Capitolo 15 (Terzo Anno). Una brutta notizia?

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Da quella notte, la faida tra i Malandrini e il gruppo di Piton salì ad un altro livello.
Lillian Skeetle, una viscida ragazzina Serpeverde del sesto anno, era una amica stretta di Piton e della sua combriccola, che si aggirava tra i corridoi lanciando fatture e maledicendo i ragazzini più piccoli quando meno se lo aspettavano. Nel suo ultimo incontro con Remus – al quale erano fortunatamente presenti anche Peter e Sirius – lo aveva minacciato, dicendo che se avesse detto anche solo una parola su quello che era accaduto agli insegnanti, sarebbe andata a denunciarlo al Ministero della Magia per stupro. 
E dopo quello, James, Sirius e Peter fecero in modo da renderle la vita un vero e proprio inferno: fecero in modo che la sua fronte si riempisse di piccole pustole verde vomito che componessero la scritta a caratteri cubitali "PREDATOR" – ci vollero settimane prima che Madama Promfrey riuscisse a far sparire le pustole ma rimasero comunque delle cicatrici –, le riempirono la borsa di terribili ragni giganti, la incastrarono più volte in scherzi che lei non aveva mai commesso, facendola finire più volte in punizione, le fecero spesso scomparire i compiti e una volta riuscirono anche a fare in modo che non trovasse la sua stessa bacchetta. 
Remus era più che grato ai suoi amici di quello che stavano facendo per lui: non aveva idea di cosa avesse fatto per meritarselo, ma non faceva che ringraziarli per essergli rimasto accanto. Era però rimasto un problema: la ragazza, nonostante avesse usato un incantesimo contraccettivo, era rimasta incinta e non avrebbe potuto abortire, altrimenti i suoi genitori l'avrebbero buttata fuori di casa. Glielo aveva rivelato tramite una lettera qualche giorno dopo San Valentino: lui era rimasto totalmente scioccato che per poco non aveva fatto cadere il ciuccio di Cassandra a terra e non era ancora riuscito né a metabolizzare la situazione né a parlarne con qualcuno. 

Decise di incontrarla, senza dire nulla a Sirius o ad altri, per parlarle. 
Non lasciò che si avvicinasse troppo a lui, né smise di tenere saldamente la bacchetta nelle sue mani: non avrebbe permesso che ci fosse una replica dell'episodio precedente. 
Lillian non disse nulla al riguardo, rimase dove era, a braccia incrociate. 
«Ne sei sicura?». 
Skeetle sbuffò infastidita: «Secondo te ti avrei scritto di nuovo se non ne fossi stata sicura, Lupin? Ne ho già abbastanza dei tuoi piccoli amichetti». 
Remus cercò di mantenere la calma: aveva appena quattordici anni, come avrebbe potuto prendersi cura di un figlio? La sua famiglia faceva già tanti sacrifici anche solo per mandarlo a scuola, come avrebbe potuto anche mantenere un neonato?
«Devi abortire» disse Remus. 
La ragazza sospirò, appoggiandosi al muro del corridoio. Era affranta quasi quanto lui. 
«Non posso, i miei genitori lo scoprirebbero subito e mi ucciderebbero. E poi, non sarò maggiorenne prima del sesto mese». 
Remus si portò le mani ai capelli: non bastava essere un lupo mannaro? Doveva per forza avere un figlio a fottuti quattordici anni?
«Vai da Madama Chips o qualcuno che ti possa aiutare senza dirlo ai tuoi genitori allora!». 
Skeetle lo guardò torvo e disse: «Credi non ci abbia già pensato? Non posso maledizione!».
Strinse le mani in pugni così forte che le sue nocche divennero bianche. Improvvisamente gli salì l'incredibile rabbia che per tutti questi mesi di tormento aveva provato: più guardava la giovane donna più saliva la voglia di tirarle un forte pugno in faccia. 
«Oh, non preoccuparti Lupin. Lo manderemo al primo orfanotrofio disponibile il giorno stesso in cui nascerà»
Remus la fissò sconvolto a quella affermazione e avrebbe anche voluto rispondere, ma se ne andò senza dire un'altra parola.

-

Sirius aveva appena finito di fare il bagnetto alla figlia quando sentì la porta del suo dormitorio sbattere così forte da far tremare tutti i vetri delle finestre. 
Con Cassandra ancora tra le braccia, si sporse dalla porta per controllare: Remus Lupin, il viso rosso dalla rabbia e dalle lacrime, stava prendendo a calci il suo letto a baldacchino con una tale collera da far tremare tutto. 
«Remus? Hey, che succede?». 
Mise velocemente Cassandra nella sua culla e si affrettò ad andare da Lupin, per fermarlo dal tirare giù il suo letto. Non credeva di aver mai visto Lupin così arrabbiato e non credeva nemmeno che fosse possibile farlo arrabbiare. 
Lo afferrò per un braccio e lo allontanò dal suo letto. 
«Hey! Ma che diamine ti prende?!» gli disse. 
Remus si liberò dalla sua stretta e si mise a cercare qualcosa nel suo baule - Sirius avrebbe potuto giurare vedere un'ultima lacrima scivolare lungo la sua guancia. Senza voltarsi verso il ragazzo dai capelli corvini, disse: «Merlino mi vuole così tanto male da non solo rendermi un licantropo e farmi subire un susseguirsi di traumi, tra cui l'essere violentato da una delle più terribili ragazze al mondo, ma vuole farmi diventare padre a fottuti quattordici anni!».
Sirius rimase a bocca aperta mentre Remus si voltava verso di lui, una sigaretta tra le dita tremanti di rabbia. Rimase così spiazzato che non riuscì a dire assolutamente nulla. 
Remus invece non si fermò.
«Mi ha mandato una lettera qualche giorno fa per dirmi che era incinta e che voleva incontrarmi. Ci siamo incontrati e mi ha detto che non può abortire». 
Si mise la sigaretta tra le labbra e con la sua stessa bacchetta l'accese, sedendosi ai piedi del suo letto. 

Ci fu un attimo di silenzio: Sirius non era ancora riuscito a riprendersi da quella notizia e Remus fumava con lo sguardo fisso nel vuoto. 
Black alla fine trovò il coraggio di smuoversi: si sedette accanto a Lupin e gli mise una mano sulla spalla. 
«Remus, mi dispiace tantissimo». 
Il biondo aspirò un altro tiro dalla sigaretta.
«Ha detto che lo avremmo mandato in un orfanotrofio, ma non ce la faccio, Sirius. Il solo pensiero che un mio figlio finisca senza un padre e una madre mi strugge il cuore. Non posso permetterglielo, ma non posso neanche occuparmi di lui, come farò?».
Sirius gli circondò le spalle con un braccio e appoggiò la sua testa sulla sua spalla.
«Troveremo una soluzione, non preoccuparti, va bene?». 

-

Cassandra stava seduta nel suo seggiolone a giocane con uno dei suoi sonagli. Remus era di fronte a lei, faceva avanti e indietro per la stanza, borbottando sotto voce qualcosa. Aveva dei fogli tra le mani, che leggeva e rileggeva, sospirando dalla frustrazione. 
Sirius, James e Peter erano in punizione per aver quasi fatto cadere dalla scopa Lilian Skeetle. 
Ad un certo punto Remus si fermò proprio di fronte alla bambina, lanciando i fogli per aria con un lamento. Si portò le mani ai capelli e preso dalla rabbia se li arruffò, finché non notò Cassandra ridere ai fogli di carta che cadevano a terra. 
«Oh Merlino, ma cosa sto facendo?» si disse ridendo anche lui. «Sto davvero uscendo fuori di testa. Sto crescendo una bambina insieme ai miei migliori amici, perché sono così spaventato?». 
Cassandra rise di nuovo, lasciando il sonaglio e battendo le mani con forza. 
Remus perse il suo sorriso: «Oh lo so perché ho paura. Ho paura che sia come me, un mostro e non come te, mio piccolo dolcettino». 
Sospirò affranto e iniziò a raccogliere i fogli che aveva lanciato per aria. 

NOTA AUTRICE:
Ho appena notato che sono sette anni che sto su wattpad e che da cinque pubblico le mie storie. Grazie a tutti coloro che mi hanno supportato fin dagli inizi, senza di voi probabilmente non avrei continuato a scrivere e avrei mollato questa passione. 
Grazie a quest'applicazione e alla mia passione per la lettura, ho scritto tanto e cerco di migliorare giorno per giorno per poi forse fare un passo molto più grande. 
Grazie a tutti per il supporto a questa storia, ve ne sono grata<3

Stellina se ti piace il capitolo!
-Moony


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