Capitolo 16 (Terzo Anno). Idee confuse

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Era un caldo tardo pomeriggio di aprile: i quattro ragazzi erano fuori, seduti su una grande coperta da pic-nic vicino alle sponde del Lago Nero, e tra loro, sparsi per terra, c'erano libri e carte. Tra le gambe di Sirius stava seduta Cassandra, che giocava con una tastiera musicale giocattolo, premendo tasti a caso e ridendo felice. 
Tuttavia, se Cassandra si stava divertendo a giocare, i quattro ragazzini stavano cercando una soluzione per il problema di Remus: Sirius affermava che forse era destino che anche lui avesse un figlio quasi della stessa età di sua figlia, James aveva cercato tutta la notte modi in cui Skeetle avesse potuto abortire, mentre Peter affermava che Skeetle avesse ragione e avrebbero dovuto portare il bambino in orfanotrofio. Remus, che era scisso tra tutte le ipotesi, cercava di trovare una soluzione che non gli pesasse sulla coscienza per tutta la sua vita. 
«Non lo so, non lo so! E se me ne pentissi?» disse Remus. 
«Perché non tenerlo con noi Remus? Insomma guarda che bel lavoro stiamo facendo con Jamie! Così è come se lei avesse un fratellino!» rispose Sirius. 
James agitò le mani come per scacciare l'idea di Black e si oppose: «Remus, non ascoltare Sirius ti prego! Questo idiota è diventato padre ma non ha ancora capito che un figlio non è un animale domestico!». 
Sirius gli fece il dito medio. «Cosa vorresti dire idiota?!» 
«Che tu sei un idiota!». 
Potter e Black iniziarono a discutere, sotto lo sguardo divertito di Peter che sgranocchiava un pacco di biscotti al cioccolato e quello esasperato di Remus che era sul punto di tirare un ceffone a tutti e due e farli rinsavire. 

-

Dopo la cena, tutti e quattro i ragazzi si diedero la buonanotte e si misero tutti nei propri letti.
Remus si girava e rigirava, pensando a cosa fare con quella nuova situazione: forse aveva ragione James e avrebbe dovuto cercare in tutti i modi di mettere fine a quella gravidanza o portare il bambino in orfanotrofio, ma forse anche Sirius aveva ragione, avrebbe potuto crescerlo lì insieme a loro come stavano facendo con Cassandra. 
Ma come avrebbe potuto accettare l'idea che quel bambino sarebbe anche potuto essere come lui? Come poteva dare un peso del genere ad un bambino innocente? 
E i suoi genitori? Cosa avrebbero detto di lui? Come avrebbero potuto permettersi di mantenere entrambi se faticavano già per arrivare a fine mese? Come poteva dare un altro peso a sua madre che soffriva già così tanto per la sua malattia?
Provava un così forte dolore al petto che non sapeva se fosse per la sua frattura interiore o per l'imminente luna piena. 

Non aveva ancora detto niente a nessuno se non ai suoi quattro migliori amici e...
Improvvisamente gli venne in mente il vago ricordo del capodanno passato dai Potter e di come aveva detto tutto quello che gli stava succedendo con Skeetle involontariamente a Ted Tonks, il cugino acquisito di Sirius. Gli aveva scritto una lettera poche settimane fa, per chiedere come stesse e se avesse risolto i suoi problemi con la ragazza di Serpeverde, ma non aveva ancora risposto perché non sapeva cosa dire. 
E ora si chiedeva se avesse potuto chiedere a lui un parere, perché era sicuramente più grande di lui e più maturo e gli avrebbe sicuramente dato la risposta giusta. 
Finalmente riuscì ad addormentarsi, decidendo che domani avrebbe finalmente risposto a quella lettera di Tonks. 

Remus camminava da solo per le strade di Hogsmeade, mentre i suoi amici si erano allontanati dal villaggio per poter giocare con la piccola Cassandra che aveva da poco compiuto 8 mesi. Sirius lo aveva pregato fino all'ultimo di venire con loro a "festeggiare" l'ottavo mese della piccola, ma lui gli aveva ripetuto sempre che li avrebbe raggiunti non appena avesse preso alcune cose per la scuola e ovviamente Sirius gli aveva creduto. 
Stava andando a vedere Ted Tonks, che aveva accettato di incontrarlo per parlare meglio di tutta quella questione. Si erano dati appuntamento ai Tre Manici di Scopa.
Ted era già lì quando arrivò al piccolo locale, seduto in un tavolo appartato, insieme alla figlia Nymphadora. Sorrideva alla piccola, che da quanto aveva capito aveva da poco compiuto un anno, mentre lei giocava con una vecchia bambola di pezza.

«Remus! Che piacere rivederti!» lo salutò calorosamente quando si avvicinò al tavolo. 
Ted gli raccontò della piccola festa di compleanno che avevano organizzato per la piccola Dora e di come Andromeda, la moglie di lui, gli avesse dato il compito di occuparsi della bambina mentre lei era andata a fare qualcosa - Ted presupponeva centrasse con la famiglia Black e con tutta la faccenda dell'essere diseredati da loro. 
Dopo una decina di minuti, arrivarono a parlare di ciò per cui si erano incontrati. 
Remus iniziò a rigurgitare i suoi pensieri degli ultimi giorni, insieme a come gli altri lo stessero confondendo ancora di più. 
«Remus» lo fermò all'improvviso, con l'espressione più seria che avesse mai visto, «Credi che il nostro incontro di oggi possa darti la risposta a tutti questi incontri?». 
Lupin annuì. 
«Ti sbagli Remus. La mia opinione è che sei troppo piccolo per avere un figlio, ma Remus, devi capire che la scelta è tua, non mia, non di Sirius o dei tuoi amici, solamente tua. Qualunque cosa farai sono sicuro che i tuoi amici e la tua famiglia saranno lì a supportarti, come me». 
«Ma se dovesse essere come me? Come potrei fare una cosa del genere a mio figlio?» chiese disperato. 
«Di cosa dovresti preoccuparti Remus? Se anche fosse come te, che problema ci sarebbe? Sei un ragazzo intelligente, coscienzioso. Per caso ti sembrano delle brutte qualità?». 
Remus sospirò, aveva dimenticato che Ted non conosceva della sua malattia.
«Si, forse hai ragione» disse solamente il ragazzo. 
Ted guardò il suo orologio da polso e si alzò, sistemandosi meglio la bambina tra le braccia. 
«Devo andare Remus, ma non esitare a scrivermi per qualsiasi cosa! Fammi sapere cosa sceglierai». 

«Hey, amico, ma dove sei stato? Non sei più venuto» disse Sirius, quando tutti e tre tornarono da Hogsmeade. 
Remus era seduto sul suo letto, con un'espressione seria dipinta sul suo viso.
I tre ragazzi iniziarono a preoccuparsi, non avendo mai visto il loro Lupin in quel modo. 
«Ho deciso. Scriverò a Lilian un biglietto: quel bambino starà con me, come è giusto che sia». 

NOTA AUTRICE: 
Buongiorno a tutti, pubblico adesso prima di tornare a scrivere così non me ne dimentico. 
Spero che tutti stiano passando delle belle vacanze<3
Appena avrò completato buona parte della storia nelle bozze inizierò a pubblicare regolarmente, nel frattempo continuerò a pubblicare quando mi capita
Dato che probabilmente non pubblicherò per un altro po', buon ferragosto!

Stellina se ti piace il capitolo!
-Moony 

Growing Up With The MaraudersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora