Ho già preso impegni

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Luglio 2015

Tradurre le loro canzoni in francese doveva essere una idea figa, divertente, qualcosa che risollevasse l'umore della band - o almeno di quello che è rimasto - dopo l'addio di Zayn, per questo hanno accettato l'invito a volare fino a Parigi per incontrare alcuni produttori.

Il viaggio comunque è cominciato nel modo peggiore, perché sull'aereo privato Harry e Louis si sono seduti ai lati opposti per evitarsi, facendo innervosire così anche gli altri due ragazzi che non sanno più cosa inventarsi per spingerli ad andare perlomeno d'accordo. Hanno già perso Zayn qualche mese fa, con Harry e Louis che neanche più si parlano come fanno ad andare avanti?

Si ritrovano in questo edificio gigantesco dove sono stati convocati, a minuti entreranno in un ufficio per parlare della possibilità di tradurre le loro canzoni in francese e magari farci un album. In francese. Sembra un'idea così terribile che la sentono arrivare sempre di più la fine della loro era come band.

"Harry."

"Che vuoi?"

"Possiamo parlare, per favore?"

"Abbiamo una riunione."

"Che può aspettare" si intromette Liam, guardando i due ragazzi con apprensione. "Io e Niall cominciamo ad entrare e avvisiamo che voi due siete un po' in ritardo. Il tempismo fa schifo, ma l'importante è che voi due parliate perché non possiamo continuare in questo modo."

Louis guarda Liam con gratitudine, perché sono giorni che prova ad avvicinarsi ad Harry e che lui lo evita. E non è giusto: devono parlare sia per rispetto degli anni che hanno vissuto insieme, sia per rispetto di Liam e Niall che stanno vivendo col terrore di veder affondare la nave dopo che Zayn li ha abbandonati qualche mese fa.

"Va bene" cede Harry. "Cinque minuti."

Liam e Niall si allontanano prima che i due possano provare a cambiare idea, entrano nell'ufficio in cui li stanno aspettando e li lasciano da soli. Louis, intanto, cammina dalla parte opposta per un po' per mettere un po' di distanza tra loro e il luogo in cui ci sono diverse persone in giacca e cravatta ad aspettarli.

Si fermano vicino ad una finestra enorme, che affaccia su un panorama mozzafiato di Parigi. La Tour Effeil è incantevole come sempre e si perdono per qualche istante ad osservarla.

"Mi dispiace per quello che è successo" mormora Louis, scegliendo di rompere il ghiaccio. "So che non è abbastanza dirti questo, ma mi dispiace e vorrei che tu non mi guardassi come se fossi uno estraneo, perché sono sempre io, Haz. Io che ho commesso un errore, che ho fatto una cazzata e lo so, ma sono sempre io e noi siamo sempre noi. Solo che gli ultimi mesi sono stati difficili da morire e ti direi che non hai idea di quanto io sia stato male, ma credo che tu lo sappia molto bene perché sei stato male pure tu."

"Gli ultimi mesi?" gli chiede Harry. "Sono... anni, Louis. Da quanto non siamo più felici?"

Louis esita per un po' prima di rispondere. "Da quando Simon è arrivato a casa nostra quel pomeriggio di anni fa a dirci che dovevamo controllarci. Tu eri così piccolo e spaventato e io come uno sciocco ti promisi che non gli avrei mai permesso di cambiare niente tra di noi."

"E invece glielo abbiamo permesso eccome."

"Credo sia stato inevitabile ad un certo punto. Eravamo due bambini in una situazione più grande di noi" gli ricorda Louis, poggiandosi con la schiena contro la finestra mentre Harry fa lo stesso contro il muro di fronte a lui. "Non possiamo darci una colpa per non essere stati abbastanza forti da combatterlo. Però io ti amo, Haz. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo e tu lo sai."

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