11. Provocatrice

161 14 13
                                    

Brittany

Alla fine la nostra fantastica serata tra ragazze, si era rivelato un semplicissimo pigiama party nel nostro appartamento.
Dopo aver ripreso Milo a casa dei genitori di Trisha, eravamo entusiaste all'idea di trovare un posticino esclusivo dove poter passare una serata diversa. Così mentre la mia migliore amica spingeva il passeggino e giocherellava con suo figlio, armata di telefonino tra le mani e lingua sporgente tra le labbra, mi ero dedicata interamente a trovare un posto esclusivo che si trovasse nelle vicinanze del nostro appartamento.
Cominciai a ripetere ad alta voce, uno alla volta, i nomi dei locali che avevo davanti agli occhi e prontamente Trisha li scartava con un semplice cenno di diniego del capo. Sbuffai, soffocando uno sbadiglio con il palmo della mano sinistra. Il gesto non passò inosservato alla mia migliore amica che, dopo nemmeno una manciata di secondi, sbadigliò di rimando.
Risi e mi lanciò un'occhiataccia. << Maledizione, lo sbaglio è contagioso! Adesso per colpa tua, non farò altro che sbadigliare. >>.
Risi ancora, facendo spallucce. << Non è colpa mia se sono stanca! >>.
Inarcò un sopracciglio. << In effetti non hai tutti i torti, la stanchezza adesso si fa sentire. Soprattutto perché non ho dormito per niente. >>.
Quando la mia migliore amica mi fissò per l'ennesima volta, dovette portarsi una mano davanti la bocca per soffocare una risata. Mi aveva colta ancora una volta mentre sbadigliavo come se non ci fosse un domani.
In quel momento i nostri sguardi si incrociano e senza dover dire una sola parola, ci capimmo al volo. Avevamo deciso di prendere due belle pizze fumanti e gustarle nella nostra adorata camera. Logicamente, dato il caldo insopportabile, ci eravamo scambiate di posto. O meglio, stavolta il compito più scomodo l'avevo lasciato a Trisha e avevo scelto quello meno fastidioso. Finalmente il passeggino era tutto mio e Milo era capitato tra le mie grinfie, dal canto suo lui già rideva perché sapeva benissimo che da qui fino al tragitto del nostro appartamento l'aspettava una lunga sessione di assalti con il solletico.
Una volta davanti il portone principale, rimanemmo ferme per qualche minuto.
Trisha mi fissava con uno sguardo assassino sulla faccia, mentre senza rendermene conto, continuavo a torturare il piccolo con il solletico. Milo rideva a crepapelle, una risata semplice e pura, come ogni bambino era solito fare. Per un solo singolo attimo, il mio cervello si perse nei soliti pensieri. Quando si è così piccoli la vita sembra bella, ma in realtà non è così. Con il tempo, si comincia a prendere consapevolezza di quanto sia difficile e piena di delusioni. Un sorriso amaro si formò sulle mie labbra e in quel momento, nel sollevare lo sguardo, mi accorsi di quello che mi stava rivolgendo la mia amica. Nel vedere la mia espressione, la sua si addolcì.
Cercò di smorzare quel piccolo momento di tristezza, cercando di fare una battuta. << Ehm, vogliamo entrare? Sai, al momento non abbiamo sviluppato nessun tipo di potere che ci permetta di aprire le porte con la mente! >>, le sue labbra si storsero in un sorriso sghembo.
Se in quel momento davanti a me si fosse trovata qualsiasi altra persona, la mia reazione sarebbe stata diversa perché quando ero assalita da pensieri così il mio umore iniziava ad essere altalenante. Sarei potuta passare dall'essere divertita all'essere infastidita in un nanosecondo, ma con lei era diverso. La mia migliore amica aveva il potere di farmi tornare il sorriso anche nei momenti più bui, lei riusciva a farmi piangere di gioia con una semplice frase. Era l'unica persona al mondo con cui non riuscivo a restare litigata nemmeno per cinque minuti, faceva parte della mia famiglia e nessuno sarebbe riuscito mai a spezzare quel legame.
Proprio per questo, quando ci ritirammo nel nostro appartamento e ci mettemmo comode nella stanza a consumare pizza sedute sul letto, la lasciai parlare.
Milo si era stancato a forza muoversi qua e là per schivare le mie mani e adesso si trovava nel suo adorato lettino con il piccolo pollice tra le labbra, dormiva beato a fare da separé.
Trisha, nonostante l'inquietudine dell'intromissione nella sua vita privata e lavorativa da parte di Trey, sprizzava gioia da tutti i pori. I suoi occhi brillano come non mai, l'ultima volta che l'avevo vista così, era alla nascita del piccolo Milo.
Adesso, nonostante la stanchezza, era al settimo cielo e non vedeva l'ora di raccontare l'episodio avvenuto tra lei e Nathan. Nell'esporre la situazione del quasi bacio con lui, le sue guance erano completamente rosse e le labbra erano gonfie per via dei continui attacchi dei suoi denti.
Inizialmente il mio corpo e la mia mente erano interamente concentrate sulla storia della mia migliore amica, tant'è che le mie espressioni facciali cambiavano man mano che esponeva i fatti. Al solo nome di Nathan, il mio viso si apriva in sorrisi sghembi e maliziosi. Quando l'argomento passava su Trey, inutile dire che le mie labbra si stiravano in un'unica linea dire e sottile.
In quel caso la mia migliore amica si fermava a fissare la mia faccia, cercando di restare seria. Purtroppo non riusciva a mantenere quel momento di serietà, perché nonostante la mia espressione schifata e dura, scoppiava a ridere. È più forte di me, non riesco a controllare le mie espressioni. Nonostante tutto, lei ride sempre! Cercai di fare la dura ancora per un po', fino a quando non scoppiai a ridere anche io.
Le nostre risate riecheggiano per tutta la stanza, per riprenderci eravamo state costrette a bere un po' d'acqua e tornammo a concentrarci sul discorso di Nathan.
Più Trisha andava avanti a parlare di lui, più dentro di me cresceva un senso di fastidio. Nulla a che vedere con la mia amica, ma sentire il modo in cui Nathan si comportava con lei e tutte le accortezze che le prestava, dentro di me si faceva sempre più presente un sentimento di invidia.
Non invidiavo nessuno dei due, ma in un angolo remoto del mio cervello fece capolino un piccolo pensiero. Perché tra i due fratelli, a me era dovuto capitare proprio Ethan? Perché lui non riusciva ad essere come suo fratello, gentile e comprensivo? Nathan riusciva a capire gli stati d'animo di Trisha, quindi cercava di metterla a suo agio. Ethan invece, non faceva altro che cercare uno scontro. Qualsiasi pretesto era buono per litigare con me e la cosa lo divertiva, non c'era dubbio. Però se cominciavo a contrastarlo o contraddirlo, perdeva la pazienza e scappava! Per un attimo storsi le labbra. Si, certo. Infilarsi tra le cosce di Daisy era l'unica cosa che sapeva fare! Involontariamente il mio viso assunse un'espressione schifata.
Solo così realizzai che ad Ethan, le ragazze con carattere e cervello, non stavano bene. Lui voleva quelle senza cervello, che a qualsiasi suo comando, stavano lì a strisciare ai suoi piedi. Mi sono già annullata per Jake, dandogli tutto il mio cuore e ne sono uscita a pezzi! Da oggi, sarò io quella a decidere cosa voglio. Ho sempre dovuto subire il volere degli altri, mentre da questo preciso istante l'unica a provocare reazioni sarò io.
Se mi ero ritrovata in quella situazione alla festa, con Jimmy che stava cercando di portarmi a letto, la colpa era soltanto sua. L'unica cosa che non avrei mai rinnegato era la comparsa di Billy, non solo in quella stanza, ma anche nella mia vita. Era entrato a gamba tesa tra noi due, senza nessuna difficoltà e in una sola sera aveva stravolto il mio mondo. Ovviamente, non potevo fare paragoni tra lui ed Ethan, ma c'era comunque una differenza.
Quando c'era Ethan, non riuscivo a capire cosa provavo perché la maggior parte del tempo passavo ad odiarlo visto che non faceva altro che farsi vedere sempre con Daisy. Però se era lui a vedermi o con Billy o con Jimmy, aveva reazioni davvero esagerate e di conseguenza non riuscivo a distinguere se si trattasse di un sentimento vero o dettato solo dal possesso. Una cosa era certa: se si fosse trattato di quest'ultimo, la cosa non mi piaceva affatto.
La mia relazione con Jake Gray si era basata solo ed esclusivamente su questo sentimento; lui mi voleva solo per sé e quando l'avevo beccato con la sua famiglia, avevo capito che il sentimento che provavo per lui non era reciproco. A Jake interessavo soltanto sul piano fisico, per lui ero un oggetto con cui sfogare le fantasie sessuali e quindi aveva il potere di disporre di me come voleva. Questo era accaduto perché, con il senno di poi, l'amore che provavo per lui non mi aveva fatto ragionare a pieno. Per anni sono stata uno stupido giocattolino nelle mani di un uomo ricco e senza scrupoli, non voglio ripetere l'esperienza anche con Ethan!
Per questo motivo, quando Billy era comparso in quella stanza, mi ero sentita libera di agire come più credevo e non mi vergognavo ad ammettere di essermi sentita libera di agire. Lui sembrava molto più flessibile, anche se mi dava fastidio il modo in cui faceva notare ad Ethan quando stavamo insieme. E se per loro due fossi solo un premio? Come se stessero facendo uno gioco tra loro, chi cerca di conquistarmi prima! Per l'ennesima volta storsi le labbra e Trisha colse l'occasione per schioccare le dita davanti la mia faccia, riportandomi così con la mente in quella stanza.
I miei occhi si concentrarono sulla sua figura, in pigiama e con l'espressione di chi mi stava scrutando con curiosità.
Inarcò un sopracciglio. << Mi hai ascoltato? >>.
Arricciai il naso. << Ehm? Certo che ti stavo ascoltando, hai notato tu stessa le mie espressioni. >>, costrinsi le mie labbra ad aprirsi in un sorriso tirato.
La bocca si aprì mostrando un enorme sorriso sghembo. << Bene, allora di cosa stavo parlando? >>, chiese.
Dannazione, non puoi farmi questo!
Restai per qualche minuto in silenzio, cercando di capire cosa dire. Improvvisamente mi venne un'idea e ghignai. << Vediamo, stavi raccontando nei minimi dettagli la scena in cui Nathan stava quasi per baciarti. >>, le mimai con le labbra un bacio.
L'espressione compiaciuta di Trisha, lasciò il posto ad una completamente imbarazzata. Credevi di avermi in pugno, ma ti ho fregata! Le feci la linguaccia e, una volta ripresasi dal momento di imbarazzo, la mia migliore amica mi tirò un cuscino in piena faccia.
I miei capelli si scompigliarono e le lanciai un'occhiataccia. << Vuoi la guerra, mia cara? >>, la provocai.
La testa di Trisha si voltò lentamente verso il comodino e i suoi occhi si fissarono sulla radio-sveglia, la lucetta rossa lampeggiava mostrando l'ora.
I suoi occhi tornarono a concentrarsi su di me, i palmi aperti davanti al busto. << Ferma! È troppo tardi, dobbiamo dormire. Se domani vogliamo andare in piscina e prendere il sole, dobbiamo riposare. Non ho voglia di alzarmi tardi e perdermi tutto il divertimento! >>, troncò immediatamente il discorso.
Sbuffai. << Non è giusto, adesso che stavo cominciando a divertirmi sul serio! >>.
Trisha era già sgusciata sotto le lenzuola, mentre ero rimasta a guardare come un ebete il cuscino che avevo tra le mani.
Cercò di trovare una posizione comoda per dormire. << Buonanotte! >>.
Ghignai, lanciando nella sua direzione il cuscino e colpendola in pieno. << Buonanotte, svitata! >>, mi nascosi sotto il lenzuolo.
Prima di schiacciare l'interruttore della luce, non riuscì a fare a meno di notare il suo sguardo assassino ed ero sicura che mi stesse maledicendo per averla colpita a tradimento.
La luce si spense, lasciando spazio al buio squarciato soltanto delle luci della città che filtravano dalla finestra.
Caddi immediatamente tra le braccia di Morfeo, mantenendo un sorriso sulle labbra.

L'amore è come un fulmine Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora