6 (A)

43 3 0
                                    

«Il mondo è così totalmentee meravigliosamente privodi senso che riuscire aessere felici non è fortuna:è arte allo stato puro»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Il mondo è così totalmente
e meravigliosamente privo
di senso che riuscire a
essere felici non è fortuna:
è arte allo stato puro»

POV
ATLAS
🌶🌶🌶

«Devi continuare a restare alla larga da lei, mi hai capito?»

Quella voce. Mi martellava nella testa continuamente e non c'era modo di mandarla via.
Mi trovavo in uno delle aule dell'università, sperando che nessuno riesca a trovarmi.
Volevo stare completamente solo con i miei pensieri e il mio libro preferito tra le mani, il solo pensiero che anche quelle della ragazzina lo avesse toccato mi faceva venire in mente quel bacio.

Dio quanto vorrei strappargli quelle labbra a morsi.

Dovetti trattenere i miei pensieri tra me e continuai a restare seduto sulla sedia degli ultimi posti, per passare inosservato. Magari andare in camera sarebbe stata un'idea migliore, ma non sarei riuscito a concentrarmi con tutte quelle ragazze che bussavano alla mia porta solo per una scopata.

Misi gli occhiali e accavallai le gambe sul banco di fronte a me, continuando a leggere le pagine di quel libro che ormai conoscevo a memoria. Mi ero soffermato varie volte sul capitolo dove la ragazzina si era gentilmente offerta di raccontarmi il finale, e ogni volta che lo leggevo la mia mente provava in tutti i modi a cercarla e farmi pensare "vai da lei".

Agito la mano come se ci fosse un insetto, così da mandare via quel malsano pensiero e continuai a leggere anche se la concentrazione era andata a farsi fottere.

«Cazzo!» sbottai lanciando il libro sul banco e mi misi seduto con le mani tra i capelli e la testa chinata ad osservare la copertina del libro. Posai gli occhiali nella sua custodia di fretta prima di alzarmi e continuare a girare in quella stanza così da calmarmi.

Sembravo una bestia rinchiusa in una gabbia, non sapevo cosa fare, nella mia testa c'era solo una cosa. Quella voce che ripeteva:
"Devi continuare a restare alla larga da lei, mi hai capito?".

«Cazzo!» urlai e prendo le mie cose uscendo e sbattendo la porta violentemente. Mi dirigo verso le scale che conducevano alle camere e una volta raggiunta la mia mi fermai.

"Non devi farlo, che cazzo stai facendo Atlas, entra dentro" Diceva la mia testa, ma il mio corpo voleva altro.
Infilo direttamente la tessera per aprire la porta, senza pensare a quello che volevo veramente e la chiudo con la delicatezza di un ragazzo che sta per avere una crisi di nervi.

Inizio a ribaltare tutto: cornici, cuscini, sedie, qualsiasi cosa mi capitava davanti. Andai in bagno e mi spogliai, stavo sudando sentivo il mio corpo bruciare che se stessi andando in fiamme. Mi lavo il getto d'acqua congelata e ci resto un paio d'ore, dovevo calmarmi.

Come fa una ragazzina a fottermi in questo modo? Guarda cos'ha combinato, sono diventato pazzo.

Mi accovaccio per terra portando le ginocchia al petto, ci avvolgo le braccia attorno e rimango sotto il getto dell'acqua che mi stava provocando la pelle d'oca per quanto era fredda ma non me ne preoccupai, era come una punizione per me. Per averla conosciuta quella sera, per averle fatto notare che leggo il suo stesso libro, per averla baciata, per averle fatto capire che di me si può fidare.

 INSATIABLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora