5. Equivoci (I parte)

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Trisha

Come la sera della festa, ero rincasata prima della mia amica e questo mi rendeva sempre un po' nervosa. L'unica cosa che mi aveva fatto accettare di non aspettare, era che stava lavorando ed era in buone mani. Ottime, direi.
In realtà, Ethan Miller era bellissimo, ma non so perché, mi dava l'impressione di essere uno di quelli con il fascino da dannato. Per dirla in parole povere, non mi ispirava fiducia. A differenza di suo fratello, Nathan. Così simili eppure, così diversi. Bellissimo e sincero, senza neppure un difetto.
Anche se, molto spesso l'apparenza inganna e questo lo sapevo benissimo, l'avevo vissuto sulla mia stessa pelle con il padre di mio figlio, Trey Lipton. Bellissimo anche lui, con il viso d'angelo e il suo modo di fare garbato ed elegante. Mi aveva affascinata e alla fine avevo deciso di mettermi con lui, nella speranza che fosse l'uomo giusto. Con il passare del tempo invece, avevo scoperto che non solo non era divorziato come aveva sempre detto, ma dopo ogni notte passata con me, tornava da sua moglie. Sono stata una vera stupida! Per questo, pensai, prima di giudicare Nathan dal suo aspetto e dal suo carattere, avrei dovuto imparare a conoscerlo meglio. Sempre se, per lui non sono stata solo un capriccio!
Nathan era gentile e si preoccupava al meglio per farmi sentire a mio agio nel suo ufficio. Quindi il giorno dopo, quando avrei iniziato il mio vero e proprio lavoro, speravo vivamente di non illudermi come mio solito. Com'è che mi chiamava sempre Brittany? Ah, sì! Sorrisi tra me, mentre fissavo il mio piccolo Milo dormire tranquillamente nel suo lettino. Un'inguaribile romantica! E presto, avrei trovato l'uomo vero e sincero che avrebbe amato prima mio figlio e poi me, dandogli un cognome e l'amore che il suo vero padre gli negava.
Stavo ancora fantasticando sull'amore vero e puro, quando dal vialetto di casa sentii un chiacchiericcio. Mi avvicinai alla finestra, spiando oltre il vetro le due figure che ridevano davanti al portone. Guardando meglio, riconobbi Brittany. << Quello non è Ethan! >>. Corrugai la fronte, parlando tra me. Ero sicurissima che si sarebbe offerto di accompagnarla a casa e invece, mi sbagliavo.
Cercai di studiare meglio la figura maschile, per quanto la lontananza e la luce del lampione me lo permettessero. Ridussi gli occhi a due fessure, sforzandomi di vedere il più possibile e la prima cosa che riuscii a notare furono i ciuffi biondi illuminati dalla luce del lampione che, li rendeva più chiari di quanto già non lo fossero. << Ma guarda un po', è biondo! >>. Un sorrisino mi sfuggì dalle labbra.
Continuai a fissare meglio la sua figura, era più magro di Ethan. Non potevo dire se avesse o meno anche il suo stesso colore degli occhi, perché era troppo lontano.
Tornai a prestare attenzione alla figura slanciata della mia amica, mentre si avvicinava al portone e il suo viso era aperto ad un bellissimo sorriso. Vederla felice, dopo la sera del ritorno a piedi dalla festa, mi scaldava il cuore.
Brittany sparì oltre la soglia e il ragazzo prima di voltarsi e andarsene, si passò una mano tra i capelli. Quel gesto mi riportò alla mente un piccolo particolare, anche Jake, l'ex della mia amica, aveva lo stesso modo di fare. Non so perché, ma stasera sono in vena di ricordare il passato! Storsi le labbra.
Un rumore di passi, il suono della chiave che girava piano nella toppa e la porta si aprì. Brittany fece capolino, cercando di fare il minor rumore possibile con i tacchi. Mentre si apprestava a chiudere la porta, io l'aspettavo a braccia conserte e con un sopracciglio inarcato.
Quando si voltò, il suo sorriso lasciò il posto ad un'espressione di puro stupore. << Trisha, credevo stessi dormendo! >>. Era visibilmente in imbarazzo e la cosa mi fece ridere.
<< Stavo aspettando che rientrassi e, speravo vivamente che Ethan ti accompagnasse. >>. La fissai con uno sguardo di sfida, in attesa di una spiegazione.
Posò la borsetta e le chiavi sul divano, dirigendosi poi in bagno. Aprì l'anta dello specchio e vi prese una salvietta umidificata. << In realtà, si è offerto di accompagnarmi a casa. Sono stata io, a declinare l'invito. Andiamo, uno come Ethan non è il tipo che viaggia in metropolitana. >>.
Mi appoggiai sulla soglia della porta. << Bri, Ethan e Nathan non mi sembrano proprio tipi che si creano problemi. Altrimenti, non vivrebbero in quella officina a Brighton Beach. Saranno anche ricchi, ma non amano la vita sfarzosa. >>.
Si pulì le labbra scarlatte. << Già, in effetti è la stessa cosa che mi ha accennato Jimmy. >>. Rimase improvvisamente con la salvietta a mezz'aria e mi fissò attraverso lo specchio. << Aspetta, ma tu come fai a saperlo? >>.
Arrossii. << Beh, me lo ha detto Nathan alla festa. Ovviamente, prima che ci conoscessimo sul serio. >>. Cercai di riportare il discorso su di lei. << Chi è, Jimmy? >>.
Gettò la salvietta nel secchio e mi passò davanti per entrare in camera. << Ricordi il ragazzo biondo che, alla festa, mi guardava in un modo strano? Bene, si è presentato oggi in ufficio. Cercava Ethan, non trovandolo si è presentato ed ho scoperto che è il suo migliore amico. Jimmy Kelly. In metropolitana, mi ha letteralmente salvata. >>.
La vidi sbottonarsi la camicetta. << In che senso, Bri? Che cos'è successo in metropolitana? >>. Il mio tono era leggermente allarmato.
Si sfilò anche la gonna e mi rivolse un sorriso rassicurante. << Un tizio si è messo in piedi di fronte a me, fissandomi in modo strano. Mi sentivo a disagio, quando ho sentito una voce che mi chiamava. Voltandomi ho visto Jimmy che, appena si è seduto accanto a me, mi ha in un certo senso fatta sentire meno esposta. Sai, l'ho rivalutato molto. Non mi sembra un cattivo ragazzo, al contrario di Ethan. >>.
Approfittai di questo momento per approfondire il discorso su Ethan. << Perché pensi questo di lui, Bri? Alla festa, non mi sembrava fossi riluttante all'idea di baciarlo. >>. La punzecchiai.
Si voltò di colpo, rischiando quasi di inciampare mentre si infilava il pantalone del pigiama. << Veramente, è stato lui a baciare me! >>. Precisò.
Mi scappò una risata. << Magari hai ragione, però sei stata tu a succhiargli il pollice. >>.
Parlò con la testa incastrata nella maglia. << Trisha! >>. Seguirono un paio di imprecazioni e decisi di darle una mano, provando a non tirarle i capelli.
Quando i suoi occhi scuri incontrarono i miei, la sua espressione era leggermente imbronciata. << Lui lo ha infilato nella mia bocca, Tris! >>. Di colpo arrossì per la frase pronunciata che, in effetti, poteva essere intesa come un'altra cosa. << Il dito, intendo. >>. Si corresse.
Scoppiai in una risata forte, che dovetti reprimere subito con una mano davanti la bocca.
<< Avevo capito, Bri! >>. Cercai di tornare seria. << Senza offesa, ma non mi sembra che tu abbia fatto qualcosa per evitarlo. >>.
Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. << È stata una cosa da poco, lo sai che non avrei scopato con uno qualsiasi. >>. Per un momento, il suo viso si rabbuiò.
Mi sentii in colpa. << Non volevo intendere quello, anche se con Jake non è stato così. >>.
Si stropicciò il viso. << Con lui è stata tutta un'altra cosa, Tris! Mi piaceva da morire e volevo che fosse il primo. A quanto pare, mi ero sbagliata. >>.
Mi avvicinai a lei, accarezzandole la testa. << Già, siamo state due stupide. Cosa potevamo aspettarci da due quarantenni, ricchi e per di più amici. >>.
Puntò i suoi occhi su di me. << Non faremo più lo stesso errore, Tris! >>.
Sorrisi. << Parlami di questo Jimmy, com'è? >>.

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