Nuda per la chiesa

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Non potevo crederci di aver causato tutto quello stupore tra gli invitati.
Polly cacció un urlo e poi furiosamente si avvicinó a me trascinandomi violentemente sull'altare.
«Heily Pakket mi vendicheró per quello che mi hai fatto! Ti auguro di bruciare all'inferno!» La sua voce era minacciosa e carica di rabbia, il suo viso era dipinto di rosso e la vena del collo sembrava volesse uscirle e andarle chi sa dove.
Io ero terrorizzata e a malapena riuscivo a respirare, perché la Poket mi aveva piazzato le mani attorno al collo stringendole sempre più, fino a comprimermi del tutto la gola.
Mi guardai intorno, cercando un oggetto da usare per colpirla.
Trovai solo il calice di vino.
Lo presi a fatica, mentre lei pronunciava parole ricche d'odio e forzava sempre più sulla mia gola.
Debolmente afferrai quel calice e glielo buttai in faccia, inondandola di vino e generandole un ampio bernoccolo.
«Che cazzo fai? Lasciami stare!» urlava e si dimenava, ma almeno adesso ero libera dalle sue sudicie grinfie.

«Che cosa state facendo? Smettetela!» si aggiunse il "prete" a dividerci (senza successo) tanto che si beccó un bel calcio nel culo da parte di Polly.
«Mi hai rovinato la vita!» ripeteva lei, alternando il suo tono cattivo e minaccioso ad alcune lacrime.
Era furiosa come la zia Burocrazia al funerale del gelataio della via Redditizia, si era arrabbiata perchè il gelato gusto puffo era stato tolto dal commercio.

Era arrabbiata talmente tanto che aveva distrutto la vetrina del suo negozio, proprio come stava facendo Polly con i "miei" (suoi) vestiti.
Infatti, poco dopo, mi trovai nuda.
«O Santo Cielo! Signore perdonala, non sa quello che sta facendo.»
Diventai paonazza e cercai di coprirmi con quello che trovai: la tunica impataccata del "prete" che non indossava.
Alcuni ospiti ridevano di gusto, altri avevano deciso di picchiarsi tra loro senza motivo.
Enrico era scappato a gambe levate.
Polly continuava a tirarmi pugni cosí per levarmela di torno, presi l'acqua santa e gliela gettai in faccia.

***
«Heily, perché l'hai fatto?» mi domandó Narvalo.
«Non volevo che si sposassero...» risposi avvolta nell'imbarazzo e nella tunica del "prete".
Intanto stavamo percorrendo la Prurito's Street.
Avevo i capelli tutti scompigliati, sembrava avessi messo un dito nella corrente.
Ai piedi non indossavo nulla, avevo utilizzato le scarpe per colpire Polly e si erano distrutte.
«Non avresti dovuto rovinare tutto e scatenare quella reazione! Sei una assassina...» ripeteva di continuo Luigi mentre mangiava con gusto il suo panino al gusto lenzuolo.
Quel panino mi ricordava il cugino Argomento, colui che possedeva una bancarella di perline per le collane.
«Avete ragione, ragazzi. Ma io amo Enri e vederlo sposarsi con quella cagna rognosa proprio non mi andava.» controbattei svogliatamente.

Qualche minuto dopo una folla di persone venne verso di noi.
Urlavano all'uninsono:«È lei quella che ha deciso di sacrificarsi per il popolo!»
Non riuscivo a capire cosa intendessero.
«Si riferiscono al tuo abbigliamento. Sei orrenda, senza scarpe, tunica bianca. Pensano tu sia qualcuno che ha deciso di optare per una vita da poveraccia per misericordia.» spiegava saccentemente Narvalo, mentre mi fotografava con il suo telefono in bianco e nero di ultima generazione.
«Hey amico ma quel telefono fa veramente schifo!» esclamó Luigi beffeggiandolo.
«Non è vero, questo telefono é bellissimo! Funziona da dio.» specificó il biondino.

A un certo punto arriva Enrico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora