Dopo le due di notte

1.4K 89 56
                                    

Dicembre 2013

"Io. Amo. L'Italia" mormora Niall, mentre barcolla con un bicchiere di vetro in equilibrio precario in una mano. "Un giorno verrò a vivere qui. Mangerò tipo, qualsiasi cosa. Qualsiasi. E passerò tutto il mio tempo a suonare il mandolino e a cucinare la pizza."

"Mettici un altro stereotipo, già che ci sei" risponde Zayn, dandogli una pacca sulla spalla. "Anzi, sai che ti dico? Adesso andiamo a fare un giro e tu bevi tanta, tanta acqua."

Sono ad una specie di after party che è stato organizzato dopo la puntata di X Factor, dove loro sono stati ospiti qui a Milano. Anche se oramai sono trascorsi tre anni da quando hanno raggiunto il successo, sono ancora abituati a tutto questo ed è stato così strano mettersi in aereo per partecipare come super ospiti alla versione italiana dello stesso talent in cui hanno esordito nel 2010. Sembra tutto così bello che ognuno di loro stenta a credere che durerà per troppo tempo.

"Io prendo un altro drink" esordisce invece Harry, girandosi sullo sgabello e rivolgendosi al barman che sta dietro al bancone.

Louis, accanto a lui, lo guarda con aria di rimprovero. "Haz, se ti ubriachi..."

"Tra due mesi compio vent'anni" gli ricorda Harry per l'ennesima volta. Stare con Louis ha certamente i suoi pregi, ma anche i suoi difetti: il fatto che si conoscano da quando era un ragazzino, e che dopo X Factor lo abbia praticamente preso sotto la sua ala protettiva perché era troppo piccolo per fare qualsiasi cosa, lo ha reso iper protettivo. E questa è una cosa che non riesce a farsi passare neanche ora che non è più un sedicenne.

"Ok, ma ti tengo d'occhio" lo avverte Louis.

"Magari posso offrirti da bere io?"

Improvvisamente, una terza voce si aggiunge alla loro e Louis si gela sul posto quando vede un ragazzo - bello, bello da togliere il fiato - occupare lo sgabello vuoto accanto ad Harry. Non ha idea di chi sia, e certo, per essere qui sarà certamente qualcuno di famoso o perlomeno di importante.

Harry sembra colto alla sprovvista quando gli viene fatta questa domanda, guarda Louis per un attimo con il terrore negli occhi e poi cerca di calmarsi perché non può dare di matto in questo modo, sarebbe troppo sospetto e loro due non possono assolutamente permetterselo. Anche questo hanno imparato a fare, da quando Simon li ha duramente rimproverati: controllare anche le loro esperienze facciali.

Così Louis si ritrova costretto ad assistere per l'intera serata al modo in cui, un ragazzo a casa, ci prova con Harry. Non può fare niente, non può neanche esternare la sua gelosia, deve continuare a tenere questo sorriso di plastica addosso come se non stesse succedendo niente, come se qualcuno non stesse corteggiando spudoratamente l'uomo della sua vita.

Quando a fine serata tornano in albergo, salutano i ragazzi nel corridoio e poi si dirigono ad una delle due stanze che hanno prenotato - sì, perché anche su questo è importante non destare sospetti -. Appena Harry si chiude la porta alle spalle, posa la scheda magnetica sul mobile all'ingresso e si sfila il cappotto di dosso.

"Louis, mi dici cos'hai? Non hai detto una parola per tutto il tragitto" gli dice finalmente Harry, che non vedeva l'ora di chiederglielo da quando sono partiti dal locale.

"Niente, Haz. Sono stanco e voglio solo andare a dormire."

"No" lo ferma Harry, mentre lo guarda sfilarsi la giacca e continuare comunque a dargli le spalle. "Louis, ci siamo fatti una promessa: non andiamo a dormire se siamo arrabbiati l'uno con l'altro."

"E io non sono arrabbiato con te."

"Non credo proprio. Neanche mi guardi in faccia, Lou. Se... se è per quel ragazzo, non è giusto. Io non ho fatto nulla, mi sono comportato solo in modo gentile ma non gli ho mai dato modo di capire che avesse qualche speranza. Voglio dire, neanche avrei potuto? Non ho mai fatto coming out. Non puoi davvero essere arrabbiato con me perché uno ci ha provato - "

The Way It EndsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora