Invisibile

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Quando Manuel e Simone arrivarono, gli adulti li stavano aspettando già da un po', la tavola era tutta apparecchiata e il pranzo era quasi pronto. Dante era seduto a capotavola, il posto di Anita era vuoto perché era andata in cucina, di fronte al suo posto c'era Franco che teneva un posto riservato per suo figlio. "C'è anche lui." Disse Simone all'orecchio di Manuel prima di sedersi, Manuel si stirò la maglietta come se servisse a sembrare più sistemato "Finalmente siete arrivati." Disse Dante "Vi siete divertiti?" Simone decise di prendere la parola "Si, è stato molto divertente. C'era anche un ragazzo, uno che ho conosciuto l'altro giorno per comprare il regalo a Manuel, è molto simpatico, abbiamo passato la giornata con lui. È anche molto bello ma per qualche motivo a Manuel non va a genio. Penso di piacergli, ci ha chiaramente provato con me, vero Manu?" Simone non parlava mai così tanto davanti agli adulti, ma era contento che Dante gli avesse chiesto come fosse andata la giornata e voleva renderlo partecipe. Franco lo interruppe "Aspetta aspetta, a te non dispiace che questo ragazzo ci stia provando con te?" "No, affatto. Anche lui mi piace, è molto carino." Simone non sentiva più il bisogno di nascondersi una volta che i suoi genitori e sua nonna avevano saputo che era gay e lo avevano amorevolmente accettato "È un peccato che un ragazzo bello e forte come te sia gay. Oggi il mondo sta andando letteralmente a rotoli, chissà dove andremo a finire." "Ma-." "Sei giovane, sono sicuro che cambierai idea." Simone non riusciva a parlare, ci era rimasto male per quanto aveva detto Franco ma pensò che fosse solo un povero stupido e non bisognava dargli retta.

Manuel, invece, si sentì particolarmente ferito dal suo commento, non era riferito direttamente a lui ma dentro se provava dei sentimenti per un ragazzo e adesso temeva anche un giudizio negativo a riguardo da parte di suo padre. "Perché hai un bracciale con la scritta 'Simone', Manuel?" "È il mio regalo di compleanno da parte sua, lui ha quello con il mio nome. È una bella idea, è stato proprio Federico a suggerirglielo." "Ah ecco, lo ha suggerito quel tipo. È una cosa da gay, Manuel, ti consiglio di toglierlo, chissà cosa potrebbe pensare  la gente se lo vedesse. Tu non sei gay, vero?" "No, certo che no!" Esclamò con un tono schifato, alzò lo sguardo e vide la faccia di Simone, era deluso, arrabbiato. A salvarli da quella spiacevole conversazione fu Anita che portò il cibo in tavola "Aspettate prima di mangiare. La nonna voleva che la chiamassimo per il pranzo, le manchiamo molto." Disse Dante.

La nonna era cordiale come al solito, Simone si sentiva bene quando parlava con lei, la reputava una personalità stupenda e si sentiva sempre tranquillo con lei, lo difendeva, gli voleva bene e in quel momento aveva tanto bisogno di lei, era stato praticamente insultato dal padre del suo amico e nessuno si era disturbato a difenderlo o a cercare di zittire Franco. Lo avevano ignorato tutti, avevano lasciato che si ferisse senza battere ciglio, come se la sua vita non contasse, come se non lo vedessero. Gli avevano dato qualche attenzione soltanto per un breve periodo dopo l'incidente ma era tornato ad essere invisibile per tutti quanti. "Che bello!" Esclamò Dante "Adesso con la nonna siamo tutta la famiglia al completo." Simone esitò un attimo mentre tutti confermavano l'affermazione di Dante "Manca la mamma. Non siamo al completo, manca la mamma." "Ma Anita è qui." Disse Dante confuso "Mi riferisco alla mia mamma! A Floriana! Alla tua ex moglie, la madre di tuo figlio, non te la ricordi papà?" "Ah si, certo. Beh mamma sarà impegnata, lo sai che ha un'altra famiglia adesso." Simone annuì, non parlò per il resto del pranzo e quando finì di mangiare tornò in camera senza dire una parola, tutti gli altri invece erano rimasti a tavola a ridere e scherzare, anche Manuel sembrava molto coinvolto, cercava in tutti i modi di impressionare suo padre e Simone non voleva disturbare con i suoi soliti problemi mentre Manuel era felice.

Si mise seduto per terra con la schiena appoggiata al letto, prese il cellulare e chiamò Floriana con una videochiamata "Ciao, mamma. Come va?" "Amore, sono contenta che mi hai chiamata, va tutto bene qui. Tu come stai? Ti stai divertendo?" "Si, tutto ok." "Che cos'è quella faccia, amore? Sicuro vada tutto bene?" "Si, mamma sono solo un po' stanco. E poi mi mancavi e volevo sentirti, tutto qui." "Anche tu mi manchi tanto. Quando è che vieni qui in Scozia a conoscere Colin?" Simone scrollò le spalle "Tutto bene con papà?" "Dipende cosa intendi con bene. Diciamo che potrebbe andare peggio." "Sii gentile con lui, Simone. È comunque tuo padre." "Ma io sono gentile Mamma! Il fatto è che-." Simone fu interrotto da Manuel che entrò timidamente nella stanza "Scusa, mamma. Devo andare adesso, c'è Manuel." "Ciao, tesoro. Ti mando un bacio, ti voglio bene." "Anche io ti voglio bene, mamma." Mandò un bacio allo schermo e riattaccò.

"Ciao! Stavo pensando di andare da Federico al negozio comunque." Disse girandosi verso Manuel "Oh mio Dio per favore no!" "Ma dai, cosa hai contro quel povero ragazzo. Non ti ha fatto nulla, al momento è l'unica cosa positiva di questa vacanza. E poi è quello che ha avuto la fantastica idea dei braccialetti." "A proposito...Forse dovremmo scambiarceli, tenere ognuno il proprio nome." "Ma no! Si perde l'idea del regalo. È per tuo padre?" "Beh si, non voglio che pensi certe cose di me." "Non vuoi che pensi che tu sia gay? Beh non lo sei quindi non vedo il problema! Se non vuoi quel bracciale per il tuo stupido padre allora restituiscimelo. Per tua informazione io vado fiero di portare 'Manuel' sul polso e non ho intenzione di toglierlo! Tu fai come ti pare, non mi importa, tanto non importa a nessuno di come mi sento io, ti rispetterò comunque, cosa che tu non fai, non mi appoggi mai, stai sempre lì a criticare proprio come Franco."  Manuel si pentì subito di quello che aveva detto e di come si era comportato, andò accanto a Simone e prese la sua faccia tra le mani "No, no, scusami. Neanche io voglio togliere il bracciale, scusami non lo farò. Mi dispiace tanto per quello che ti ha detto mio padre. Mi dispiace scusa, non volevo farti stare male." "Non importa. Non è colpa tua,  tu  hai trovato una famiglia e io mi sento di troppo." "Ma che scherzi? Sei tu la mia famiglia, Simo." Manuel gli prese la mano, non sapeva esattamente cosa stesse facendo ma per qualche motivo non voleva darsi un freno.

Il cuore di Simone sembrò esplodere a quella frase, non riusciva a capire perché Manuel gli dicesse quelle cose se poi non ricambiava il suo amore, si innamorava di più ogni volta che c'era uno di questi momenti e odiava tutto ciò, voleva dimenticarsi di Manuel una volta per tutte non continuare ad amarlo, stargli dietro significava soffrire e non voleva più farlo. Spostò la mano e si alzò in piedi visibilmente turbato "Dai non fare l'arrabbiato. Come posso farmi perdonare?" "Magari evita di fare lo stronzo con Federico. Lui a me piace tanto, voglio mandare avanti questa storia almeno fino a quando non finisce la vacanza." Voleva farlo anche per lasciarsi Manuel alle spalle, per andare avanti e per distrarsi, per avere qualcosa che lo rendesse felice in quel brutto periodo di solitudine. Manuel non sarebbe mai riuscito a comportarsi bene con Federico, lo odiava troppo, era arrivato da un momento all'altro con la pretesa di prendersi il suo Simone. Gli si accese una lampadina nel cervello, pensò che avrebbe potuto fingere di accettare la storia tra Simone e Federico e fare talmente tanto l'amico da non lasciarli soli neanche per un istante, di essere il peggior terzo incomodo di tutti i tempi, fino ad esasperare Federico e spingerlo via dalla vita di Simone. "E va bene. Se questo serve a sollevare il tuo morale lo farò, diventerò amico di Federico."

Manuel si aspettava una reazione diversa da parte di Simone, aveva già immaginato lui che diceva "Faresti questo per me? Oddio! Grazie Manuel!" e lo abbracciava e invece si era limitato a sorridere e dire "Grazie fratello." dandogli una pacca sulla spalla. "Fratello?" Pensava furioso Manuel, stava facendo un enorme sforzo a fraternizzare con il nemico e il ringraziamento era essere chiamato fratello? Non voleva ancora togliersi dalla testa l'idea che Simone fosse ancora cotto di lui, che stesse soltanto fingendo di averlo dimenticato "Simone è solo mio." continuava a ripetersi. Non avrebbe accettato assolutamente che i suoi bei ricci, i suoi occhi da cucciolo e la sua faccia dolce venissero osservati da un altro con il suo stesso sguardo innamorato, che un altro ragazzo stringesse Simone, entrasse dentro di lui e dentro il suo cuore. Prima di capire di essere gay, Simone era stato con Laura, avevano fatto l'amore probabilmente ma non era la stessa cosa , Manuel non avrebbe mai accettato che Simone andasse a letto con qualcuno che non fosse lui. Capì che il suo piano era dannatamente geniale, si immaginava già la faccia stufa di Federico, il musetto triste di Simone deluso e lui lì a consolarlo, a fargli capire che non c'era persona migliore all'infuori di lui e che era l'unico ragazzo che lo amasse veramente, gli sarebbe stato accanto fino a riconquistarlo anche se sapeva già di essere ancora nel cuore di Simone.

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