9 ; The Forsaking

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Artemiya era seduta davanti alla specchiera e si stava truccando gli occhi. Non riusciva però a concentrarsi come avrebbe voluto, perché qualcosa la distraeva: Sera era seduta sul suo letto, con la schiena ricurva e le mani giunte, come al solito era abbattuta a causa dell'assenza di Benedikt e, soprattutto, perché non erano nemmeno sicure fosse vivo. Nonostante Mitja l'avrebbe rimproverata, in cuor suo sperava anche lei che non gli fosse successo nulla di grave; era l'unica speranza per il Faerghus, doveva essere sopravvissuto a quello stupido viaggio.
La ragazza si alzò dalla sedia, raggiunse l'amica sul materasso e l'abbracciò, poggiandole la testa sulla spalla. Lei fece un profondo sospiro.

- Non puoi continuare a comportarti come un cane bastonato, sono passate settimane...-
- Mi manca, Artemiya... io non ce la faccio più... voglio, devo rivederlo.-
- Ascolta. Lo abbiamo cercato in lungo e in largo fino ai territori dei Galatea, se è riuscito a passarli sano e salvo allora è facile che sia sopravvissuto, da lì in poi il clima è sempre più sopportabile e meno imprevedibile, dovresti saperlo, visto che abitavi ad Enbarr...-
- Non è solo il clima a preoccuparmi. Se qualcuno gli avesse fatto del male? È partito disarmato, come al solito! Pensa sempre di fare affidamento sulle sue abilità di mago, ma come può essere al massimo delle forze se per arrivare fin là deve camminare tutto il giorno...?-
- Sai perché il Faerghus era chiamato "Sacro Regno"? – La ragazza le puntò i suoi occhi verdi addosso, confusa. – La pianura di Tailtean è il luogo dove Santa Seiros uccise Nemesis, e settecento anni dopo Loog sconfisse l'imperatore Adrestiano per ottenere l'indipendenza.
La Chiesa di Seiros fece da mediatrice tra Impero e Regno, dando vita al Sacro Regno di Faerghus. Ovviamente anche queste informazioni sono state cancellate, ma quello rimane un luogo benedetto dalla Dea.
Nel nostro paese siamo sempre stati devoti alla Chiesa, le preghiere ci portarono all'indipendenza... vuoi pregare insieme a me, chiedendo che il principe torni sano e salvo?-
- Pregare...? È giusto pregare pur non essendo devoti o credenti? Mi sembra irrispettoso...-
Artemiya le prese le mani e, stringendole tra le sue, sorrise.
- La Dea Sothis ama tutti incondizionatamente, Sera...-
- Allora... allora forse farò un tentativo...-

La ragazza scese dal letto, si inginocchiò davanti ad esso a mani giunte ed invitò l'amica a fare lo stesso, la quale la imitò con titubanza. Mentre lei pregava, Sera si domandava cosa stesse facendo, se tutto ciò avesse davvero un senso... questa fantomatica "Dea" le avrebbe davvero ascoltate? Avrebbe davvero riportato l'uomo che amava da lei, vivo e vegeto?
Voleva tornare a casa, ma non ad Enbarr, né al suo villaggio d'origine, casa per lei aveva un nome ed un cognome: Benedikt von Hresvelg.
"Oh, Dea Sothis, te lo chiedo per favore: fa sì che Benedikt non incontri ostacoli sul suo cammino e che torni da Shambhala sano e salvo..." poteva bastare? Doveva metterci più passione? Struggersi? Mostrare più riverenza? Non ne aveva idea... in realtà nemmeno sapeva esistesse una religione fino a pochi minuti prima, ed ora stava chiedendo aiuto alla sua divinità. Si sentiva ridicola, ma la disperazione portava anche a quello.
Guardò Artemiya: aveva gli occhi chiusi ed un sorriso sul volto, sembrava aver raggiunto la pace dei sensi... forse avrebbe dovuto impegnarsi di più, oppure era lei stupida ad affidarsi a qualcosa di astratto per salvare una persona...? Può darsi, ma loro non avevano affatto i superpoteri – solo Mitja a quanto aveva capito portava un Segno, raffigurato sul suo mantello, ma non sapeva localizzare le persone... e poi era stato chiaro: non le avrebbe più aiutate a cercarlo.
Con quello stupido principe non ci voleva più avere a che fare, parole sue. Rimaneva ad Itha solo per Artemiya, ma entrambi avevano detto che presto sarebbero tornati a studiare al Garreg Mach, nessuno dei due voleva sprecare l'anno e non avevano tutti i torti.
Ma lei dove sarebbe andata dopo? Rufus le faceva davvero paura, non voleva affatto rimanere in quel castello con lui, chissà cosa le avrebbe fatto... forse era solo pregiudizio, rimaneva però il fatto che lo trovasse terrificante.

Fulmine Sanguinolento - Il Leone che si credette un'AquilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora