9. Presente e passato

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Trisha

Se vedere Brittany contesa tra Ethan e Jimmy mi aveva fatta ridere, trovarmi nella sua stessa situazione non era stato affatto divertente.
Quando Trey si era presentato davanti all'edificio della Miller's Enterprise e Nathan ci aveva raggiunto, tenendomi per un braccio mentre loro due si studiavano mi ero sentita come un giocattolo. O meglio, mi ero ritrovata ad essere un osso conteso tra due cani.
Trey e Nathan si pizzicavano a vicenda, cercando di trascinare anche me e alla fine quando avevo deciso di mia spontanea volontà di seguire il mio ex ero stata trattata come una ragazza qualsiasi.
Nathan si era rivolto nei miei confronti in un modo che non mi era piaciuto, mi aveva deluso e soprattutto mi aveva fatta ricredere su tutto quello che avevo pensato su di lui.
Fino a quando Trey non era piombato nella mia vita privata, Nathan mi aveva trattata con i guanti. Si era preoccupato di me, facendomi addirittura assumere senza perdere tempo e si comportava in modo dolce, comprensivo. Alla vista di Trey, suo rivale in affari, si era trasformato e mi aveva trattata con sufficienza. Facendo battutine allusive e soprattutto facendomi passare per una qualsiasi che poteva spifferare i segreti altrui.
Una volta salita in macchina del mio ex, era calato il silenzio e mi ero messa a fissare fuori dal finestrino mentre la città scorreva davanti a me.
Trey nervoso, stringeva il volante ed era stranamente ansioso lanciando di tanto in tanto sguardi furtivi nella mia direzione.
Io invece, ero assorta nei miei pensieri e la mia testa era in netto contrasto con il mio cuore. Perché non potevo negare a me stessa tutto quello che avevo provato per Trey e adesso che era al mio fianco, lo odiavo. Odiavo anche me stessa, perché nonostante tutto il male che aveva fatto a me e mio figlio, non riuscivo a dimenticare il bene che gli avevo voluto. Gli avevo donato interamente il mio cuore e la mia anima e lui l'aveva usata e gettata come si getta una lametta nel cestino dell'immondizia.
Quando il telefono vibrò nella tasca della mia giacca, sobbalzai talmente ero distratta dai mille pensieri che affollavano la mia mente. Lo pescai dalla tasca e nel vedere la piccola icona verde lampeggiante di WhatsApp pensai subito ad un messaggio della mia migliore amica, così un sorriso si formò sul mio viso e morì seduta stante alla vista di un numero sconosciuto. Se prima cercavo di ostentare tutta la tranquillità del mondo, alla vista di quel numero sconosciuto il mio corpo fu scosso da un brivido di paura. Paura, perché essendo una ragazza madre, il primo pensiero andò direttamente a mio figlio e se succedeva qualcosa a lui sarei morta all'istante. Con mano tremante pigiai sull'icona dell'app e attesi l'apertura del messaggio, quando gli occhi scorsero velocemente ciò che recitava il testo, i lineamenti deformati dalla paura del mio viso cominciarono a cambiare. Il viso si rilassò visibilmente e arricciai le labbra in modo stizzito, ero infuriata perché il numero dello sconosciuto in realtà apparteneva a Nathan e mi dava fastidio che lui fosse riuscito ad avere il mio numero senza il mio consenso. Ti odio, Nathan! Non sono un tuo oggetto e soprattutto non sono una tua proprietà!
Inizialmente le mie dita pigiarono nervosamente sui tasti, scrivendo di getto tutto quello che sentivo dentro di me e alla fine decisi che non era il caso di dargli un ulteriore soddisfazione, così lasciai il messaggio visualizzato con due bellissime spunte blu. Nathan doveva cuocere nel suo stesso brodo, provare quello che avevo provato io quando mi aveva trattata con sufficienza davanti a Trey. Conoscendolo, lo immaginavo ogni cinque minuti con il telefono tra le mani a controllare se io gli avevo risposto e scoprendo che non era così sarebbe andato su tutte le furie.
Le mie labbra passarono dall'essere arricciate per la stizza, ad essere arricciate in un sorriso beffardo e nella mia testa stavo già saltellando per la rivincita che mi ero presa nei confronti di Nathan. Dimenticandomi ovviamente, di Trey al mio fianco che mi fissava assorto e le sue parole mi fecero tornare con la mente in quella dannata macchina.
<< Sei molto più bella dall'ultima volta che...>>, sospirò e staccò una mano dal volante per passarla tra i capelli. << Ci siamo visti. >>.
Incrociai le braccia al petto, portando lo sguardo interamente su di lui. << Dall'ultima volta che ci siamo lasciati, casomai. >>.
Serrò le mascelle, chiudendo e riaprendo velocemente gli occhi. << Trisha, ti prego, cerchiamo di andare avanti. >>.
Notando il mio sguardo omicida, Trey si corresse immediatamente. << Voglio dire, perché non ricominciamo tutto da capo? >>.
Sciolsi le braccia e gesticolai davanti al suo viso. << Mi prendi in giro, Trey? >>, alzai il tono di voce. << Come potrei ricominciare tutto da capo, con te, per giunta? Mi hai distrutta e hai rovinato la vita di mio figlio! >>.
Riportò lo sguardo sulla strada, non riuscendo a sostenere il mio. << Nostro figlio, Trisha! E...>>.
Il mio cervello non ascoltò altro, sentirlo pronunciare quelle parole mi mandò completamente in escandescenza. << Nostro figlio? Nostro figlio, Trey? Dici sul serio? >>, urlai e risi in modo isterico. << Hai perso quel diritto da quando non hai voluto dargli il tuo cognome. >>.
Trey inchiodò di colpo, in mezzo la strada e dietro di lui si creò una lunga fila di auto. I guidatori, impazziti, cominciarono a suonare i clacson. I miei occhi erano fissi sulla sua figura, il suo petto si alzava e si abbassava in modo irregolare e prese a boccheggiare come se fosse in cerca di aria.

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