Amore.

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Manuel non si era voltato neppure per un momento a guardarlo mentre, Simone, con estrema lentezza raccattava i suoi vestiti dal pavimento e li indossava nella speranza di sentirsi dire che no, non c'era bisogno lo facesse, che era stato solo un fraintendimento e potevano continuare a stringersi su quel divano e fingere che niente oltre loro esisteva. Simone voleva soltanto sentirsi dire che niente era finito e che Manuel poteva sopportare ancora per un po' la sua indecisione e lui gli avrebbe risposto che Laura si sbagliava, che stando insieme non avrebbero perso nulla ma anzi avrebbero soltanto guadagnato felicità e amore. Manuel, però, non gli aveva detto nulla, non aveva fatto nulla per fermarlo, non l'aveva neppure guardato, non gli aveva rivolto parole e aveva lasciato cadere nel vuoto quel Manuel sussurrato nella speranza che qualcosa cambiasse ma niente era cambiato. Era soltanto tutto finito.
Manuel non voleva più fare parte della sua vita.

Non appena giunse nella sua auto Simone lasciò andare quel cumulo di emozioni che lo stava divorando da dentro, rendendogli difficile respirare come avrebbe dovuto, le mani gli tremavano e sentiva le gambe incapaci di reggere il peso del corpo, per tale motivo si gettò in malo modo sul sedile della vettura e – quasi come se fosse un riflesso incondizionato – colpì il volante con la mano destra.
- "Dannazione!" Gridò, forse troppo forte o forse troppo piano, e poco gli interessava se qualche passante lo sentisse, quello era l'unico modo che aveva per sfogarsi. "Dannazione, dannazione, dannazione!" Cantilenò e colpì ancora un paio di volte il volante. Il cuore gli batteva all'impazzata, la vista era annebbiata e tutto ciò a cui riusciva a pensare era Manuel che gli chiedeva di andare via per sempre dalla sua vita, l'aveva fatto senza neppure guardarlo in faccia, con le lacrime agli occhi e un dolore inimmaginabile al petto ma doveva farlo e Simone lo capiva, avrebbe voluto odiarlo ma invece lo capiva. Simone capiva fin troppo bene che cosa si celasse dietro le parole dell'altro, dietro la sua decisione, sapeva quella fosse una bomba sempre presente tra di loro ma che lui aveva deciso di ignorare per troppo tempo, fino a ritrovarsi spazzato via dall'esplosione, non era stato in grado di dire all'altro che cosa provava, dargli le certezze di cui necessitava e ne pagava il prezzo.
Manuel aveva bisogno di proteggere se stesso, aveva bisogno del suo spazio, di tirarsi fuori da una situazione che lo avrebbe distrutto, preservare quel poco che gli restava anche se, farlo, avrebbe significato dire addio a Simone ma, dopotutto, era mai stato davvero suo?
Simone si odiava per le parole che non era riuscito a dire, per i sentimenti che continuava a nascondere soltanto per paura – di che cosa continuava ad ignorarlo, sapeva che Manuel non gli avrebbe mai fatto del male – per aver lasciato che la cosa, la persona, migliore che gli fosse mai capitata gli scivolasse dalle mani come sabbia. Qualche granello di sabbia però resta sempre attaccato alla pelle, e per la prima volta Simone non sarebbe corso a sciacquarsi le mani ma, anzi, avrebbe fatto di tutto per tenerli stretti a lui.
Il minore sentì la necessità di fare qualcosa il prima possibile, non poteva permettere che tutto finisse in quel modo, e il suo primo istinto fu quello di ritornare da Manuel e supplicarlo di non lasciarlo ma si rese ben presto conto che non era la mossa più saggia da fare, doveva prima dimostrargli con i gesti ciò che a parole non era riuscito a dirgli o l'avrebbe preso sul serio e per sempre.
In meno di un minuto il più alto si allacciò la cintura, mise in moto la sua auto e si preparò a sfrecciare tra le strade del capoluogo lombardo per raggiungere la persona che aveva innescato quel caos, che aveva agito alle sue spalle per il suo solo interesse e Simone quello non poteva permetterlo, non ai danni dell'unica persona per la quale credeva la pena lottare per non perderla.

Simone, una volta arrivato a casa, aveva atteso in silenzio e con lo sguardo perso nel vuoto che Laura tornasse, a differenza di Manuel la loro conservazione non aveva avuto il minimo effetto su di lei e aveva continuato la sua vita come se niente fosse. Come se non avesse appena distrutto quella di Simone.
Il minore sapeva bene di non essere nella posizione per recriminare alla fidanzata qualcosa, la stava tradendo da mesi e dando per scontata da ancora prima, non aveva fatto nulla per salvare il loro rapporto e, allo stesso tempo, non aveva neppure il coraggio per lasciarla, le cose sarebbero andate diversamente se solo fosse riuscito a lasciarla non appena si era reso conto di provare qualcosa per Manuel. Se solo lo avesse fatto sarebbe libero e, soprattutto, avrebbe ancora Manuel al suo fianco.
Quando la porta di casa si aprì – Simone era stato così distratto da non sentire neppure il suono dell'auto che entrava nel garage – il pugno del ragazzo si strinse intorno al bicchiere di vetro ormai vuoto che teneva, rischiando anche di romperlo e di tagliarsi, mentre un rumoroso sospiro lasciò le sue labbra ancora un po' gonfie per i troppi baci. Per la prima volta da quando Manuel era entrato nella sua vita Simone non aveva fatto niente per coprire le sue tracce, poco gli interessava di quelle macchie violacee che gli decoravano qua e là la pelle, delle labbra gonfie e arrossate e soprattutto di tutto quello che stava provando in quel momento.
- "Bentornata." Il tono era severo, l'espressione dura e il corpo rigido come mai lo era stato. "Ti stavo aspettando."
Laura, felice e pimpante come lo era per gran parte del tempo, sobbalzò nel sentire la voce di Simone abituata com'era a non vederlo quasi mai in casa se non per pochissimo tempo.
- "Oh, Simone, che spavento." Disse lei e si portò una mano sul petto coperto da un vestito azzurro. "Che cosa ci fai qui? Di solito sei al ristorante a quest'ora." Domandò e si avvicinò al divano, dove si trovava Simone, per lasciare sul bracciolo il suo cappotto nero e la borsa del medesimo colore.
Soltanto in quel momento Simone si voltò verso di lei per guardarla e gli sembrava di vederla per la prima volta, gli sembrava di non conoscerla, gli ultimi anni della sua vita non erano mai esistiti davvero.
- "Te l'ho detto, ti aspettavo." Rispose lui e poggiò il bicchiere sul tavolo basso di fronte a lui. "Dov'eri?" Chiese.
Laura aggrottò la fronte, non era da Simone chiederle dove fosse stata andata, neppure nei tempi d'oro della loro relazione.
- "Da quando ti interessa?" Replicò lei e si sedette sul divano accanto a lui. "Non che sia un segreto di stato, ci mancherebbe, ma non me l'hai mai chiesto." Aggiunse e scrollò le spalle.
- "Eri con il tuo amante?" La domanda lasciò la bocca di Simone prima ancora che lui se ne rendesse conto, il tono era tagliente e lui lo sapeva – lo sapeva benissimo – non poteva permetterselo. Tra i due non era Laura a provare qualcosa nei confronti del proprio amante.
La bionda, però, sembrò non essere particolarmente turbata da quella domanda, si limitò ad alzare gli occhi azzurri al cielo e mettersi comoda sul divano.
- "E tu eri col tuo?" Replicò lei con un ghigno. "Davvero molto carino, Simo, devo riconoscertelo." Disse lei e incrociò le braccia al petto. "Se l'avessi visto prima io probabilmente c'avrei provato anch'io con lui." Ammise. "Però direi che non sei nella posizione per puntare il dito contro di me, non trovi?"
Il ragazzo sorvolò volontariamente sui commenti nei confronti di Manuel, non erano lì per parlare di quello, ma non poté nemmeno darle torto. Non era nella posizione giusta.
- "Perché sei andata a parlare con lui?" Domandò allora dato che, alla fine, era l'unica cosa di cui gli interessava davvero.
Laura schioccò la lingua sul palato e arricciò le labbra.
- "Vedo che non ha perso tempo per correre da te a piangere." Disse. "Devo ammettere, però, che un po' me l'aspettavo." Aggiunse. "È sempre così che va a finire quando di mezzo ci sono i sentimenti, no?"
- "Dovevi parlare con me, non con lui." Replicò Simone. "Sono il tuo fidanzato, è con me che devi prendertela, non con lui."
- "Ma è lui l'unico che può spingerti a lasciarmi, Simone." L'espressione di Laura e il suo tono di voce cambiarono totalmente, divenne più dura e riservò al fidanzato uno sguardo carico d'astio. "E io non posso permettere che succeda, c'è troppo in ballo per lasciarti andare con il primo che capita." Aggiunse. "L'ho già detto al tuo amichetto ma lo ridico anche a te, se oserai lasciarmi io farò di tutto per rendervi la vita un inferno. Se io vado a fondo voi venire con me, che ti sia ben chiaro Simone, io non voglio rinunciare a questo stile di vita."
- "Non ci posso credere." Simone era esterrefatto, non riusciva a credere alle sue orecchie, le parole di Laura gli sembravano totalmente senza senso. "Ma ti senti quando parli?" Continuò. "Noi non siamo una chissà quale coppia potente, abbiamo soltanto trovato le giuste amicizie e credi davvero che a loro importerà con chi stiamo?" Aggiunse. "Ormai io ho i miei ristoranti e tu stai per aprire un negozio, che cos'altro vuoi? Perché dobbiamo rovinarci la vita restando insieme anche se non vogliamo?"
La risposta di Laura non tardò ad arrivare, lei era fin troppo convinta di quanto diceva.
- "Perché io non mi accontento." Rispose lei. "A me non basta, io voglio conoscere altre persone, aprire altre attività. Io voglio avere tutto." Disse. "E per qualche strano motivo stare con te rende tutto più facile, sarà per il tuo bel faccino o perché insieme sembriamo la coppia perfetta ma è tutto più semplice." Aggiunse. "Assurdo, no? Più le persone sono infelici e più alla società piace ma questa è la vita, Simone, e se tu non vuoi adattarti sarò costretta io ad obbligarti a farlo." Continuò. "Rassegnati, Simone caro, ci restano ancora tanti anni da condividere insieme ma, come ho già detto a Manuel, per me non è un problema se continuerai a stare con lui, dovrete soltanto essere più discreti." Concluse lei con un ghigno soddisfatto.
- "Da quanto tempo lo sai?"
- "Ho avuto dubbi fin dall'inizio, prima ancora che Manuel cedesse, e ci ho messo pochi giorni poi a capire di chi si trattava. Sei davvero un pessimo attore." Ridacchiò la donna. "Devo ammettere che per un momento ho sperato ti confidassi con me, comunque immagino non sia stato facile per te accettare di provare qualcosa per un uomo."
- "E se mi fossi confidato con te sarebbe cambiato qualcosa?"
- "No, probabilmente no." Scosse la testa la bionda. "Ma magari ti sarebbe stato d'aiuto."
- "Ho avuto persone realmente interessate a me al mio fianco, se tanto ti interessa saperlo." Sbuffò Simone, infastidito dalla piega che il discorso stava prendendo, non era di quello che gli interessava parlare.
Laura arricciò le labbra contrariata.
- "Immagino tu ti riferisca a Giulio e Monica, no?" Replicò lei. "Ultimamente hai passato troppo tempo con loro per stare davvero con loro." Disse. "A meno che non ci fosse anche Manuel con loro ma dubito."
Per un momento Simone rimase in silenzio, era convinto di aver agito nei migliori dei modi, di non aver lasciato tracce dei suoi incontri con Manuel e invece Laura sapeva tutto sin dall'inizio e non aveva fatto parola, le andava bene tutto purché non intaccasse la sua reputazione sociale, non le interessava più nulla della loro relazione ma solo dei vantaggi che questa le dava.
- "E le tue amiche esistono davvero o passi del tempo con il tuo amante?" A sbagliare in quella storia erano in due, non era il solo ad avere un'altra persona, non era il solo ad avere segreti e Laura non era nella posizione per criticarlo e aspettarsi che stesse in silenzio.
Anche quella domanda, però, non turbò più di tanto la ragazza che scrollò le spalle.
- "Alcune sì, alcune no." Rispose. "A differenza tua però non ho così tanto la necessità di vederlo continuamente." Aggiunse. "E, soprattutto, siamo molto più discreti."
- "Lo conosco?" Non che gli interessasse realmente ma ormai stavano scoprendo tutte le loro carte e non aveva più senso mentire.
- "Vedi? Siamo molto più discreti." Gongolò Laura facendo, così, alzare gli occhi al cielo ad un Simone annoiato. "Comunque no, o meglio l'hai visto qualche volta ma non è tuo amico." Aggiunse. "Anche lui lavora con me, deve essere una cosa nostra." Ridacchiò lei. "Si chiama Gaetano, è quello un po' ricciolino, non so se hai presente."
Il ragazzo fece mente locale e apparve un'immagine un po' sbiadita del ragazzo in questione.
- "Sì, credo di sì." Annuì. "Ma comunque non è di questo che voglio parlare." Aggiunse. "Non avevi alcun diritto di parlare con Manuel, lui doveva restare fuori da tutto questo."
- "Direi però che ho raggiunto il mio obbiettivo, lui ha capito molto più di te il mio discorso." Replicò la bionda, ferma sulle sue convinzioni e ferma a non lasciar andare tanto facilmente Simone. "Come ho già detto, e ripetuto, a me di lui non interessa nulla ma non ho intenzione di perdere tutto soltanto perché tu ti sei innamorato come un ragazzino alla sua prima cotta."
Innamorato. Lui era innamorato? Simone era innamorato di Manuel?
, lo era.
La consapevolezza lo colpì come un treno a tutta velocità, ciò che aveva negato da quando conosceva l'altro, che solo poche ore prima era diventato motivo di litigio tra di loro divenne improvvisamente chiaro ai suoi occhi. Lui provava amore nei confronti di Manuel, lo amava e non voleva perderlo. Non poteva perderlo, non l'avrebbe sopportato. Poco gli importava di quello che pensava Laura, della sua ossessione per l'immagine, lui voleva essere felice e in quella felicità non c'era spazio per lei, voleva che a riempirgli la vita ci fosse soltanto Manuel. Voleva soltanto il suo amore.
- "Sai Laura, quando ci siamo conosciuti io pensavo davvero che saremmo rimasti insieme per sempre. Ero convinto di amarti e, in fondo, era così semplice farlo, eri tutto ciò che volevo, piena di vita e di voglia di fare, stare con te era così facile che non mi sono mai posto domande. Il tempo però è passato e di quei due ragazzi è rimasto ben poco e mi sono reso conto che l'amore è tutt'altro, saremmo potuti essere grandi amici ma non fidanzati perché io non ti amo e forse non lo fai nemmeno tu." Iniziò a parlare Simone, non era più arrabbiato, non gli interessava più capire quando la loro relazione fosse andata a rotoli. Non era più Laura il centro del suo interesse. "Ci ho provato, ti giuro che l'ho fatto, a capire quando tutto è andato a rotoli, quando siamo diventati questo e sono arrivato alla conclusione che non mi interessa, non mi interessa più niente di noi due e di questo mi dispiace ma non posso farci nulla, o almeno non potrò fino a quando tu la pensi in questo modo." Disse sotto lo sguardo attonito della ragazza dagli occhi azzurri. "E sai perché Laura? Perché, come hai detto tu, mi sono innamorato. Io sono innamorato di Manuel e non voglio perderlo, non per questo almeno, voglio stare con lui e lo farò. Mi dispiace rovinare i tuoi piani, distruggere la tua finta vita perfetta ma a me, tutto questo, non interessa più. Non voglio più fingere, non ho motivi per farlo e nemmeno per stare ancora con te."
- "Simone tu non p-" Stava parlando Laura, con tono di voce alterato e si alzò dal divano – imitata subito dopo dall'ormai ex fidanzato – ma venne zittita dall'altro.
- "È finita Laura, per sempre, e presto o tardi capirai anche tu che è la cosa giusta per entrambi." Disse Simone. "Puoi dire alle persone tutto quello che ti pare, se ti rende felice dà pure a me tutta la colpa ma lascia in pace Manuel, non è colpa sua tutto questo, era inevitabile finisse così." Aggiunse. "Nonostante tutto spero tu sia felice, ti voglio bene ma non ti amo." Continuò. "Io amo Manuel e voglio stare con lui."

Il cuore di Simone non aveva mai smesso di battere a ritmo accelerato, in qualsiasi altro momento il ragazzo avrebbe pensato di stare per sentirsi male – probabilmente sarebbe anche già corso in ospedale – ma in quello di momento la sua meta era più importante di qualsiasi altra cosa, aveva già atteso troppo tempo e non voleva perderne dell'altro.
Erano passate appena poche ore da quando Manuel gli aveva chiesto di uscire dalla sua vita eppure gli sembrava essere passata una vita e forse, in un certo senso, era davvero così. Simone aveva chiuso per sempre con la sua vecchia vita, aveva messo un punto a quella recita che andava avanti da troppo tempo, non era Laura la persona che voleva e forse non lo era mai stata, le aveva voluto bene ma non era abbastanza per stare insieme o almeno era diventato insufficiente nel momento in cui aveva incontrato Manuel e aveva capito il vero significato della parole amore e non aveva nulla a che fare con Laura.
Simone stava iniziando una nuova vita, quelli erano i primi passi nella sua nuova realtà e voleva  avere Manuel al suo fianco, era con lui che voleva condividere tutto, voleva guardare il mondo con i suoi occhi e voleva fosse lui ad insegnargli ad essere felice per davvero. Quella nuova vita doveva – e voleva fosse così – avere il nome di Manuel.

Non appena il ristoratore arrivò davanti al familiare edificio che ospitava lo studio pubblicitario si concesse un solo istante per poter prendere fiato e, subito dopo, corse su per le scale per raggiungere il suddetto studio e implorare Manuel di perdonarlo.
- "Signor Balestra!" Fu la voce di Aureliano a dargli il benvenuto non appena arrivò alla sua meta e mai, davvero mai, gli era sembrata così irritante come in quel momento. "Che piacere vederla, è qui per aggiornamenti sulla campagna per la sua fidanzata?" Domandò lui e gli si parò davanti. "Anche lei è stata qui st-"
Tutte quelle parole iniziavano ad infastidirlo, a fargli girare la testa e lui non voleva perdere altro tempo prezioso.
- "Sono qui per Manuel." Lo zittì lui andando, così, diritto al punto. "Ho bisogno di parlare con lui, è urgente."
Aureliano aggrottò la fronte a quella, per lui, insolita richiesta.
- "Con Manuel? Manuel il mio dipendente?"
- "Quanti altri Manuel ci sono qui dentro?" Replicò, scocciato, Simone. "Certo che mi riferisco a lui e voglio parlare con lui." Ribadì. "È nel suo ufficio?" Chiese.
- "Mi spiace non poterla accontentare ma Manuel non è qui." Rispose Aureliano, ancora decisamente confuso da quella situazione ma cercava di non darlo troppo a vedere.
Quella volta fu il turno di Simone per essere confuso.
- "Che cosa? Questo non è orario di lavoro per lui?" Ormai conosceva a memoria gli orari di Manuel, e anche quando dimenticava qualcosa era il riccio stesso a ricordarglielo, ed era certo che in quel momento fosse il suo turno di lavoro.
- "Normalmente sì ma-"
- "Ma che cosa? Che cosa succede?" Lo interruppe, ancora una volta, Simone.
- "Stamattina è andato via di corsa, senza darmi alcuna spiegazione, e poche ore dopo mi ha chiamato dicendomi che si licenziava e che tanto, prima o poi, l'avrei fatto io." Raccontò Aureliano. "Non so perché pensi una cosa simile, ho cercato di fargli cambiare idea ma ormai aveva già deciso e mi ha detto che sarebbe andato via comunque per poi staccare, ho provato più volte a telefonargli ancora ma il suo cellulare risulta sempre spento." Terminò il racconto il ragazzo. "Devo ammettere che sono un po' preoccupato, mi sembrava molto agitato e non vorrei fosse successo qualcosa."
Il mondo sembrò crollare sulle spalle di Simone, preso dal momento com'era non aveva neppure provato a telefonare a Manuel, aveva deciso di correre direttamente da lui e sperare di risolvere tutto in quel modo, non aveva minimamente pensato ad una possibilità in cui Manuel era scappato già e lui l'aveva lasciato fare senza neppure provare a fermarlo. Simone quello non poteva accettarlo, non era così che immaginava la sua nuova vita, non senza Manuel al suo fianco.
- "Se posso permettermi, Simone." Riprese a parlare Aureliano, con tono più basso e lontano da quello che usava durante i loro incontri lavorativi. "Io non so che cosa stia succedendo e perché ti interessa parlare con Manuel ma se dovessi riuscirci, ti prego, digli che qui avrà sempre un posto e che spero lui stia bene." Disse, rinunciando per la prima volta ad ogni formalità tra di loro. "Ti prego assicurati che stia bene, non merita di soffrire ancora."
E Simone l'avrebbe fatto, l'avrebbe cercato fino in capo al mondo e si sarebbe assicurato di renderlo felice. Quella era la nuova missione della sua vita: rendere felice Manuel e Simone l'avrebbe fatto per sempre.

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Ehi, come va?
Non so davvero come scusarmi per il ritardo mostruoso ma, come vi avevo detto, sono stata in vacanza e appena tornata ho ripreso a studiare, ho cercato di fare del mio meglio per aggiornare il prima possibile – difatti vi beccate l'aggiornamento quasi notturno soltanto per non farvi aspettare oltre – ma questo è tutto ciò che sono riuscita a fare, scusatemi.
Anche per il prossimo capitolo non so dirvi esattamente quando posterò, come già detto sto studiando e a breve ho diversi esami ma cercherò di impiegarci il meno possibile.
Non mi dilungo oltre e vi lascio andare, scusate per eventuali errori ma prometto di revisionare il tutto prima o poi.
Come sempre per qualsiasi cosa potete trovarmi su Twitter come @fvedericoshvrt.
A presto.
Baci, Michi🦋

Come sempre || Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora