07.

341 23 155
                                    

La macchina filava ad andatura sostenuta lungo un viale che conduceva fuori città.

Poco dopo imboccammo la provinciale e un quarto d'ora più tardi eravamo in aperta campagna.

La zona boscosa, fitta di vegetazione, dava un senso di refrigerio alleviando la calura e il tepore della notte.

Intorno c'era silenzio. Aaron rallentò e svoltò in una strada laterale, fresca e ombrosa a causa degli alberi, le cui fronde si chiudevano a cupola sopra di loro, nascondendo il cielo notturno.

L'inquietudine a quella prospettiva mi colpii in pieno. -Per caso vuoi uccidermi e gettare il mio corpo in questa boscaglia?-

-Fidati, non è ancora niente-

Ed era vero.

Al termine della strada, non appena la fila di alberi si diradò per aprirsi all'improvviso su un vasto prato, Aaron sterzò il volante ed emisi uno sbuffo di stupore nel vedere una maestosa villa, a tratti però malridotta.

-Wow- la guardai incantata, spalancando la bocca.

In realtà non c'era da meravigliarsi, era una struttura qualunque, eppure non potei farne a meno.

-Si...wow- sentii Aaron ripetere la mia stessa esclamazione, e quando mi voltai a guardarlo mi accorsi che il suo sguardo non era rivolto verso la villa, bensì verso di me.

-A chi ti stavi riferendo?- chiesi a quel punto, spinta dalla curiosità.

Volevo sentirmelo dire.

-Davvero non riesci a rendertene conto?- replicò lui, facendomi accigliare.

-Di cosa?-

Rimasi perplessa.

-Di quanto sei bella, Adeline-

Abbassai gli occhi al suolo imbarazzata, ma lui inevitabilmente si avvicinò, poi con la punta delle mani mi sollevò il mento, costringendomi a tornare con lo sguardo nel suo.

-Tanto bella-

Riportata in modo brusco alla realtà, repressi l'istinto di alzare gli occhi al cielo e replicai con tono freddo una frase che sembrò infastidirlo.

-Dici questo a tutte, non è vero?-

-Può anche darsi, ma sappi che il mio era un complimento sincero. Naturalmente se fossi meno rompipalle, saresti ancora più carina-borbottò prima di proseguire verso il vialetto buio e tortuoso.

Cercai di stare ad ogni suo passo, anche se talvolta mi venne difficile. Poi gli risposi risoluta. -Rompipalle io? Ma senti chi parla-

Lui evitò di rispondere alla mia provocazione e poco dopo ci trovammo davanti all'ingresso della villetta.

Sgranai gli occhi non appena misi piede dentro a quest'ultima; se all'apparenza sembrava essere quasi un castello...beh, l'interno era l'esatto opposto.

Un ring occupava quasi tutto l'ambiente circostante.

Calche di persone girovagavano intorno ad esso, emettendo grida di eccitazione.

Un ragazzo invece, seduto su una specie di poltroncina, preannunciava i vari scontri con l'aiuto di un megafono enorme.

-Cosa...- mi guardai attorno stralunata.

Nel frattempo in un piccolo angolo, proprio all'entrata, un uomo mi fissò mentre sussurrava qualcosa che a me risultò inudibile data la lontananza.

Anche ad Aaron non sfuggì quell'accortezza: sentii subito il suo braccio cingermi i fianchi. -Non ti allontanare da me per nessun motivo al mondo. Intesi?- li strinse con forza.

The Silence Of TearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora