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"La cosa migliore nel momento peggiore della tua vita è che puoi vedere i veri colori di tutti"

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"La cosa migliore
nel momento peggiore
della tua vita è che puoi vedere
i veri colori di tutti"

POV
ATLAS

Con la sigaretta tra i denti e il foglio davanti alla scrivania non riesco a smettere di pensare a Khalida, come cazzo è possibile che sia nella mia testa di continuo. Quando ho saputo che è la figlia di Lawrence non potevo crederci, sapevo che prima o poi sarebbe arrivata ma non mi aspettavo così presto.

Butto fuori una nuvola di fumo e inizio a scarabocchiare qualcosa sul foglio. Non volevo neanche venire a queste vacanze, non sono fatto per le tradizioni: regali, sorrisi finti tra parenti, cene di famiglia, canzoncine allegre. Lo trovo inutile, come trovo inutile mia madre con Lawrence, stanno insieme da neanche un'anno e ne ho le palle piene. Prendo il foglio e lo accartoccio nella mano per buttarlo nel cestino sotto la scrivania.

Non riesco a pensare se sono nello stesso posto della ragazzina.
Spengo la sigaretta ed esco dalla camera, ho bisogno di uscire sento di soffocare stando in questa casa. Esco e vedo che la mia macchina non era parcheggiata, dove cazzo è la mia auto!
Mi tocco le tasche e mi rendo conto che non ho neanche le chiavi. Merda.
Prendo il telefono e chiamo Ansel. Quel bastardo di mio fratello ha fatto ancora di testa sua.

«Ciao fratellone» risponde tranquillo, tengo i pugni chiusi per non esplodere e buttare tutto all'aria. Prendo un respiro profondo prima di rispondere tranquillo.
«Dove cazzo è la mia macchina» giuro che se la sta guidando non torna a casa sano e salvo.
«Ecco, pensavo che... visto che Khalida voleva uscire ho pensato di accompagnarla» risponde balbettando.
«Khalida? Stai uscendo con lei?» sento le unghie entrare nella pelle per quanto sto facendo pressione ai pugni chiusi e vorrei tanto tiragliene uno dritto in faccia.
«Con la mia auto?» dall'altro lato della chiamata non sento niente, solo il rumore del motore, segno che Ansel sta correndo. Merda non la passa liscia questa volta.
«Sei morto Ansel» apro la mano e la metto in tasca per trovare il pacchetto di sigarette e prenderne un'altra, non m'interessa se l'ho finita tre minuti fa, mio fratello riesce benissimo a farmi perdere la pazienza.
«Dovresti esserlo tu» risponde sfidandomi. Sa bene quanto mi da fastidio, faccio un tiro di sigaretta e rispondo buttando fuori il fumo dal naso furioso.
«Per cosa?» mi sposto il ciuffo che mi cade davanti la fronte e aspetto che quel coglione di mio fratello risponde.
«Lo sai, se non fai come dico sai cosa succede» che cazzo sta facendo, vuole comprarmi con i suoi giochetti del cazzo!
«Vaffanculo Ansel, porta qui la mia cazzo di macchina e smettila di fare lo stronzo, non ti si addice!» sbraito e chiudo la chiamata. Finisco la sigaretta e mi faccio un giro per il giardino, mi siedo su una sdraio davanti la piscina e cerco di distrarmi finendo la quinta sigaretta della giornata.

*

Alle quattro sento un rumore provenire da fuori, prendo il pacchetto di sigarette, il telefono e portafoglio ed esco di casa.
«Dammele» mi avvicino ad Ansel e gli tolgo le chiavi dalle mani, mi guarda sorridendo e noto Khalida fuori dalla mia auto. La guardo, i suoi occhi mi fissano. Non smetto di guardarla mentre si avvicina alla porta di casa e mi guarda facendo un cenno con la testa salutandomi.

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