Quella notte ricordo che non dormii.
Stare sola in quell'appartamento che sembrava essere freddo come il manico della porta della nonna Frastorna, mi faceva paura.
Ormai ero rimasta sola.
E ogni tanto avvertivo la presenza di Polly, che in realtà non c'era...
Mi deprimeva molto questo fatto, anche se da una parte ero contenta di essermi sbarazzata di quell'isterica.***
Alle quattro del mattino il campanello suonó.
Io me ne stavo seduta sulla poltrona di Polly sorseggiando una bevanda alle Quattro Stagioni.
Mi sentivo la testa girare parecchio, non avevo mai bevuto così tanto in vita mia.
Il campanello suonó ancora insistente di conseguenza mi trascinai svogliatamente alla porta per vedere chi fosse.
Dallo spioncino notai che c'era un'ombra imponente ed era tutta nera, non riuscivo proprio a capire chi poteva essere...
«Aprimi, aprimi!»
Urlava il Misterioso, dimenandosi e imitando un animale della foresta.
Chi poteva essere?
«Chi sei?» azzardai io, che stavo per partire sulla tangente dopo aver bevuto così tanto.
«Sono... Pablo, il pizzaiolo!» proferì l'ombra, grattandosi la testa incerta.
«Il pizzaiolo alle quattro del mattino?» domandai io sarcastica, convinta che quella fosse l'ennesima presa in giro.
«Si, hai ordinato una... pizza.. bhe insomma, una pizza! E una bibita alle Quattro stagioni bisestili!» affermó nuovamente, ma si vedeva e soprattutto si sentiva che nascondeva qualcosa.
Non era un pizzaiolo, ne ero sicura... era qualcuno che voleva prendermi in giro!
Ma io non mi facevo fottere nuovamente e quindi gli risposi adottando una strategia.
«Uh si certo, hai ragione! Entra pure!»
Gli aprii la porta fingendomi felice e fingendo un sorriso.
Ma quasi mi presi un colpo quando scoprii chi era: Enrico.
Cosa ci faceva lì?
Come mai alle quattro di notte aveva bisogno di me?
Forse gli piacevo?
Perché non pensava alla morte della sua quasi moglie?
Perché era così bello?
Perché il sole è verde e la terra è fosforescente?
Perché lunedì è bisestile?
E soprattutto, perché il Mar Caspio viene definito "Mare" ma realmente è un lago?
Troppe domande mi giravano per la testa ma per il momento volevo godermi Enrico...***
«Enrico, che ci fai qui?» gli domandai tra felicità e stupore negativo.
«Mi mancavi.» confessó lui tagliandosi una fetta di mirtillo e riponendola in un contenitore.
«Davvero ti mancavo?»
Il cuore mi batteva forte perché lui era tutto ció che desideravo realmente.
«No, in realtà stavo scherzando! Volevo solo vedere la tua reazione!»
Abbassai lo sguardo affranta, come poteva farmi questo?
«E allora come mai sei qui?» lo interrogai nuovamente battendo il piede insistentemente.
«Hai i capelli talmente sporchi che volevo lavarteli... sai, in questi giorni ho notato che non li lavi da tre mesi circa e non riuscivo a chiudere occhio sapendo che la tua salute fosse stata in pericolo! Heily, devi sapere una cosa...»
Mi toccai i capelli e mi accorsi che effettivamente aveva ragione: erano veramente unti, come l'olio che la cugina della zia Tapezzeria produceva ogni martedì dell'anno.
Quell'olio era particolarmente dolce e mia madre me lo spalmava sempre sullo zaino prima di andare a scuola... bei tempi quelli.
Mi mancava mia madre, quella donna sudata che lavorava al Fast Food della Sparticulo's city; eravamo troppo lontane ma giurai a me stessa che prima o poi sarei andata a trovarla.
«Oh allora! Heily, sei ancora viva?» mi domandó lui iniziando a farmi la respirazione a bocca a bocca.
Me lo scrollai di dosso e urlai:« Sono viva lasciami!»
Digrignó i denti e mi appoggió una mano tra i capelli.
«Voglio fare una cosa con te.» proferì lui assumendo un tono di voce particolarmente eccitante.
«Cosa?»
Mi sbattè sul letto e mi guardó negli occhi.
Si trovava sopra di me e inizió a sussurrarmi cose dolci nelle orecchie, avevo il corpo ricoperto di tremiti.
«Ti sta piacendo?» domandó lui senza smettere di fare quello che stava facendo.
Cacciai un urlo.
«Si, mi sta piacendo da impazzire!» gridai ancora più forte.
«Ora devo fare una cosa che forse ti farà un po' male..»
Mi dimenai su quel letto dal piacere che stavo provando.
«Sono tutta tua.» dissi con un fil di voce.
«Va bene così? Ti sto facendo male?» chiese lui mentre lavorava piano piano.
«No, è perfetto così.» affermai agganciando le mani attorno al suo collo.
«È troppo caldo?» mi chiese lui guardandomi maliziosamente.
«No, è ottimo.»Si alzó un minuto e prese una cosa dalla sua borsetta di Chanel.
L'aveva preso in mano e cominció a scartarlo.
Ero pronta.
Tornó da me e mi guardó negli occhi.
«Sei sicura di volerlo fare?» domandó lui tenendo in mano quella cosa ormai scartata.
«Non l'ho mai fatto prima.. tu l'avrai fatto mille volte!» dissi guardandolo delusa e spaventata.
«Non ti preoccupare, cercheró di non farti male. Vedrai che ti piacerà tantissimo.»
Si sdraió sopra di me.
«Sei pronta, Heily?»
Non riuscivo a resistere!
Volevo provarlo, lo volevo con tutta me stessa.
Non ero mai stata così pronta prima d'ora.
«Fallo, adesso!»
Gli imposi.
Ormai era fuori controllo, usciva da ogni parte.. e io rischiavo di esplodere di fronte a quella visione paradisiaca.
Aprii quello shampoo e me lo spalmó su tutta la testa.
Finalmente, provai anche io quell'ebbrezza.
STAI LEGGENDO
A un certo punto arriva Enrico.
General FictionHo iniziato a scrivere questa storia per divertimento. Si tratta di una sottospecie di parodia delle classiche e assurde fan fiction sugli one direction. In particolare in questa parodia mi focalizzeró su Harry Styles tradotto come Enrico Stilograf...