Un prato per due

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Rimasi a guardarlo finche il barista scoccò il mio bicchiere sul bancone, bevvi tutto d'un sorso e non lasciai che i miei occhi si distraessero dal ragazzo tutto concentrato dal bicchierino, decisi che dovevo fare qualcosa, corsi nella grande stanza luminosa dove stavano preparando il set, presi il fotografo di parte e gli dissi che dovevamo rimandare tutto; mi guardò sbalordito, sgranò gli occhi e mi disse "ma che cosa stai dicendo!! Tu sei pazza!!" Rimasi li qualche minuto a litigare col fotografo ottuso finche, stanca, me ne uscii con

''non è colpa mia se Michael sta male!!"

tutti nella stanza si fermarono, forse avevo alzato troppo la voce, dovevo rimanere calma e scusarmi, ma proprio non ci riuscivo, il fotografo ancora incredulo mi disse

"va-va bene allora faremo un altro giorno..."

me ne andai un po innervosita dicendo

"A bhe adesso mi ascoltate eh!!"

Arrivai al bar, stava ancora fissando il bicchierino, mi decisi, lo presi per un braccio, quasi cadde per la mia persa, lo trascinai nella macchina e guidai fino a casa, posai la macchina sotto casa e presi la mia 500 decappottabile bianca, cercai il mio telefono e lo diedi a Michael che era ancora scosso e non capiva bene cosa stava succedendo cercai di fargli scrivere un messaggio a Paul dicendogli che la macchina era sotto casa mia e le chiavi dentro il vaso li fuori.

Aprii i finestrini e mentre guidavo concentrata, alzai un po il tono della mia voce e gli chiesi

"come stai?"

scosse la testa e mi rispose

"io sto bene e tu?? E dove stiamo andando??"

non lo ascoltai per niente e continuai con le domande

"vuoi dirmi che cosa è successo?"

La strada era lunga, senza curve e isolata, così presi un pò di velocità, lui accanto a me guardava fuori ma non rispondeva, capii che non era il caso di parlarne adesso.

Eravamo arrivati, percheggiai e lo feci scendere, rimase scioccato nel vedermi aprire il portone verde della grande casa grigia in cui lo invitavo ad entrare, non esitò e mi segui tra le enormi stanze polverose di quella villa a due piani, dovetti aprire finestre e perziane per far uscire quell'odore di chiuso che reecheggiava nella stanza, entrati dal salone percorsi il lungo corridoio arrivai in cucina, a destra c'era una credenza, presi due bicchieri a coppa e dell'acqua, il frigo li non c'é, ma non mi persi d'animo.

Salii le fredde scale di marmo che portavano al secondo piano dove c'erano le camere, entrai nella sta

nza più bella, quella piu antica e decorata, nella stanza regnava sovrano un grande letto matrimoniale a baldacchino in legno, spoglio anche del materasso, al lato opposto c'era un grande armadio, sempre in legno, lo aprii e in punta di piedi presi una coperta di pile scozzese rossa e gialla che era posta in alto. Scesi e chiamai Michael che si guardava intorno perso, mi guardò e mi venne incontro, dopo la cucina c'era un'altra sala con un camino a destra e una porta-finestra alla sinistra.

Aprii la perziana lasciando tutta la roba presa nelle braccia di Mika che spinsi subito fuori. Il ragazzo rimase subito a bocca aperta vedendo che lo avevo portato in un immenso giardino, pieno di piante di ogni colore, lo presi per la manica che reggeva ancora la robba e gli feci percorrere un sentiero che hai lati aveva tutta una corona di rose rampicanti che creavano un'arco proprio sopra la nostra testa, dove rose gialle e rosa sembravano quasi puntarci, passato l'arco arrivamo in questo piccolo pezzetto verde circondato da rose non troppo alte ma bellissime, mi fermai al centro e presi prima la coperta aprendola e poggiandola sull'erba, poi la bottiglia di vetro con l'acqua e poi i bicchieri, mi sdraiai a pancia allinsù chiamando il ragazzo con uno squillante

"Mika vieni?!"

Guardavo il cielo azzurro perché quell'erba così verde e quelle rose così profumate già le conoscevo, il ragazzo si sedette e si guardò intorno, e io ne approfittai

"Io vengo qui quando ho qualcosa che non và, questo postò è bellissimo e mi fa rilassare molto"

mi girai e vidi che adesso guardava me allora continuai

"so che non vuoi dirmi ciò che hai, però so anche che non sei sobrio perciò ora rilassati..."

La giornata passò così, senza parlare e ne guardandoci in faccia, ma solo essendo sdraiati uno accanto all'altro guardando le rose che si mischiavano al grande cielo azzurro.

Tra Inferno e Paradiso//Mika\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora