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"L'amore guarda non con gli occhi ma con l'anima"William Shakespeare

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"L'amore guarda non con gli occhi
ma con l'anima"
William Shakespeare

Sono passati tre giorni.

Tre giorni da quando Atlas mi ha baciata, tre giorni da quando siamo rimasti in camera mentre parlavano del mio libro preferito, scoprendo che è anche il suo, esattamente tre giorni dall'ultima volta che l'ho visto.

Non lo vedo da quella sera, dopo che siamo rimasti a parlare per ore e lui è tornato in camera sua e adesso ogni volta che ci troviamo nello stesso corridoio, lui cambia strada, come se volesse evitarmi.

«Khalida stai bene?» mi trovo in mensa e come ogni giorno sono seduta vicino ad Ansel e i ragazzi. Non ho toccato cibo così come il resto dei giorni e non ne capisco il motivo.
«Si, sto bene» continuo a girare la forchetta nella purea di patate ormai fredda e sento i ragazzi parlare di qualcosa a cui non sto minimamente prestando attenzione.
«Sicura?» insiste Ansel ed io annuisco. I ragazzi continuano a parlare è resto in disparte immersa nei miei pensieri, non ho molta voglia di stare con qualcuno in questo momento.
Prendo il cappotto, la mia borsa e mi alzo uscendo dalla mensa. I ragazzi provano a chiamarmi ma io non li ascolto e vado verso la porta ma mi scontro con qualcuno.
«Oh scu-» il corpo di Atlas mi sorpassa e lo guardo andare verso la mensa e prende un insalata e si siede in un tavolo con la solita ragazza e il suo amico.
Vado in biblioteca e metto gli auricolari restando da sola e in pace con la mia musica mentre tutto sono ancora in mensa.

Sento qualcuno muovermi e vedo la signora Anna sorridendomi una volta sveglia.
«Mia casa hai una faccia» tolgo gli auricolari che hanno ancora la musica in sottofondo e sorrido ad Anna, la bibliotecaria.
«Scusa, non ho sentito puoi ripete» la signora Anna mi guarda sbalordita e si siede sulla poltrona vicino alla mia.
«Ho detto cosa ci fai qui da sola?» si sistema i suoi occhiali che tiene penzolanti con una catenella e poi mi guarda sorridendomi come fa sempre. 
«Niente volevo un posto tranquillo e diverso dalla mia camera» la sua mano si posa sulla mia spalla e inclina la testa.
«Tesoro non puoi passare tutti i giorni qui, devi stare anche con i tuoi amici o il tuo ragazzo»
«Non ho un ragazzo» la interrompo impedendole di continuare.
«Allora è proprio per questo che devi andare, sei troppo giovane per deprimenti su una poltrona della biblioteca. Forza Khalida, sei una ragazza stupenda e gentile non sprecare i tuoi giovani anni così» Anna si alza e lo stesso faccio io.
«Grazie Anna» lei si avvicina e mi lascia un dolce bacio sulla guancia e torna alla sua postazione dietro la scrivania.

Esco dalla biblioteca ascoltando la musica e mi dirigo verso le scale che portano verso la mia camera, sono stata in biblioteca per circa un'oretta e ho un sacco di messaggi da parte dei ragazzi. Arrivo al corridoio e apro il messaggio di Megan, chiede che fine ho fatto e neanche il tempo di digitare una lettera che una mano mi blocca il braccio facendomi svoltare in un angolo dell'università. Tolgo di fretta gli auricolari e noto davanti a me il ragazzo che mi evita da giorni.
«Adesso mi spieghi che cos'hai» chiede, non rispondo e provo ad andarmene ma lui mi si mette davanti impedendomi di fare un altro passo.
«Allora?» mette le braccia conserte e mi guarda aspettando una mia risposta.
«Adesso hai il coraggio di parlarmi?» fu l'unica cosa che riesco a dire.
«Non è stata una mia scelta» si sposta il ciuffo con la mano un modo così veloce da farli cadere nuovamente sulla fronte.
«Se ti importava qualcosa quella sera, allora perché in questi giorni sei sparito, e soprattutto perché adesso vuoi parlarmi?!» mi rendo conto di aver alzato la voce e noto dei ragazzi alle sue spalle che passano e ci guardano prima di allontanarsi.
«Possiamo andare da un'altra parte?» chiedo ad Atlas che nonostante il richiamo, continuava a stare davanti a me impedendomi di andare via. Mi guarda per qualche secondo e poi acconsente portandomi verso il giardino, che, essendo inverno fa molto freddo e non c'è nessuno.

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