CAPITOLO 8 - DON'T WALK AWAY

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"Zero!"

L'uomo dai lunghi capelli argentati guardò negli occhi il poliziotto.

"Tu...come fai a vedermi?"

Sky sussultò leggermente: quegli occhi rossi lo terrorizzavano e lo incuriosivano allo stesso tempo.

Atropos guardò la piccola sfera di luce per l'ultima volta, poi strinse forte la mano dove l'aveva tenuta fino a quel momento e si diresse fuori dall'ufficio dei Fray.

"Ze..."Il poliziotto non riuscì a finire la parola che la figura androgina era già scomparsa.


Le ore in centrale sembrarono interminabili.

Attraverso i file recuperati dalla chiavetta e poi dall'analisi dei suoi spostamenti e del suo computer, House e gli altri agenti scoprirono che dietro a tutto c'era Lara Fray.

Vittima dei suoi eccessi e indebitata fino al collo con un gruppo di strozzini, Lara aveva dapprima sperperato tutto i redditi di suo marito e poi, minacciata di morte, aveva garantito di poter prendere possesso del ristorante Two per ripagare i suoi debiti.

Il métre di sala, con cui intratteneva una relazione clandestina, l'aveva aiutata ad inscenare tutte le manomissioni e le chiamate minatorie ai fratelli Fray, che poi prontamente andavano a cancellare dalle telecamere a circuito chiuso.

Lara sperava che così facendo Abel e Kain avrebbero rotto definitivamente  la loro società e lei avrebbe potuto prendere il controllo del tutto: mai si sarebbe aspettata quella tragica conclusione.

Passò le ore in sala interrogatori a piangere e a chiedere perdono a suo marito, ma Abel sembrava non essere più presente.

Sky lo fissò: dopo che quell'essere etereo lo aveva toccato, gli occhi dell'uomo erano diventati completamente vuoti e senza anima.

L'agente scosse la testa cercando di non pensare per almeno due minuti a Zero ma fu tutto inutile, la sua mente era pervasa dalle immagini di quel volto.

Uscì dalla stazione di polizia e si diresse verso la strada che portava a casa sua, tra le serre abbandonate illuminate dagli ultimi flebili raggi di sole della giornata.

Era  sempre stato una persona molto razionale che si basava solo sui fatti e sulle cose concrete, misurava tutto con il metro della chiarezza e del buon senso ma adesso la sua mente stava affrontando una guerra contro il suo cuore.

<Cosa devo fare? Devo credere a ciò che ho visto o pensare sia stato tutto un sogno?>

Sky si guardò le mani, si rivide stringere il teaser e puntarlo prima contro Abel Fray e poi contro quella creatura.

Contro Zero.


Mentre vagava con la mente, i suoi passi lo portarono a casa.

Lì proprio davanti a lui, nella penombra del tramonto vide una figura seduta sul tetto: con una mano si stava toccando l'orecchio ricoperto di piercing mentre i corti capelli ossigenati venivano scossi dalla brezza leggera della sera.

A Sky mancò per un attimo il respiro.

Gli stessi piedi che lo avevano condotto senza il suo volere ora si erano messi a correre, si fiondò dalla porta e corse su per le scale.

Arrivato al lucernario si fermò.

Il cuore gli batteva all'impazzata in un misto di paura e agitazione: respirò a pieni polmoni per calmarsi, poi con mani tremanti si inerpicò sul tetto.

Appena messa fuori la testa venne abbagliato da una fredda luce bianca: si sfregò gli occhi e riuscì a mettere a fuoco un paio di stivali neri e continuò a salire con lo sguardo.

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