CAPITOLO 12 - LOOK AFTER YOU

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Sky lasciò il foglio con la poesia di Neruda ai ragazzi della scientifica, poi si recò a parlare

con il suo capo ed infine con i colleghi. 

Stava rimandando il più possibile la sua uscita dalla centrale perché lì fuori lo stava aspettando Zero e sapeva già che ogni sua parola gli avrebbe trapassato il cuore come un coltello.

Con grande fatica prese la giacca della divisa dalla sedia della sua scrivania e trascinando i piedi si diresse verso la porta d'ingresso.

Una volta aperta la porta di ingresso in fondo alle scale vide quel ragazzo dai capelli

color del sole, i piercing che brillavano alle orecchie, i suoi scuri e attenti occhi che lo

fissavano.

Sky cercò per quanto possibile di rimanere tutto d'un pezzo, lo guardò negli occhi e gli sorrise:

"Vuoi bere qualcosa?"


Il poliziotto allungò una bibita verso Zero che era seduto sul muretto davanti al negozio di

Cloud. Il minore dei Park lo ringraziò:

"Ci voleva, questa estate è davvero calda... nonostante io abbia migliaia di anni non me ne

ricordo altre così torride." Sghignazzò sottovoce.

Sky lo osservò per un breve attimo e poi gli si sedette a fianco.

"Magari nella tua prossima vita da essere umano rinascerai lappone e non soffrirai mai più di caldo" disse sorridendo.

"Fortunato come sono mi ritroverò ad essere un beduino nel deserto...sinceramente mi andrebbe bene, qualsiasi cosa è meglio che essere la Parca Atropos." rispose Zero.

Entrambi risero nervosamente per riempire il silenzio grave tra di loro finché Sky mormorò:
"Quanto tempo rimane?"

"Non lo so precisamente, ma ormai si parla di poche settimane...finalmente mi libererò di questo compito che ha distrutto ogni parte del mio cuore riducendolo in polvere. E' arrivato anche per me il momento di vivere una comune, normale e noiosissima vita da essere umano... l'eternità non è così allettante come potrebbe sembrare, soprattutto a queste condizioni."

Sky annuì al suono di quelle parole ma non disse niente, voleva essere felice per lui ma proprio non riusciva. 

Anche Zero avrebbe voluto dirgli quanto lo spaventava perderlo ma ogni parola d'amore li avrebbe fatti cadere nella disperazione quindi cercò di cambiare argomento.

"Sky, ti devo dire una cosa. Ti ricordi quando ci siamo visti per la prima volta?"

Il poliziotto rivolse il suo sguardo verso il biondino.

"Come posso dimenticarlo? Su quel ponte pensavo di aver perso la mia sanità mentale..."

Nella mente di Sky apparvero i ricordi dolorosi di Swan e del suo lancio nel vuoto dal ponte Kamon, l'apparizione di quella strana e misteriosa creatura argentea e della sua improvvisa scomparsa davanti ai suoi occhi.

"Potrebbe essere una cosa di poco conto, ma ci tengo a dirtela. Swan, la ragazza si è lanciata dal ponte, è arrivata a tanto per colpa di uno stalker."

"Che cosa?"

"Swan era la prima ballerina del Teatro principale di Whiteland, aveva una carriera alle stelle e tutta una vita davanti. Nei mesi precedenti il suo suicidio è stata tormentata, spaventata e distrutta psicologicamente da uno stalker. La seguiva sotto casa, le faceva sapere di essere sempre presente ai suoi spettacoli, riceveva in continuazione chiamate anonime...Swan aveva un carattere molto fragile e non ha retto la situazione."

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