Capitolo 13 (Terzo Anno). La fine delle vacanze

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«Che significa? Dove staresti?». 
James si era messo in piedi così in fretta che sarebbe caduto se Remus non gli avesse afferrato il braccio in tempo. Gli si avvicinò e gli mise entrambi le mani sulle spalle, un'espressione preoccupata adesso sul suo viso. Sirius sosteneva a malapena il suo sguardo. 
«Non lo so, inizierò a cercare casa una volta finita la scuola. Vivrò con quello che mi ha lasciato zio Alphard. Non posso rimanere in quella casa, James, non con Cassandra, non quando sta per scoppiare una guerra» rispose Sirius. 
James scosse la testa: «Puoi rimanere qui, Sir, sai perfettamente che i miei genitori ti vogliono bene come se fossi loro figlio e Cassandra non sarà mai un problema per loro! Potresti pure lasciarla qui e lasciare che i miei si occupino di lei quando siamo a Hogwarts!». 
«Non voglio essere un peso per voi, James, non potrei mai accettarlo. Appena tornerò a Diagon Alley, andrò ad aprire un mio conto personale e metterò tutti i soldi che mio zio mi ha lasciato e infine troverò una casa». 
«E che farai? Non sai neanche cucinare e chi ti dice che tuo padre non proverà a cercarti per avere Cassandra? Sei pazzo Sirius?» disse Remus, adesso le braccia incrociate. 
«Oh smettila Lupin. Troverò una soluzione, non preoccuparti, grazie». 
James però non sembrava per niente rassicurato dalle parole del ragazzo, anzi, forse era ancora più preoccupato e scettico su questa possibile idea. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Sirius non lo lasciò parlare.
«Basta così. La decisione da prendere è mia: devo fare ciò che è meglio per Cassandra. Domani dobbiamo pensare a quel battesi-coso che mi dicevi un paio di giorni fa, Potter».
La discussione si concluse in quel modo: Sirius andò a letto poco dopo, lasciando Remus e James preoccupati su quel balcone insieme a un dormiente Peter. I due ragazzi si guardarono mentre Black andava via, ma non dissero nulla, anzi, poco dopo svegliarono Minus e andarono anche loro a letto. 

 Il giorno dopo c'era evidente tensione tra i tre ragazzi, così tanta che persino Euphemia e Fleamont Potter erano riusciti a capire che c'era qualcosa che non andava tra loro. Il signor Potter tentò di parlare con Remus e James per capire cosa fosse accaduto, ma entrambi finirono con il commentare "Chiedete a Sirius". 
Quando la signora Potter entrò nella camera che Sirius e Remus condividevano, Black stava disperatamente cercando di mettere a letto la figlia Cassandra. 
«Va tutto bene caro?». 
Non avendola sentita entrare, Sirius si girò di scatto, pallido in viso per lo spavento, ma non appena riconobbe Euphemia, si riprese. Lei gli sorrise e si sedette sul letto di Sirius, allungando le braccia per prendere la neonata da quelle del ragazzo. Sirius la lasciò fare. 
La donna si mise in piedi e iniziò a cullarla, canticchiando una vecchia melodia per bambini: in men che non si dica, Cassandra stava dormendo nella sua culla. 
«Grazie» disse a bassa voce Black, sedendosi sul suo letto e guardando la piccola dormire. 
Lei gli si sedette accanto e circondò le sue spalle con un braccio. 
«Che succede Sirius? Tu, James e Remus vi evitate come la peste». 
Sirius sospirò: «Voglio scappare di casa. Quest'estate, forse, non so, ma il prima possibile. Per Remus è totalmente contrario all'idea e James è preoccupato per me». 
«Capisco. Sai che sei sempre il benvenuto a casa nostra, vero, caro?». 
«Non voglio disturbarvi ancora, signora Potter. Mi troverò un posto tutto mio e per Cassie». 
Il viso della signora Potter si aprì in un sorriso di conforto e disse: «Oh ma tesoro, sai che non è nessun disturbo. Ti voglio bene come un figlio, Sirius, quindi quando vorrai sarai il benvenuto qui». 
Sirius, trattenendo le lacrime, annuì. Euphemia era e sempre sarebbe stata la madre che aveva sempre desiderato e mai avuto. 
Lei lo abbracciò.
 «Promettimi che verrai qui semmai scapperai di casa, Sirius» gli chiese. 
Sirius non poté che annuire: «Va bene, signora Potter». 

-

Pochi giorni dopo quella piccola discussione tra i ragazzi, James Fleamont Potter e Remus John Lupin divennero ufficialmente i padrini di Cassandra Black. 
Fu una piccola cerimonia, celebrata in segreto a casa Potter in modo che nessun Black potesse venirne a sapere e riferire ai genitori di Sirius, ma che in ogni modo era stata una meravigliosa occasione per stare tutti insieme e godersi un momento felice. 
Sirius doveva ammettere che aveva pianto un pochino prima di andare a letto quella sera: era grato per tutto quello che gli era successo, per quello che il destino gli aveva dato e per Cassandra, che cresceva ogni giorno sempre di più. Avrebbe fatto di tutto per lasciare che tutto questo non finisse mai. 

Quel pomeriggio, due giorni prima del ritorno a scuola, i quattro ragazzi - Remus aveva già finito i suoi compiti, ma aveva deciso di aiutarli per pura pietà nei confronti di Peter che non sapeva nemmeno da dove iniziare - stavano facendo i compiti nel salotto, la signora Potter che ogni tanto andava a controllare che stessero davvero studiando.
Sirius teneva Cassandra tra le braccia, mentre finiva il suo tema sui Mollicci per Difesa contro le Arti Oscure, James era alle prese con la correzione del suo e Remus stava aiutando Peter in Storia della Magia. 
«Ah-ah Cassie! Quella non si mette in bocca amore mio» disse Sirius, levando dalle mani della piccola una matita. 
Cassandra gli diede uno sguardo tra il confuso e l'arrabbiato e si agitò, allungandosi di nuovo per prendere la matita. Sirius sospirò mentre l'allontanava il più possibile da lei. Per fortuna però aveva già allontanato il calamaio ancora prima che la piccola peste potesse combinare un disastro. 
James rise: «Aw! La mia principessa sta già facendo il suo primo capriccio!». 
 «Sarà il primo di una lunga seria se sarà viziata come suo padre» disse Remus mentre ricontrollava i compiti di Pozioni di Peter. 
Sirius posò la penna solamente per fargli il medio, mentre si sistemava meglio Cassandra in braccio. James lo guardò male e gli indicò la bambina con la mano per dirgli di smetterla. 
«Fottiti Lupin» rispose Sirius. 
«Parole, Black, parole!» urlò James. 

NOTA AUTRICE:
Ebbene sì sono viva, sono sopravvissuta agli scritti anche se greco è stato davvero duro. 
Vado all'esame con 64, spero disperatamente di arrivare all'ottanta. Non ho studiato molto negli ultimi giorni ma in questi giorni mi riprenderò (mi mancano storia, arte e scienze da finire di riassumere, speriamo di farcela entro dopodomani). Ho l'esame questo sabato, sono la terza, mi trema letteralmente il culo perché quello di greco esterno è un idiota e la presidente una stronza. 
In bocca a lupo a tutti coloro che quest'anno hanno degli esami!

Stellina se ti piace il capitolo!
-Moony

Growing Up With The MaraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora