«Il freddo imponeva la sua forza e niente in città riusciva a sottrarsi all'incantesimo del bianco. La cupola di St. Paul, che maestosa coronava la sommità della cattedrale non poteva evitare il posarsi ininterrotto della neve e, rassegnata, lasciava che ne fosse interamente ricoperta. Lo scorrere dell'acqua sotto i ponti e lungo il letto del fiume era troppo spesso costretto a frenare al contatto con enormi parti gelate, quasi a sembrare isolotti di ghiaccio alla deriva; il vento, che correva veloce e non risparmiava nessuno nel suo impeto senza freno, non evitava di sospingere e costringere alla corsa qualunque cosa o persona si interponesse tra me e la mia libertà. Gli alberi ne erano sconvolti, i lampioni si ostinavano a non cedere assecondando quella forza con un ritmico e costante ondeggiare imitando il pendolo di antichi orologi a muro. Soltanto un essere sconvolto e tormentato poteva essere in accordo con un simile scenario e lasciare che la più ostile delle notti invernali lo seducesse. E io ero di certo sconvolto! Nessuno avrebbe mai pensato di andare girando per vicoli e stradine con il gelo che graffia il viso e debilita il più forte tra gli spiriti temerari; eppure avevo ormai in testa un solo desiderio e sapevo che niente sarebbe riuscito a farmi desistere. La conversazione avuta poco prima con l'uomo degli Urali aveva dato alla notte lo scopo che le mancava, la ragione era tutta proiettata al perseguimento di un unico obbiettivo e allora camminavo e cercavo e pensavo e non smettevo di parlare da solo. I miei non erano però ragionamenti confusi e sconnessi o analogie e catene di pensieri più o meno logiche, avevano un senso ben preciso e servivano al mio cuore disperato a raccogliere per sé tutto il coraggio di cui necessitava per affrontare l'impresa. Avrei voluto soltanto dirle che l'amavo, non avrei perso tempo a ragionare e spiegare, credevo che non ce ne sarebbe stato bisogno. "Basterà che le confessi il mio amore," pensavo "e allora lei si darà a me senza indugi, in fondo non credo di averle mai detto chiaramente e con tutta onestà cosa sento per lei, il più delle volte penso di essermi limitato ad ammirarla, a farle tante lusinghe che però di certo, pur sgorgando spontanee dalla mia bocca, mancavano di efficacia e d'impeto. Ma no, di sicuro non sono mai stato davvero chiaro con lei. Oh cielo! E se fosse solo colpa mia tutta questa ingarbugliata situazione? Magari lei non aspetta altro che chiarezza e un po' di coraggio in più nel manifestarmi e nel dichiararle tutto il mio devoto amore. Sto venendo da te e son certo che riuscirò a dirti proprio ciò che tu più di tutto vorrai sentire. Sono certo, amore mio, che le tue orecchie e il tuo cuore e la tua bocca sono pronti più che mai ad accogliere quest'uomo che te sola al mondo vuole. Maya tu forse hai fino a questo giorno inteso il mio affetto come quello di un fratello, ti ho forse lasciato credere questo? Perdonami cara, quanto tempo è già andato perduto soltanto a causa della mia incapacità!"
Parlavo da solo, come in preda a un delirio di vane speranze. Era tardi, la mezzanotte era già trascorsa e sapevo bene dove trovare Maya e comunque pur nell'indecisione mi diressi con tutta fretta verso il rifugio. A quell'ora tarda della notte non fu certo semplice allontanarmi da solo dal centro della città e incamminarmi verso il bosco, ma bastò il rumore di una corriera notturna a rafforzare la fiducia nei miei piani. Feci segno per fermare il conducente e salire a bordo.
"Avrò bisogno di un passaggio solo per qualche miglio poi potrò proseguire a piedi"
"Accomodatevi prego signore e prendete posto accanto al colonnello"
Il colonnello era un uomo sulla quarantina, ma in realtà dimostrava molti più anni, forse a causa delle numerose cicatrici che, mescolandosi alle rughe profonde, davano a quel volto un'aria arrabbiata e cupa e comunque nulla che facesse pensare a un uomo giovane. Ci guardammo per qualche minuto e poi il colonnello parve riconoscermi e sorridendo mi chiese:
"Nonostante sia quasi certo che voi non mi riconosciate voglio, tuttavia, darvi un consiglio paterno. Sento di farlo mio caro, perché sono spinto alla sincerità nei vostri confronti dal ricordo che ho di vostro padre, uomo buono e gentile, ma anche coraggioso e fedele. Dimostrò lealtà e devozione a me e alla corona quando per la guerra sbarcammo oltre oceano e non si tradì mai, coerente con la vita che aveva fino a quel momento condotto, non lasciò che nessuno potesse corromperlo eppure, se avesse voluto, avrebbe evitato le atrocità che la guerra, generosa, elargisce."
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Maya e Apollineo. Storia di un amore tragico
Historical FictionMaya e Apollineo - storia di un amore tragico affonda la propria radice nella filosofia di Friedrich Nietzsche e nell'opposizione tra la natura apollinea, razionale ed equilibrata e quella dionisiaca ebbra di vita e istintiva. Inghilterra di fine ot...