Quella mattina, andò a farsi una passeggiata.
Mentre camminava tranquilla, sotto il sole cocente -«maledetto riscaldamento globale»-, guardava i suoi piedi con aria di nostalgia.
Passeggiava, e ripercorreva dei ricordi, andò ad un parco con delle giostre per bambini, e andò a sedersi sulla panchina, con delle cuffie.
Rivide davanti a se tutto quello che aveva vissuto in quel parco.
In quel momento entrò nel parco entrò qualcuno.
Lei fissava la ringhiera con sguardo perso, mentre delle lacrime facevano sembrare il suo viso poetico.
Ripensò, a quando con... ci andava per giocare, lei era il suo modo di evadere dal mondo.
Giocavano dalla mattina alla sera in quel parco, tanto a casa non avrebbe mangiato comunque.
Giocavano, si perdevano nei sogni.
E Luna ci si perdeva ancora. Ma, da sola. E sarebbe sempre stata sola.
Vivere nel passato, era il suo modo per averla ancora vicino.
Il dolore, era l'unica cosa che la connetteva a lei.
Era l'unico modo per...
Ricordava quando, subito dopo la notizia, era andata a quella ringhiera, e ci si era seduta sopra, ma Addison l'aveva seguita.
Lei era andata a fare la spesa, appena fu fuori casa, Luna appese un biglietto al portoncino di casa in cui diceva: "addio", dato che era una persona piuttosto drammatica.
Addison, era tornata perché aveva dimenticato le chiavi.
Allora era corsa in tutti i posti che aveva visto, con Luna, e...
Il primo era anche l'ultimo in cui era andata con lei, il parco.
L'aveva fermata, e l'aveva portata praticamente di peso a casa, chiudendola a casa a chiave, e cercando di fare presto quando usciva.
Luna lo trovava ridicolo, avrebbe anche potuto tagliarsi le vene., mentre lei era a cucinare.
L'uomo si sedette vicino a lei sulla panchina.
Li, lei era avvinghiata con forza alla panchina, tremava ma non per il freddo.
«ehi Luna...» La ragazza sussultò, poi si rilassò quando vide che era il tenente Anderson.
«Hank...grazie per l'infarto!»
«oh...scusa...Perché sei qui?»
«per una passeggiata sul viale dei ricordi!» Disse lei, con nostalgia, tristezza, e finto divertimento nella voce. Ma non scherzava.
«anche io...»
«forse...» Cominciò a dire la ragazza mentre fissava assente il panorama, dopo 5 minuti. «Forse i ricordi sono l'unico modo per stare vicino alle persone che abbiamo perso». Hank era convinto che ci fosse qualcosa sotto, negli ultimi giorni, anche per telefono...
Lei era strana. parecchio strana.
«tu hai perso qualcuno?» Le chiese con fare paterno Hank.
«ho perso l'unica persona per cui vivevo, ho perso la mia ragione di vita». Hank la guardò perplesso. poi, lui sapeva bene cosa significasse quello che aveva detto la ragazza, ma non capiva chi avesse perso.
«io ho... è tutta colpa mia se lei... lei è...» Ma scoppiò a piangere, ed Hank l'abbracciò.
«va tutto bene piccola...»
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L'accettazione del cambiamento- Detroit: Become Human
FanfictionUna storia di accettazione e cambiamento. Una storia di paura e terrore. Una storia di odio e rabbia. Una storia di amore e dolcezza. Una storia di angoscia e ansia. Una storia di accettazione del cambiamento.