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"Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia"

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"Se si sogna da soli è solo un sogno,
se si sogna insieme è la realtà che comincia"

«Scusate il ritardo ma non trovavo un taxi libero» dalle scale sento una voce familiare e corro per vedere di chi si tratta e per poco non cadevo ribaltandomi.
«Non preoccuparti tesoro» dice Sasha e una volta arrivata alla porta la vedo abbracciare Ansel. Aspetta Ansel? Non ci credo è il figlio di Sasha?!
«Ciao mamma» non riesco a crederci.
«Ansel!» dico contenta andandogli incontro e per poco non cadiamo all'indietro.
«Khalida? Che ci fai qui?» risponde restando ancora abbracciato a me. Finalmente potrò passare del tempo con qualcuno durante queste vacanze e menomale che è Ansel e non uno sconosciuto.
«Dov'è tuo fratello?» chiede Sasha. Aspetta fratello? Ansel ha un fratello e io non lo sapevo?.
«Da quando hai un fratello?» domando staccandomi dall'abbraccio per guardarlo in faccia.
«Da quando mia madre l'ha partorito» risponde serio e sto per mettermi a ridere ma il rumore della marmitta di una macchina ci spaventa tutti e ci giriamo per vedere di chi si tratta. Sentiamo la macchina spegnersi e poco dopo la portiera si apre.
«Scusate il ritardo, dovevo aspettare la mia macchina con Ansel ma mio fratello non voleva aspettare» non ci credo, speravo di passare una vacanza tranquilla o almeno cinque secondi fa lo speravo, eppure quando sento la voce di Atlas rimango imbambolata, lo guardo scendere dalla macchina e togliersi gli occhiali da sole. Se siamo in inverno a cosa gli servono?

«Non preoccuparti adesso siamo tutti qui» risponde Sasha andandogli incontro per abbracciarlo. Io sono ancora ferma davanti alla porta mentre tutti erano ad aiutare Ansel ed Atlas con le loro cose e Sasha non perde l'occasione per coccolare i suoi figli.
«Khalida» mi chiama Ansel e dopo qualche secondo mi rendo conto che sono rimasta da sola mentre tutto erano dentro casa.
«Atlas, Ansel vi presento mia figlia Khalida» mio padre mi mette un braccio dietro la schiena e mi invita ad entrare. Non ho detto una parola da quando è arrivato Atlas, che ovviamente non smette di guardarmi.
«Ciao ragazzina» risponde sottovoce e nessuno sembra accorgersene che ha parlato, quando invece a me sembra abbia urlato quel soprannome.
«Vi conoscete già?» intromette Sasha in quei minuti di silenzio che sembravano infiniti dato che tutti e tre non facevamo altro che guardarci senza dire niente.
«Frequentiamo dei corsi insieme ed è un'amica di Ansel» risponde lui in modo freddo continuando a guardarmi, come se non fosse successo niente, il che è vero.
«Davvero? Hai sentito amore si conoscono già e io che credevo si odiassero fino alla morte, saprai allora che i miei figli  hanno un caratterino molto vivace» fidati lo so bene. Sentire Sasha chiamare mio padre amore mi fa salire un conato che non so se devo vomitare davvero oppure è solo un falso allarme.
«Scusate devo fare una cosa urgente» dico andando in camera per chiudermi dentro e rimanerci fino a cena. Non voglio vedere Atlas che gira per casa in boxer o ancora peggio sentirlo mentre si porta le ragazze in camera. Perché le porterà ancora vero? Lui non riesce a stare senza una notte di piacere.

Prendo il mio computer e collego le cuffie per mettere la musica a tutto volume, non voglio sentire nient'altro che Justin Bieber e tutta la mia playlist da due ore e mezza. Digito sulla tastiera l'app per i messaggi e scrivo al mio migliore amico, deve sapere che sto vivendo l'inferno.

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