04.

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*Non adatto ai deboli⚠️*

Inizio flashback

Qualche mese prima.

Con le ultime energie che mi erano rimaste, provai a morsicare la mano che mi premeva sulle labbra e graffiai il viso ad uno degli uomini che mi tenevano ferma.

-Ma come graffia questa gatta in calore...-scherzò lui.

-Stai ferma!- mi intimò un altro, dandomi uno schiaffo così potente da farmi sanguinare il labbro.

-Adesso ti facciamo passare la voglia di alzare la cresta. Cosa credi di fare, eh?-

Smisi quasi di respirare. La paura mi aveva mozzato il fiato e intorpidito i sensi.

Poi l'auto si fermò. Poco dopo avvertii dei ringhi feroci, e le mani di quegli uomini cominciarono a stapparmi i vestiti.

Dove mi trovavo? Che cosa stava succedendo? E perché proprio a me?

Mi assalii un profondo senso di disgusto, mentre quelle mani infierivano sul mio corpo. Tremavo, avrei voluto urlare, ma dalla mia bocca non uscii un solo suono.

Riuscii a riprodurre solo gemiti di terrore, mentre mi tenevano ferme le braccia e le gambe.

I miei occhi, seppur bendati, erano sbarrati, spalancati sul buio più assoluto.

Poi fu il nulla totale, come se, all'improvviso, mi avessero strappato anche l'anima.

★★★

La macchina si fermò proprio davanti alla scuola, dove mi avevano prelevata.

La portiera si aprii e fui scaraventata fuori, come un sacco di stracci. Rotolai a terra, davanti all'ingresso. «Grazie per il divertimento!» esclamò uno degli uomini.

-Ci vediamo, bambolina. È stato un piacere prenderci cura di te- fece eco un altro. -Magari un giorno faremo un bis...-

Seguì la risata crudele del resto della brigata, una risata beffarda e maligna.

L'acuto stridio delle gomme mi ferii le orecchie, quando il rombo del motore si allontanò nella notte, perdendosi nel buio.

Provai a muovermi, ma il dolore lacinante che sentivo alle braccia e alle gambe me lo impediva. Riuscii ad alzare solo la testa, ma continuai a vedere tutto buio intorno a me.

Con le mani che mi tremavano, mi toccai l'occhio tumefatto, ormai libero dalla benda. Mi sembrava di sentire ancora quelle risate eccheggiare nell'aria.

-Aiuto...- mormorai con la voce spezzata, mentre delle lacrime scesero copiose sul mio viso.

Erano lacrime di dolore e di rabbia, lacrime di desolazione e smarrimento.

Scendevano senza sosta, senza nemmeno darmi il tempo di pensare.

Il mio corpo era scosso dai singhiozzi

Non era stata solo la violenza subita, ma anche il terrore, il disgusto di tutte quelle mani sul mio corpo, le percosse e gli insulti.

Mi facevano male le ossa, ma ancora di più mi faceva male il ricordo di quei momenti.

Improvvisamente, provai l'intenso desiderio di avere accanto a me Ellie e Sarah.

Avrei voluto chiamarle, ma il cellulare era rimasto nella borsa, finita chissà dove.

The Silence Of TearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora