La finta morte di Zaino.

214 19 6
                                    

Lo sguardo PENETRANTE di Narvalo mi fece distrarre.
Io volevo sapere come stava Zaino, così mi diressi verso le scale ma non lo trovai.
«Scusi, per caso ha visto Zaino Malico?» domandai ad una infermiera intenta a mangiarsi una barretta di legumi.
«Si, è in quella stanza lá infondo.»
Presi le sue parole alla lettera e corsi verso la stanza.
Bussai ma non sentii nessuno.
Quindi forzai la maniglia ed entrai, cautamente.
Zaino era tutto pieno di tubi (e di dubbi) aveva il viso pallido e teneva gli occhi chiusi.
«Zaino!» urlai io, avvicinandomi a lui.
Ma non mi rispose, sembrava morto.
«Zaino ti prego dammi un segno! »
Ma ancora nulla.
«Ti prego.» ripetei.
Le lacrime cominciarono ad uscirmi dagli occhi, come quando la zia Petulante aveva fatto pisciare il suo cane Assunto nel cortile della nonna Raffugliata.
«Zaino..»
Allora in quell'istante gli feci le mie confessioni amorose, tenendogli la mano, piangendo come una fontana.
«La... La prima volta che ti ho visto era tre giorni fa, eri immerso nei fumi della cucina ed eri tremendamente sexy. Poi abbiamo impastato la pasta della pizza assieme. È stata una delle cose più belle del mondo, e poi siamo usciti. Non dimenticheró mai quella sera, quando hai baciato quella troia del cazzo.- e qui singhiozzai- «Lo vuoi capire che sei la mia vita? Non puoi andartene, non puoi. Io mi sveglio la mattina e penso a te, cago e penso a te, la notte penso a Enrico...»
In quell'istante, sentendo il nome 'Enrico', Zaino si sveglió.
«Enrico? Come sarebbe a dire?»
Un enorme sorriso si estese sul mio volto: non era morto.
«Ma allora sei vivo! Oddio non sai quanto mi hai fatto preoccupare..» presi a baciargli le mani, che odoravano di Lillà.
«Si. che cosa pensavi? Avevo solo bisogno di dormire un po'.»
Si strofinó gli occhi e si taglió una fetta di peperonata.
Alla faccia.
«E non potevi dormire a casa?»
Zaino scoppió a ridere.
«Io non ho una casa! Vivo nella kebabberia di Deretano's Street! Sai, di questi tempi è difficile avere un tetto sopra la tetta!»
«Ma che caz..» dissi io tra me e me, allontanandomi da quella stanza.

------
Finalmente a casa! Ero stanca morta.
Ero sul pianerottolo quando ad un certo punto vidi Enrico sdraiato sul divano.
«Enri! Che ci fai qui?»
«Sto aspettando Polly. E tu che ci fai qui?» mi sorrise , gustandosi la bevanda alle quattro stagioni.
Quella bevanda mi ricordava il cugino Cicogno, era il piú grande tra i settantuno, era il più simpatico e amava cucinare il pollo all'insalata.
«Bhe io ci abito se non fosse chiaro.» feci un piccolo sorriso e mi allontanai dal salotto , ma lui urló il mio nome.
«Non andartene. Voglio tradire Polly.»
La mia faccia si trasformó in un punto di domanda.
«E io cosa c'entro?»
«Bhe, devo tradirla con te, Pakket.»

A un certo punto arriva Enrico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora