Thanatos

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Era pomeriggio, di domenica. Decisi di andare a giocare a poker con mio padre ed i suoi amici giù al nostro garage. Quel giorno mi ero svegliato arrabbiato, nervoso, perciò decisi di partecipare anche io per distrarmi.

Gli amici di mio padre sono brave persone, non ho nulla contro di loro, però in quel momento, mi irritarono (ancora di più) per le loro battute stupide, non riuscivo neanche a giocare in maniera decente perché avrei tanto voluto buttare il tavolo per aria, magari colpendo qualcuno.

Quando sono tornato a casa, ho iniziato a scrivere per sfogarmi. Ad un certo punto, trovo segnato sul diario: "Thanatos oggi è qui".

Mi fermai un secondo e pensai come fosse uscito fuori quel nome, perché avevo la sensazione che fosse emerso qualcuno che però c'era sempre stato, ma che non riuscivo mai ad indentificare. Come quando noti un dettaglio a casa tua che non avevi mai visto, e tutto assume un nuovo aspetto.

Ricordo che in quel periodo non ero molto tranquillo, anzi, ero spesso turbato più che arrabbiato, senza sapere il motivo. Capitava, molto più del solito, di avere momenti in cui volevo stare da solo, perché mi sentivo di esplodere e qualsiasi cosa mi triggerava, perfino mia madre che parlava al telefono. Non ero mai stato così, perciò iniziai ad indagare, alla ricerca di momenti cruciali, indizi ed avevo capito che c'era qualcosa di profondo, che avevo sempre ignorato e che mi condizionava, ma ancora dovevo scovarlo.

Quella domenica avevo conosciuto il suo nome.

Qualche giorno dopo ero più calmo, sembrava che tutto fosse passato; ognuno ha momenti "no".

Andava tutto bene, ero tornato tranquillo, ma, parlando con la psicologa, lui era tornato, anzi, lui non se ne era mai andato.

Dopo la seduta, iniziai a scappare, come se non volessi più vederlo, perché ne avevo paura.

Tremavo, mi mancava l'aria, continuavo a dirmi: "No, non ci credo, non è possibile", ed in questo stato arrivo al porto di Torre Annunziata.

Mi fermo, inizio a concentrarmi sul mio respiro, perché mi stava venendo un attacco d'ansia, il cuore me lo sentivo in gola.

Cercavo di capire almeno come avevo fatto a non rendermene conto, dato che era davanti agli occhi.

Ma chi è Thanatos? Da dove viene? Perché?

Se dovessi trovare qualche riferimento, Thanatos è molto simile al Larsen di Caparezza; un rumore continuo in testa.

Ha varie forme, dipende dalla situazione. Può passare da essere un mostro nei momenti più acuti, fino ad essere una piccola mosca che dà fastidio, ma se la ignoro, sto quieto e nessuno si fa male.

È la tendenza alla distruzione. Colpisce chiunque e sto scoprendo che dietro ai miei momenti più critici della mia vita, lui c'era, o meglio, lui si creava.

Per rendere questa cosa più comprensibile, devo parlare di me; una delle mie emozioni principali, nonostante sia una persona tranquilla, è la rabbia. Fece abbastanza scalpore quando ne parlai ad una amica, quasi un anno fa, ed anche io ne rimasi sorpreso, perché sembrava che andasse in contraddizione con il mio temperamento. Non era così, perché non esiste solo un unico tipo di rabbia, varia da persona a persona. Ognuno ha i suoi modi di gestirla, usarla, trarne il buono che c'è (ogni emozione ha una ragione buona secondo Cartesio), ed il mio modo era quella di incanalarla nella musica principalmente. Ma qualcuno prima di me aveva capito come farmela tirare fuori ed usarla in maniera più produttiva, creativa: la mia professoressa di italiano delle superiori.

Per stimolarmi allo studio, tra il secondo ed il terzo anno iniziò a tenermi di mira, istigarmi, con piccole cose, come voti più bassi, richiami, ed io iniziai ad istigare lei, per esempio, facendo finta di usare il cellulare in classe, in modo che veniva a controllarmi, ma non scoprendo nulla, io mi mettevo a ridere davanti a lei.

EIia II: "Slam Dunk"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora