerò a prendere la macchina e a scarrozzarmi ovunque, vero?" Manuel gli tirò un pugno affettuoso sul braccio e poi si alzò. Entrambi uscirono dalla stanza per andare a fare colazione, l'aria tra Simone e suo padre era molto tesa, Simone cercava di stare tra i piedi mentre si preparavano per uscire, sperando che Dante cambiasse idea e lo facesse andare con loro. Sicuramente, anche se non lo avessero portato con loro, sarebbe uscito comunque, non aveva intenzione di dare soddisfazione a suo padre passando la giornata a poltrire in casa. Mentre erano in camera Manuel si specchiava, si guardava più e più volte con il costume addosso, sembrava incerto "Forse è meglio se non tolgo la maglietta." Disse a Simone chiedendo un parere "Perché?" "Non lo so...Oggi ci sarà anche mio padre, non vorrei che vedesse quanto sono magro, non so cosa potrebbe pensare dei miei tatuaggi." "Non ti deve importare di quello che pensa, chiaro? È tuo padre ed è suo dovere accettarti così come sei. E comunque, se vuoi un parere personale, non penso che tu sia troppo magro e penso che quei tatuaggi siano fantastici. Sembrano fatti apposta per te, urlano 'Manuel'." Manuel si diede un'altra occhiata veloce "Davvero pensi questo?" "Certo!" esclamò orgoglioso, orgoglioso di ciò che era Manuel. Per lui era perfetto così, era il più bel ragazzo che avesse mai incontrato e nessuno al mondo doveva permettersi di dire anche una sola parola contro di lui. Nel volto di Manuel si stampò un sorriso smagliante, scomparve ogni segno di preoccupazione e insicurezza, a Simone i suoi tatuaggi andavano bene, tutto il resto non importava. "Sicuro che non vuoi che resti? Non voglio che tu stia da solo tutto il giorno." "Ti ho detto che voglio che tu vada. Io starò bene, mi divertirò, non pensare a me, goditi la giornata." Manuel gli diede una pacca sulla spalla e uscì frettolosamente fuori dalla stanza.

Simone aveva già pensato a cosa fare una volta da solo, sarebbe uscito a comprare un regalo a Manuel, gli avrebbe fatto una sorpresa. Il paese in cui erano andati per le vacanze era molto carino, era pieno di piccoli negozi e botteghe che vendevano cianfrusaglie, Simone si infilò in uno di questi. Aprendo la porta sentì un simpatico suono di campanelline che attirò l'attenzione del commesso all'interno del negozio, era un ragazzo molto abbronzato, capelli neri, occhi scuri, sembrava avere la stessa età di Simone "Serve aiuto?" Disse con tono gentile "Si, devo fare un regalo di compleanno ma non so esattamente che regalo fare." "Dipende dal festeggiato, è un ragazzo? Una ragazza? Grande? Piccolo? Devi essere più specifico altrimenti come faccio ad aiutarti?" "Ehm è un ragazzo, ha compiuto diciotto anni." "Iniziamo a ragionare. Quanto hai intenzione di spendere?" "Ecco..Io non ho molto qui con me..." Il commesso arricciò il naso con lo sguardo pensieroso, sembrava aver preso sul personale la questione del regalo "Sei un tipo difficile, sai? Dimmi. Quanto conta per te questo ragazzo. Gli fai un regalo perchè devi o perchè vuoi sorprenderlo?" "Ci tengo molto, vorrei sorprenderlo." Il ragazzo bizzarro annuì "Ascolta, mi stai molto simpatico quindi ti farò uno sconto. Se ci tieni così tanto, come ho capito, ho il regalo che fa al caso tuo." Da uno scaffale dietro il bancone prese una scatola di legno, la aprì e tirò fuori due braccialetti di cuoio "Ci incido sopra i vostri nomi. Ovviamente tu gli dai quello col tuo nome e tieni quello col suo, ti piace?" "Si! Credo sia un'idea fantastica!" "Devi dirmi il tuo nome, però." "Simone, piacere. Il ragazzo si chiama Manuel." "Ti faccio un'ultima domanda, se posso. Questo Manuel è il tuo ragazzo? Il tuo innamorato? Per questo ci tieni così tanto?" Simone alzò le sopracciglia, lo aveva colto alla sprovvista "Oh no!" Disse "Lui è...Una specie di fratello, tutto qui." Era meglio per lui che fosse soltanto quello, per smettere di soffrire, per andare avanti "Visto che è una specie di fratello non si offende nessuno se io ti invito a passare una giornata al mare con me." "Non so neanche il tuo nome!" Esclamò Simone ridendo "Federico. Adesso che lo sai e che ci conosciamo verresti al mare con me?" "Non sono un tipo da mare, mi vedi? Sono una specie di vampiro, mi brucerei." "Non si viene in Sicilia senza passare dal mare." Disse. Simone era molto incuriosito da Federico, quel suo fare esuberante e le sue mille domande lo intrigavano molto, lo affascinava molto il fatto che fosse riuscito a capire con poche informazioni quanto tenesse a Manuel. "Ti do venti minuti, il tempo di incidere i vostri nomi sui bracciali, per mettere il costume e farti trovare qui davanti." "Allora la mia risposta la scoprirai tra venti minuti, ok?"

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