Capitolo 1 (Terzo Anno). Hogwarts Express

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James Fleamont Potter era preoccupato: molto, moltissimo preoccupato, così preoccupato che avrebbe vomitato sulle rotaie del treno dall'ansia. 
Il suo migliore amico da ben tre anni ormai, Sirius Black, non era ancora apparso alla stazione di King's Cross e mancava poco meno di tre minuti prima che il treno per Hogwarts partisse. 
Suo padre gli mise una mano sulla spalla rassegnato: «È meglio che tu salga, James. Se dovessi sapere qualcosa su di lui, ti manderò immediatamente un gufo». 
James, sospirando amaramente, si affrettò a salire sul treno, dopo aver salutato per l'ultima volta sua madre e suo padre. Remus Lupin e Peter Minus, gli altri suoi due migliori amici, lo aspettavano all'entrata degli scompartimenti di Grifondoro. 
«Niente vero?» chiese Peter. 
James scosse la testa, sospirando: «Ho visto arrivare solo Regulus, ma niente Sirius».
Remus scrollò le spalle come faceva sempre quando si sentiva nervoso o a disagio: «Credi che lo abbiano ritirato da scuola?»
James non rispose e iniziò a camminare per lo stretto corridoio cercando uno scompartimento libero. Remus, dietro di lui, sospirò e lo seguì insieme a Peter.

Proprio quando avevano trovato uno scompartimento libero, qualcuno, da un paio di scompartimenti più avanti, uscì in corridoio urlando: «James! Remus! Peter! Qui!».
Gli occhi di tutti e tre si illuminarono alla vista di Sirius, che li salutava con un mano dalla porta dello scompartimento. James non poté fare a meno di andare ad abbracciarlo: improvvisamente tutte le sue preoccupazioni e ansie erano sparite completamente. 
«Credevamo che ti avessero ritirato da scuola!» disse James separandosi dal ragazzo. 
Sirius rise: «Volevano farlo, ma mi sono fatto dare un passaggio da mia cugina Andromeda per poter venire».
Anche Remus e Peter abbracciarono Black sorridendo felici. 
«Come sta Cassandra?» chiese Remus. 
Sirius sogghignò e li invitò dentro lo scompartimento. 

Messo sopra uno dei suoi sedili ci stava una culla per bambini e non ci volle nemmeno un secondo a James per capire quello che il suo migliore amico aveva combinato. 
«Tu sei completamente pazzo, Sirius Orion Black!». 
Black sorrise colpevole e disse: «Beh, cosa ti aspettavi? Che la lasciassi nelle mani dei miei genitori? Mai! Non dopo tutte quelle riunioni con le altre famiglie purosangue».
«Non c'è molto che possiamo fare adesso, James. Il treno è partito» gli fece notare Remus mentre si sedeva accanto alla culla per guardare la neonata. 
«Come farai ad occuparti di lei se sarai a lezione? E la notte? Ci hai pensato a questo razza di zuccone?» disse James mentre Peter si sedeva di fronte alla culla, per vedere per la prima volta la piccola Cassandra. 
«Beh per la notte non ci sarà nessun problema, la farò dormire con me e metterò un incantesimo per non svegliarvi. E quando sarò a lezione dirò a Kreacher di occuparsi di lei».
«Io posso andare a controllarla quando non ho lezione. E magari possiamo mettere qualche incantesimo per avvisarci quando piange» propose Lupin. 
James fu quasi deluso nel sentire le parole di Remus, perché sperava che almeno lui fosse d'accordo con quello che stava dicendo, e finì per lasciarsi cadere accanto a Peter mentre Sirius si sedeva accanto alla culla. 

