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-Aaron, dannazione. Mi hai fatta spaventare...ma che ci fai qui?- mi divincolai dalla sua presa, cercando di riprendere fiato a poco a poco.

Che spavento, mio dio.

-Tu cosa ci fai qui? Lo sai vero che è pericoloso per una ragazza stare da sola in giro? A quest'ora poi..- disse con tono autoritario.

-E perché mai dovrebbe interessarti quello che faccio?- lo vidi contrarre la mascella.

Il suo sguardo si era perso in lontananza, poi, come se avesse avvertito il mio su di sé, si voltò e i nostri occhi si incontrarono.

Un altro brivido caldo mi accarezzó la pelle, lento e pericoloso.

-Non mi interessa, infatti-

-E allora perché mi hai seguita fin qui? Non dire che è una semplice coincidenza- continuai a riempirlo di domande, mettendolo in soggezione.

-Quando ti ho portata al bar, non ti ho detto che saresti potuta ritornarci. È un posto pericoloso, Adeline. Soprattutto per te- evitò di rispondermi.

-Dove vuoi arrivare?- inarcai un sopracciglio.

-Lascia perdere e vieni con me-

Senza obiezioni lo seguii per tutto il tratto che c'era da fare, e qualche minuto dopo arrivammo a destinazione. Ebbi un sussulto non appena mi trovai nuovamente dinanzi alla porta del locale.

-Grazie per avermi accompagnata, ma ora posso andare da sola- gli dissi, incerta.

In realtà avevo un po' di paura, ma ovviamente non lo diedi a vedere.

-Come vuoi- mi sorrise e non potei non notare le fossette che lo contraddistinguevano dal suo volto, solitamente sempre corrugato.

Lo vidi allontanarsi anche se di poco, poi riportai nuovamente la mia attenzione al bar, e mi venne in mente il motivo per il quale mi trovavo lì.

La chiamata anonima.

Con riluttanza varcai la soglia della porta, e il mio campo visivo fu occupato da soli uomini. Nemmeno la traccia di una donna.

Indietreggiai spaventata, e arrivai a pensare di essere stata catturata in una trappola, senza via di scampo.

Ma cavolo, non potevo pensarci prima?

Ero davvero convinta di poter rivedere mia madre?

Non appena uno di loro si accorse della mia presenza, mi voltai e provai a scappare...si, se non fosse stato per la porta bloccata.

Cazzo, ero in un bel guaio.

-Dove pensavi di andare, bambolina?-

B-bambolina? Non mi dire che..

-Esatto Adeline, ti ricordi di noi? Siamo qui per il bis oggi- disse uno di loro, accortosi del mio disappunto.

Non ci posso credere.

-Sei cambiata nel giro di tre mesi. Il tuo seno è molto più grande- continuò un altro, senza che nessuno glielo avesse chiesto.

-Non che mi dispiaccia, anzi..- si avvicinò a me, facendomi mozzare il fiato.

Poco dopo avvertii un rumore insolito.

Vidi Aaron che mi stava aspettando di fuori, mentre continuava a gesticolare e a borbottare un qualcosa di incomprensibile.

Così, senza farmi scanagliare dai quei cinque teppisti, portai il braccio dietro la schiena e con la mano feci un segno di aiuto.

Fortunatamente la porta era di vetro e Aaron riuscì a intravedere quella mia urgente richiesta.

The Silence Of TearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora