Ginevra POVDopo aver parlato per altre due ore, il sonno ebbe la meglio su di lui. Era strano; da quando era successo io non ne avevo più sentito il bisogno. Dormire era una delle cose che mi mancava di più perchè riuscivo a mettere a tacere tutte quelle voci che non mi davano tregua.
Il futuro che era da sempre stato mio nemico, si era fatto da parte lasciando al passato il compito di deludermi.
Passato.
Quello era ciò a cui mi ero ridotta. Un guscio di persona bloccata tra il passato e il presente, privata dell'unica cosa per cui valesse veramente la pena vivere.
Era la prima volta che lo vedevo dormire veramente da quando ero tornata. Respirava profondamente e gli occhi non si muovevano sotto le palpebre. Se mi concentravo abbastanza, potevi anche a sentire il rumore ed il profumo del suo respiro.
Fumo e Cannella.
Non lo biasimavo per aver fumato, nella sua situazione probabilmente avrei fatto lo stesso. Non mi accorsi di aver iniziato a piangere, o qualcosa di simile. Un'altra cosa a cui avevo fatto caso da quando ero morta.
Era strano persino pensarlo, ma quella era la verità.
Mi rendevo conto di provare le emozioni con un'intensità diversa; spenta, quasi. Di esser denudata di tutto quello che una volta mi rendeva la persona che ero e più ci provavo, più non riuscivo a ricordare cosa mi rendesse felice, se non lui. Forse amavo leggere, o magari guardare quei film di Natale tutti insieme sul divano.
All'improvviso pensai che magari, non ricordare qualcosa di tanto naturale, fosse quello che ci rendeva diversi da loro, dai viventi.
Iniziai a chiedermi se una persona inizia a morire lentamente, senza accorgersene, nel momento in cui si dimentica di ciò che la rendeva felice.
Non avrei permesso che Joe iniziasse a dimenticare che sapore aveva la torta di sua nonna, il profumo di sua madre o i rari abbracci di suo padre. Non avrei permesso che si dimenticasse di vivere.
Lo sentii muovere sul materasso e questo mi riportò con lo sguardo sui suoi capelli scompigliati dal cuscino, i nei sparsi sul volto come se disegnassero una costellazione o sull'orologio che non toglieva mai nemmeno per andare a dormire. Mi avvicinai un po' per guardarlo meglio.
Mi sarei dimenticata anche di lui, una volta dall'altra parte?
Colta da un improvviso coraggio, allungai una mano nella sua direzione, sfiorai alcune ciocche dei suoi capelli color miele e fu come svegliarsi da un sogno, uno di quelli belli che ti rendono felice e malinconica allo stesso tempo per tutto il giorno.
Quando lo vidi rabbrividire per il freddo, sentii qualcosa allo stomaco,una fitta proprio al centro. Presi la coperta e gliela misi addosso con la realizzazione che se fossi stata viva avrebbe fatto molto più male.
•
La mattina seguente si alzò di scatto, passandosi una mano tra i capelli ribelli. Avevo dimenticato quanto fosse bello.
"Avresti dovuto svegliarmi." Mi rimproverò, ma i suoi occhi si addolcirono.
"Eri esausto." risposi stringendomi nelle spalle.
"Ma-" Provò.
"Vestiti e andiamo a casa mia."Non so se fu una mia impressione, ma lo vidi irrigidire e cambiare espressione. Avrei dovuto dirgli che sapevo perfettamente che mia madre aveva messo via ogni cosa che le ricordasse me.
Avrei dovuto dirgli che era tutto apposto e che non doveva sentirsi colpevole per le scelte degli altri. Iniziavo ad esser molto stanca, quindi tenni i miei pensieri per me e lo seguii subito dopo verso le scale.
Si voltò di scatto con un'espressione buffa."Non ti vedranno?" Chiese.
"Sono un fantasma, ricordi?" Lo superai e sentii il suo sguardo passarmi attraverso, talmente intenso da farmi percepire quel brivido provato solo nel mio corpo mortale.Arrivati di fronte a casa mia, mi fermai prima di raggiungere la porta permettendo a Joe di superarmi. I papaveri bianchi erano stati piantati anche quell'anno ed immaginai fosse un'idea di mio fratello. Accanto, un'aiuola piena di margherite gialle. La staccionata dava l'idea di esser stata dipinta da poco e Dio solo sa quanto avrei dato per sentire l'odore della vernice fresca un'ultima volta.
"Gin, va tutto bene."
Furono le parole di Joe a darmi il coraggio di continuare a camminare, il coraggio di non sprecare quelle ultime ore.
Lui era lì, di fronte a me, con il suo immancabile giacchetto di Jeans e la polo a righe.
Lui era lì e non c'era niente che non avrei potuto fare.
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Another Ghost Romance
Short Story"Darei qualsiasi cosa per poterti toccare ancora una volta" Ghost movie Ginevra e Joe sono due liceali molto innamorati in preda ai primi disguidi che il futuro ha in serbo per loro. Tutto va a gonfie vele, ma una sera una brutta lite scoppia tra...