«Portiamo armi perché non siamo gli unici a fare questo lavoro, che è... Beh, molto competitivo» sottolinea le ultime due parole.
Una scossa mi fa vibrare fortissimo, sembra avere dieci mila volt addosso. "Che significa?"
«Mi stai dicendo che...» La voce viene meno, non riesco a concludere la frase, sono nuovamente spaventata. In che situazione mi hanno messo?
«Sì Lea, devi prepararti anche a questo. Abbiamo spesso conflitti armati, ma se riusciamo ad essere silenziosi e a muoverci bene insieme potremo evitarli» Una nota di sollievo accarezza il mio subconscio, ma la paura resta tanta, troppa.
«Certo che la fai facile... Mi stai praticamente dicendo che potrei morire in qualsiasi momento» Mormoro. Mi sento in soggezione.
Ryan si alza e viene verso di me, mi prende delicatamente il mento con una mano e mi alza la testa per costringermi a guardarlo negli occhi.
«Non devi preoccuparti di questo. Ti proteggerò, come tu proteggerai me. E credimi, se ora pensi di non esserne in grado, ne riparleremo dopo il tuo periodo di addestramento» Il suo tono è caldo, rassicurante e... Attraente. Quest'uomo mi provoca piacevoli sensazioni al ventre, non dovrei dirlo data la situazione, ma non riesco a nascondere a me stessa che mi fa un certo effetto. Gli prendo la mano e la tolgo dal mento. Sembra stupito.
«Se lo dici tu» Quasi sussurro, senza guardarlo negli occhi, intimidita. Credo stia sorridendo, ma non ne sono sicura. Si rimette al suo posto e torna a mangiare.
«Continua a mangiare ora, non abbiamo molto tempo»
Cos'è questo fare autoritario? Non sono mica un oggetto. Mi chiedo però in che senso...
«Perché non abbiamo molto tempo?» Borbotto ancora.
«Perché sono le 15»
"Cosa?! Manca così poco?" Sono in ansia, quasi mi si chiude lo stomaco, ma continuo a mangiare, sapendo che se avessi avuto fame dopo non sapevo se avrei potuto chiedere di mangiare quando volevo.
Concludiamo in silenzio, troppo in silenzio. Ryan si rialza e prende anche il mio piatto.
«Aspettami qui» Ancora quel tono autoritario. Devo dire però che per qualche strana ragione mi fa sentire al sicuro, non ho proprio idea del perché, forse è stata la sua naturalezza nel parlarmi e per quello che mi ha detto prima, ma non lo so per certo.
Torna e mi fa cenno di alzarmi. Lo seguo stando dietro di lui.
«Come ti senti?» Mi chiede continuando a guardare avanti.
«Bene... Credo» Mormoro distratta. Ho in mente solo: "Cosa dovrò fare in questo addestramento?"
«Intendo con lo stomaco. Hai smaltito?» Continua a parlarmi, strappandomi ai miei pensieri. Beh, in fondo è meglio così.
«In realtà dovrei andare in bagno»
Si ferma e mi fulmina con lo sguardo.
«Perché non me lo hai detto prima?!» Mi ammonisce con tono severo, voce alta, e io sbianco dalla paura.
«Non sapevo... Non volevo fermarti, non so dove stiamo andando» Rispondo in soggezione.
«Stiamo andando al campo d'addestramento» Si passa una mano in faccia esasperato, poi i suoi lineamenti si addolciscono. «Ah, al diavolo. Vieni, ti faccio vedere dove andare»
Mi mostra i bagni e io sgattaiolo dentro, ancora un po' intimidita. Faccio quello che devo. Raggiungo il lavandino, mi guardo allo specchio e noto di avere uno sguardo quasi assente, spento. "Non è da me" Mi sciacquo la faccia con dell'acqua fredda, poi mi guardo ancora riflessa. "Coraggio Gray" Esco dal bagno con la mente più lucida e decisa, guardando dritto negli occhi Ryan.
STAI LEGGENDO
𝐒𝐨𝐮𝐥𝐬 - 𝐃𝐮𝐞 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐞 𝐢𝐧 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚
ChickLit[Storia in fase di revisione, ringrazio per la segnalazione di eventuali errori] - Nel tentativo di sfuggire alla monotonia della vita, Lea cerca di accedere alla beta di un nuovo videogioco, e da quella stessa notte la sua vita cambierà radicalment...