Your Eyes

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Il giorno dopo sarei dovuta andare a provare, ma non potevo lasciarlo li così, quindi decisi di stare con lui. Ci svegliammo che erano le sette, lo guardai mentre dormiva, quanto mi piace quando sta così, aprii gli occhi, mi venne spontaneo un sorriso rassicurante, ma lui no, prese le coperte e se le mise sopra la testa, cercavo invana di togliere la sua mano per farmi vedere come stava, ma niente, non ci riuscivo, cosi mi misi sotto con lui, mi strinsi forte al suo petto, a quel punto lasciò la presa così tolsi il suo braccio e chiusi Michael in un abbraccio, sapevo che quel male che aveva una settimana fa continuava ad inseguirlo così dolcemente gli dissi

"Andrà tutto bene."

É a quel punto che sentii la sua stretta, mi stava abbracciando così forte che per poco non mi è saltata una costola.

﹏﹏﹏﹏﹏﹏

Era passata una settimana da quando Mika litigò con Andy mentre io ero in casa, e per una settimana non ho ricevuto da lui neanche un messaggio, mi stavo seriamente preoccupando, anche se la mia vita da artista continuava, stavo incidendo un nuovo cd e dopo poco avrei cominciato il mio tour, starò via per 15 giorni, non farò un grande tour, ma uno un po poveretto, perché la mia casa a deciso così e a me sta bene.

Stavo in un bar, il bar, il Poison Roses, il locale dove avevo portato Michael quella volta, ero seduta esattamente dove mi misi quella sera, stavolta ero io a giocare con la bottiglia di birra vuota, da sola, mentre ripensavo a tutto quello che è successo tra noi, e tutte le volte che poteva succedere di più ma ci hanno sempre distratto i nostri problemi.

Mi arrivò una chiamata, risposi un pò scocciata del fatto che qualcuno potesse avermi portata via dai miei pensieri

"Girati" fu tutto quello che disse, mi voltai e in un tavolo rotondo in legno c'era Mika, che braccio sinistro disteso sul tavolo e il destro stava a telefono, mi sorrideva come un'ebete, ma devo ammettere che quel sorriso mi ha fatto mancare un colpo al cuore.

Mi avvicinai al tavolo e mi sedei davanti a lui, ero seria, per una settimana non mi aveva chiamato e non si era minimamente fatto sentire mentre ora mi sorrideva, ancora una volta mi mandò in confusione

"Una telefonata potevi anche farmela questi giorni, ah già, per te sono solo un gioco" dissi evidentemente irritata

"Scusa, ho avuto un pò di problemi, però non penso che sia un caso il fatto che ci siamo ritrovati"

"Si, infatti io vengo spesso qui, anche prima di portarci te" volevo intendere che sapeva dove cercarmi e che non sarebbe mai stato un caso, a quel punto mi prese per mano e disse

"Mi hai portato nei posti che ti stanno a cuore, e mi hai sempre strappato un sorriso, ora tocca a me" accettai senza troppi ripensamenti, così salimmo in macchina e arrivammo non poco distante, era tardi, verso le 10 di sera, mi ritrovai in un parcheggio buio in periferia, ma non pensai a nulla di male, infatti scendemmo subito e mi fece chiudere gli occhi, era divertito, forse più di me, mi portava tra le sue mani, con gli occhi chiusi riuscivo a sentire bene il suo profumo che si mischiava a quello dell'erba bagnata

"Puoi aprirli adesso" mi disse appena si fermò, aprii gli occhi e davanti a me c'erano mille luci che ballavano, due grandi pali altissimi reggevano la scritta 'LunaParck' sorrisi, forse il più sincero e istintivo sorriso che avevo, mi trascinò come fosse un bambino, ormai nel parco c'erano solo poche persone e tutte ansiane, quel parco era in periferia e per questo non ci andava mai nessuno, facemmo un giro su tutte le giostre movimentate, quando fummo un po più stanchi passammo a quelle piu calme, le tazze, il carillon con i cavalli e quella sua musica molto fiabesca, poi fu il turno della ruota panoramica, saliti su questa, Michael diventò serio e incominciò a guardare fuori, dove le miriadi di luci della città brillavano sotto i nostri occhi

"Cos'hai?"

Gli chiesi subito senza rimuginarci sopra

"Qui ci venivo con la mia famiglia, io le mie sorelle e il mio fratellino, ci divertivamo un sacco, non ci ho mai portato Andy qui" sapevo che mi riteneva una persona importante, ma non immaginavo così tanto, presi delicatamente il suo mento con la mano, poi lo guardai negli occhi e lui disse

"Wow, i tuoi occhi brillano piu delle stelle" sorrisi e risposi

"Colpa tua" lo baciai, ancora e ancora. Andammo a casa mia e dovetti aprire la porta con una mano dietro la schiena perché ormai le nostre lingue non avevano voglia di abbandonarsi, entrati dentro casa mi prese inbraccio e mi portò in camera, ormai i cellulari i cappotti e tutto il resto stava in macchina, in casa c'eravamo solo io e lui, che mi stava buttando sul letto, ma io non lasciavo che la mie gambe intorno al suo corpo si scollassero, così cadde su di me, sapevo che quello che stavo facendo era sbagliato, ma lui mi faceva sentire così bene, restammo per qualche minuto con le lingue inseparabbili, quando mi girai e mi misi sopra di lui, non sapevo di avere un'attrazione a lui, le sue mani mi accarezzavano fino a raggiungere il fondoschiena che strinse, la presa mi fece fare un respiro profondo, cazzo, mi stavo sentendo in fiamme, si alzò, eravamo seduti sul bordo del letto, io con le gambe strette intorno a lui mentre gli levavo la camicia, non avevo in tensione di farmelo scappare per nulla al mondo, lui avanzava verso di me per baciarmi più forte, gli sfilai la camicia, e lui subito mi segui togliendomi la maglia, non potevo credere a quello che stava per succedere, mi prese e mi poggiò sul letto mentre si toglieva i pantaloni, facevo lo stesso anche io, rimanemmo nudi nel letto tra le coperte finche non entrò in me avvicinandosi al mio orecchio e mormorando

"Spero che questa volta non ci disturbi nessuno"

è stata la sensazione più bella del mondo, ero così vicina alla sua anima, e i miei pensieri negativi erano ormai morti sul pavimento vicino agli indumenti. Poi mi coprì di baci il collo, intrecciò le sue mani con le mie e le portò al di sopra della mia testa stringendole di più ad ogni spinta, i suoi occhi brillavano, altro che stelle, a me sembrava il paradiso, quando i suoi movimenti si fecero più bruschi il mio respirò cominciò ad affannarsi e io sapevo con certezza che le sue mani non mi avrebbero mai lasciata, questo mi metteva sicurezza, per il piacere che provai in quel momento emisi un gridolino che strozzai mordendomi le labbra e stringendo gli occhi, si stava affrettando, quando sentimmo il momento ci guardammo negli occhi, strinse le mie mani e entrò in me ancora una volta, lo sentii gemere così forte che gli tappai la bocca con un bacio. Mi guardò negli occhi col respiro affannoso

"Ti amo" non risposi, mi limitai a sorridergli, si sdraiò accanto a me, già sapevo che da quel giorno lui sarebbe stato la mia droga e la cosa mi andava benissimo, poi mi ricordai quando dissi

"La porta è ancora aperta!" Andai di corsa a chiuderla con indosso le mutande e una maglia che presi distrattamente da terra, per fortuna non c'era nessuno fuori, tornai e mi misi a dormire sul suo petto, era da troppo tempo che non mi sentivo così bene con una persona, e anche se intorno a noi c'erano mille problemi insieme dimenticavamo tutto.

Tra Inferno e Paradiso//Mika\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora