Era da tutto il giorno che Piper tentava di interagire con il biondino di Serpeverde, invano. Non lo aveva dato molto a vedere, ma si era ripromessa di restituirgli la spilla che aveva raccolto a Diagon Alley non appena lo avesse rivisto a Hogwarts. Peccato che fosse più sfuggente della sua sorellastra Drew quando si trattava di fare i turni per le pulizie.
Quella mattina del primo giorno aveva condiviso ben due lezioni con il ragazzo: Difesa Contro le Arti Oscure – ovvero una sorta di educazione civica dei cattivi per sopprimerli al meglio – e Pozioni, una materia che la figlia di Afrodite aveva già iniziato a odiare. Quest'ultima era insegnata da un mago grassoccio con degli strani baffi da tricheco, ma non era stato certo il professore a farle detestare tutti quei calderoni dagli odori nauseabondi e fumi variopinti, quegli ingredienti insoliti che se non dosati correttamente ti esplodono in faccia e quell'insopportabile gruppetto di Serpeverde che non perdeva un'occasione per schernire i Grifoni.
E anche se alla fine il professor Lumacorno aveva minimizzato in modo gioviale il completo fallimento di Piper e di Jason nel realizzare un cosiddetto Distillato di Morte, dicendo che si trattava di una pozione difficilissima da realizzare anche per maghi adulti, la strana sostanza corrosiva che aveva imbrattato senza pietà le divise dei due semidei non era stata di gran consolazione. Come se non bastasse, presa com'era dal non essere uccisa da quell'intruglio, non era neanche riuscita ad avvicinarsi al biondino dagli occhi chiari per rendergli la spilletta argentata.
Per questo, dopo aver spiegato brevemente la situazione al suo fidanzato, durante la cena si era decisa ad alzarsi per sbarazzarsi di quella cosa una volta per tutte.
Senza accorgersene – a furia di tentare di avvicinarlo, supponeva – Piper aveva notato diversi comportamenti curiosi in quel Malfoy; anche se, più che comportamenti, lei li avrebbe definiti tic nervosi: trovava quasi curioso il modo in cui lui passava dal ridere insieme ai suoi compagni in tono di scherno a guardarsi preoccupato alle spalle, osservare di soppiatto le finestre, giocherellare assorto con le maniche della divisa. Non pareva a suo agio, ecco tutto. E pareva che desiderasse a tutti i costi nasconderlo, perché quei momenti d'incertezza duravano poco più di qualche secondo, prima che lui tornasse a discorrere in modo normale con i suoi amici.
Cosa si provasse a dover nascondere qualcosa Piper lo sapeva bene, e per questo era abbastanza certa che Draco Malfoy lo stesse facendo fin dal primo giorno. Ma, pensava, non erano faccende che la riguardavano; l'unico dovere nei suoi confronti era restituire una cosa che non le apparteneva.
Con questi pensieri camminava spedita verso il lungo tavolo verde e argento, la spilletta stretta in un pugno e la testa alta. Esitare, si disse, era fuori discussione.
Arrivata finalmente dinnanzi al mago e non curandosi delle occhiate stranite di tutto il gruppetto, la semidea si rivolse a Malfoy: «Scusami, posso parlarti un secondo? Non ci vorrà molto».
Il tempo di finire di formulare la domanda e Piper aveva già compreso che Malfoy, di parlare con lei a quattrocchi, non ne aveva la minima intenzione. Lo capiva dallo sguardo ostile, dall'atteggiamento scontroso e dalle domande cunfuse che gli si leggevano in faccia: non si sarebbe mai alzato.
Con un lieve sospiro, la ragazza abbandonò la prospettiva d'evitare di far notare a tutti i suoi compagni la perdita di un oggetto così importante da parte sua – si diceva che fosse uno studente orgoglioso, e Piper non sapeva se poteva intendere quella sua dimenticanza come oggetto di vergogna, – ma supponeva di non avere molte alternative.
«Fa' nulla. Posso dirti anche qui ciò che volevo» si premurò di aggiungere, iniziando poi a frugare nella tasca della divisa dove aveva riposto il piccolo gioiello. Una volta trovato, rimanendo in silenzio, lo porse al Serpeverde, il quale lo fissò abbastanza sorpreso: era chiaro che non si aspettava di riaverlo in quel modo.
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L'ANIMA NON MUORE ─ crossover hp!hoo
Fanfic❝ « Ora andate, miei Eroi » concluse Ecate. Apollo dedicò loro un sorriso incoraggiante. « Cosa...? Ora?! » Leo, come tutti, era un filino titubante. « Ma... e se moriamo? » « E che ne so! » gli rispose allegramente il dio del Sole. « Le profezie re...