«Posso prenderla in braccio?» chiese Remus. 
Sirius guardò prima la bambina e poi Lupin. 
«Sta attento però» acconsentì Black.
Lupin tirò fuori la piccola Cassandra Jamie Black, vestita con un delizioso pigiamino bianco con delle farfalle rosa. La piccola era bella sveglia e si guardava attorno, probabilmente cercando di capire chi l'aveva portata via dalla sua adorabile cameretta di cui Sirius gli aveva mandato una foto. 
«Ciao Jamie» rise Remus quando la neonata girò il viso verso di lui. 
James sospirò: improvvisamente non era più così arrabbiato con Sirius. 
«Ci sono ancora un paio di problemi però» fece notare Peter, «Come facciamo a tenerla nascosta dai professori? E poi c'è anche il problema del latte. Come facciamo a prenderlo sempre? E i tuoi genitori? Che faranno appena lo scopriranno?». 
Mentre Remus cullava tra le sue braccia la piccola, Sirius si portò indietro i capelli. 
«Mia madre non vuole che si sparga voce che io abbia una figlia perciò non credo che faranno nulla, solo qualche strillettera e non credo che i professori saliranno nel nostro dormitorio, forse la McGranitt se qualcuno facesse la spia. Per la questione cibo, ho venti biberon di latte già pronti nel baule, messi dentro a una borsa che ho fatto incantare da Kreacher in modo che il latte si mantenga, ma comunque non credo ci sarà qualche problema nel prendere il latte nelle cucine. I veri problemi inizieranno quando dovrò svezzarla e farla passare al cibo solido». 
James dovette ammettere che il suo amico sembrava aver già trovato una soluzione a tutte le possibili complicazioni che il suo stupido piano avrebbe potuto comportare. 

«Vado a prendere qualche caramella, voi ne volete?» chiese Peter. 
Tutti scossero la testa e allora Peter partì da solo a cercare la signora col carello.
James guardò Remus fare delle smorfie divertenti alla piccola bambina.
«Il tuo turno è finito, Lupin. Tocca a me adesso!».
Remus lasciò che James prendesse la piccola dalle sue braccia con evidente stizza. 
Cassandra sembrò leggermente confusa dal cambio, ma non pianse e lasciò che James la tenesse tra le braccia. Si sistemò meglio e chiuse lentamente gli occhi.
«Sei sicuro che sia tua figlia? Tu ti lamenti sempre» scherzò James. 
Sirius si finse offeso dalla sua domanda: «È ovvio che è il mio sangue! Tanta bellezza può venire solo da altra bellezza!». Poi tornò serio e si passò nuovamente la mano tra i capelli. 
«Ho dovuto fare un test perché mia mamma non riusciva a credere che fosse mia. Mio padre era più stupito del fatto che la notte non piangesse come una dannata come facevamo io e Reg». 
James guardò la piccola sonnecchiare tra le sue braccia e poi il suo migliore amico: chiunque dubitasse che fosse una Black doveva essere cieco perché la neonata era la copia esatta di Sirius. 
Remus si grattò la nuca: «Non posso che biasimarli. Se fossi stato nei panni di tua madre avrei fatto lo stesso, diseredato o no». 
Lupin si allungò verso James per prendere una delle piccole manine di Cassandra. Sirius si sedette accanto a James e le accarezzò la testolina con le dita. 
«Non so se sia una cosa buona o cattiva che cresca con noi. Siamo tutti dei casi problematici» commentò Lupin. 
Sirius scoppiò a ridere con la sua risata simile ad un latrato di un cane e Cassandra aprì gli occhi spaventata. James temette che avrebbe iniziato a piangere e Remus avrebbe dovuto tirare subito un incantesimo silenziatore alla porta dello scompartimento, ma al contrario fissò gli enormi occhioni grigi nei suoi e allungò una gamba mentre stringeva con tutta la forza che aveva l'indice di Remus nella sua manina. 

«Mi sta fissando come se fosse un maniaco e ha solo quindici giorni».
Sirius e Remus scoppiarono a ridere tenendosi la pancia tra le risate, mentre Peter tornava al loro scompartimento con un sacchetto pieno di dolci e li guardava confuso.

Growing Up With The MaraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora