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Esausta, mi addormentai poco prima dell'alba per svegliarmi un paio d'ore più tardi con la luce del nuovo giorno a sfiorarmi i sensi.

Aprii gli occhi e, al ricordo di quanto accaduto la notte precedente, un peso mi scese sul cuore.

Gemetti, sprofondando per un attimo la testa sul cuscino e desiderando di potermi addormentare per non svegliarmi mai più.

Qualche minuto più tardi però, allontanando le lenzuola di cotone dal mio corpo, mi misi a sedere.

Serrai le palpabre per un istante, poi mi diressi nell'antibagno solo per fermarmi di scatto di fronte alla mia immagine riflessa allo specchio.

Inorridita fissai la ragazza che ricambiava il mio sguardo; i capelli erano scompigliati, la pelle chiazzata, gli occhi segnati e le labbra quasi esangui.

Ci volle un po' di tempo prima che il sorgere del sole mi scoprisse presentabile.

Quando uscii dal bagno mi accorsi che ormai si era fatta mattina.

Quel giorno avevo chimica alla prima ora, perciò feci in modo di non fare tardi a lezione.

Fissai il brillante cielo senza nuvole e mi ritrovai così ad affrontare la sgradevole realtà che mi aspettava.

Mi incamminai verso la cucina con passo spedito, e rimasi sorpresa nel vedere che Ellie era già al piano di sotto insieme a Sarah.

Notai che accanto ad esse c'era un posto riservato per me, ma mi decisi a non occuparlo. Onestamente il cibo era l'ultimo dei miei pensieri.

-Ti abbiamo preparato da mangiare. Non ti va?- il mio viso pallido e tirato parlò da sé. Ellie e Sarah intuirono subito tutto.

-Non fa niente...Piuttosto vuoi parlarci?-

Continuai a fissare il vuoto, non riuscendo nemmeno a guardarle in faccia. Una roccia gelida si formò nelle mie viscere. -Non ci riesco-

-Tranquilla, quando vorrai noi siamo qui. Sempre-accennai un lieve sorriso, prima di andare in camera e vestirmi.

Indossai la divisa scolastica con la poca forza di volontà che possedevo, poi ritornai al piano di sotto per ingerire un po' d'acqua e finalmente uscii di casa, seguita dalle mie due amiche.

Percorremmo in silenzio il resto del tragitto che ci separava da scuola; Ellie era concentrata sulla prospettiva dinanzi a sé, Sarah su un panorama che aveva ormai perso ogni interesse.

La questione irrisolta e il modo in cui si era svolta la conversazione mi avevano resa tesa e impacciata, allontanando l'anticipazione e l'eccitazione della giornata e facendomi sentire schiatta e infelice.

Loro si accorsero del mio imminente disappunto, così provarono a smorzare la tensione. -Se non te la senti di venire a lezione, puoi anche tornare a casa. Ti troveremo noi una scusa- disse Ellie, prima di superare il cortile della scuola e proseguire verso l'aula di chimica. -Esatto- aggiunse Sarah.

Ci pensai su, poi mi decisi -Ormai sono qui. Tanto vale che vengo- replicai risoluta.

Entrai quindi in classe sotto gli sguardi indagatori di tutti gli studenti del corso, mentre Ellie e Sarah presero subito posto in fondo all'aula.

Feci per raggiungerle, ma tutto d'un tratto la testa mi iniziò a pulsare e il cuore si mise a palpitare mentre avvertii un senso di oppressione al petto.

Percepii il disagio tendermi ogni singolo muscolo del corpo e farsi strada dentro di me.

Lo stomaco si contorse, la vista si offuscò e il fiato divenne sempre più corto.

The Silence Of TearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora